Nocera Umbra: Settimana nazionale di studi sulla spiritualità coniugale e familiare
“La vocazione ha a che fare con la chiamata alla vita, con la prima esperienza in
cui la vita viene accolta, allo stile di accompagnamento della crescita di ogni persona,
allo sguardo di fede con cui si cerca di comprendere il senso ultimo dell’esistenza”:
è il pensiero di don Sergio Nicolli, direttore dell’Ufficio nazionale di pastorale
familiare della CEI. L’intervento è relativo alla dodicesima settimana di studi, appena
conclusasi a Nocera Umbra, sulla spiritualità coniugale e familiare. Don Nicolli ha
affrontato anche il tema oggi molto attuale del senso di soddisfazione nella società
d’oggi. “Seguire la vocazione – ha detto nell’intervista rilasciata al Sir - non porta
sempre, in ogni fase della vita, a una esperienza esaltante di soddisfazione. Pensiamo
ai santi e ai grandi maestri di vita spirituale, che hanno sperimentato anche la notte
dell’aridità e la sensazione dell’abbandono di Dio (san Giovanni della Croce, la beata
Madre Teresa di Calcutta, Chiara Lubich). Pensiamo a persone sposate che hanno portato
a compimento una storia di amore con fedeltà eroica in mezzo a delusioni e a grande
povertà relazionale. In molti casi l’esperienza dell’insoddisfazione e della croce
è stata il condimento che ha impreziosito vere e proprie storie di santità”. Ai lavori
hanno preso parte oltre 350 adulti (tra genitori, sacerdoti, religiosi, esponenti
di diocesi, associazioni di ogni parte d’Italia) e circa 150 figli per i quali è stato
predisposto un programma “parallelo”. Una settimana di riflessione sui temi della
vocazione e della famiglia “che non è autosufficiente – ha aggiunto don Nicolli -
nell’educare alla fede e nel discernere e accompagnare la vocazione dei figli, ma
essa resta il passaggio obbligato dal quale quasi sempre dipende la serenità e la
pienezza di un percorso vocazionale”. La via da percorrere diventa allora per l’esponente
della Cei “l’abbandono alla misericordia di Dio, alla sua tenerezza di Padre. Dio
non cerca i perfetti, cerca piuttosto persone che sappiano camminare fidandosi di
lui, confidando nel suo amore, che non viene meno di fronte alla nostra povertà. La
Chiesa non è una comunità di perfetti ma di perdonati”. La settimana di studi è stata
la prima del biennio 2009–2010, che sviluppa il tema “Famiglia e vocazioni”. Con la
collaborazione del Centro Nazionale Vocazioni dell’Istituto Giovanni Paolo II per
studi su Matrimonio e Famiglia della Pontificia Facoltà Teologica "Teresianum" e delle
Aggregazioni di spiritualità coniugale e familiare. Un’iniziativa con cui si è inteso
sviluppare il tema del matrimonio cristiano come risposta ad una chiamata, che specifica
la vocazione battesimale; ma si è voluto anche aiutare le famiglie cristiane a farsi
carico del problema di tutte le vocazioni, in particolare delle vocazioni di speciale
consacrazione. (A.V.)