2009-05-02 16:25:56

L'operatore della Croce Rossa rapito nelle Filippine ha contattato la famiglia in Italia


Eugenio Vagni è vivo. Dopo giorni di incertezza, l’operatore della Croce Rossa internazionale, rapito nelle Filippine più di 3 mesi fa, è riuscito a telefonare alla famiglia giovedì notte. Lo ha riferito la Croce Rossa Internazionale. L’ingegnere toscano, l’ultimo ostaggio ancora in mano ai terroristi di Abu Sayyaf, sta bene. Come racconta Enzo Brogi, consigliere regionale e intimo amico della famiglia Vagni, in un’intervista raccolta da Roberta Rizzo:RealAudioMP3

R. – La telefonata è stata relativamente breve; Eugenio ha potuto comunicare lo stato di salute complessivamente buono, anche se in una situazione di difficoltà provocata prima di tutto dagli oltre cento giorni di segregazione e poi dall’affaticamento complessivo e dalle complicazioni dell'ernia.

 
D. – Era la voce di una persona terrorizzata da quello che sta vivendo?

 
R. – Immagino che adesso le sue difese si stiano, pezzetto per pezzetto, sgretolando.

 
D. – Anche perché, in questo momento, si trova solo…

 
R. – Anche questo è un elemento psicologico di enorme precarietà.

 
D. – Come mai proprio giovedì sera è riuscito a telefonare?

 
R. – E’ sicuro che vi sono state condizioni di precarietà nelle ultime giornate, dopo la liberazione del sequestrato svizzero; probabilmente si sono mossi con più facilità, e poi immagino che vi sia stata anche una volontà, da parte di coloro che lo tengono prigioniero, di dare un segnale di vita da parte di Eugenio e quindi consentire la possibilità di proseguire le azioni diplomatiche.

 
D. – C’è un pericolo di vita effettivo, in questo momento?

 
R. – La vita di Eugenio rappresenta una possibilità, da parte di chi lo tiene prigioniero, di poter trattare; nel momento in cui essa venisse meno, per loro si aprirebbero condizioni di diverso rapporto con il governo delle Filippine.

 
Afghanistan
In Afghanistan proseguono le operazioni delle forze della Coalizione internazionale contro i miliziani talebani. Otto soldati, fra cui tre statunitensi e due lettoni, sono rimasti uccisi nel corso di combattimenti con i ribelli nell'est del Paese. Intanto mercoledì è previsto un incontro alla Casa Bianca tra il presidente americano Obama e quello afghano Karzai. Obama vedrà anche il capo di Stato pachistano Zardari.

Pakistan
Combattimenti senza sosta in Pakistan. L’esercito di Islamabad ha ucciso 16 talebani in un attacco nel distretto di Mohmand, al confine con l'Afghanistan. Nello scontro sono morti anche due soldati, altri risulterebbero invece dispersi.

Iraq
Per la prima volta, elicotteri iraniani hanno bombardato alcuni villaggi curdi nel nord dell’Iraq, contro gli indipendentisti curdi iraniani. Lo rende noto un agente di confine iracheno senza fornire un bilancio delle vittime. Il mese di aprile ha fatto segnare un’inversione di tendenza sul fronte della sicurezza, con una nuova ondata di violenze che ha provocato la morte di 355 persone. Si tratta del peggior bilancio negli ultimi 7 mesi. A riferirlo fonti interne irachene.

A un anno dal ciclone Nargis
Un anno fa, il 2 maggio 2008, l’uragano Nargis si abbatteva in Myanmar e devastava la provincia di Ayeyarwady e quella di Yangon, provocando oltre 140mila vittime, 800mila sfollati e danni ambientali e strutturali che hanno stravolto la quotidianità di 2,4 milioni di persone. Il processo di ricostruzione non ha ancora completamente alleviato le condizioni delle comunità colpite. La sfida è stata molto dura e difficile anche per tutti coloro che hanno lavorato per un ritorno alla normalità. La riflessione di padre Joseph Hang Khan Paul, direttore di Caritas Myanmar, al microfono di Emer McCarthy:RealAudioMP3

R. – I would say that of course, more than 100 thousand people died …
Certo, sono morte più di 100 mila persone, si parla di 140 mila vittime, ma i sopravvissuti adesso stanno meglio di prima, perché c’è stata veramente tanta gente che oltre al governo ha dato denaro per questa zona, e molte organizzazioni stanno prestando il loro aiuto in termini di alloggi, scuole, vestiario, rifugi … Ovviamente, purtroppo, gli aiuti non raggiungono tutte le zone colpite dal disastro, in particolare quelle più distanti dalle città e quelle zone che possono essere raggiunte solo via mare. Per questo la vita delle persone in queste aree è ancora molto difficile. La Chiesa è presente per fare quello che può. La Chiesa, attraverso i missionari, sta anche sostenendo i primi progetti di sviluppo nelle zone rurali; a tale scopo è stata creata anche l’associazione Karuna, che vuol dire Compassione. Non è però una Ong, perché il governo non gradisce molto le Ong. Nella Chiesa, attraverso la gerarchia ecclesiastica, lavoriamo concretamente allo scopo di reperire sempre nuovi fondi che vengono poi consegnati alle diocesi, alle parrocchie per raggiungere chi ha veramente bisogno. Non perdiamo tempo a farci pubblicità: facciamo i fatti.

 
Somalia
Non si fermano gli attacchi della pirateria somala che infesta le acque del golfo di Aden. Stamani i predoni hanno reso noto di aver sequestrato un cargo ucraino che trasportava veicoli destinati all'Onu. Pirati somali in azione anche nell’Oceano indiano, dove hanno sequestrato un cargo britannico. Poche ore prima, una nave da guerra portoghese ha catturato, disarmato e poi rilasciato 19 pirati dopo il tentativo di attaccare una petroliera norvegese. Ieri la stessa sorte era toccata ad altri tre predoni fermati al largo delle coste somale dalla marina francese.

Obama nomina giudice Corte Suprema
Il presidente americano, Barack Obama, ha annunciato le dimissioni di uno dei 9 giudici della Corte Suprema, il liberale David Souter. L’evento rappresenta la prima occasione di Obama per effettuare una nomina a vita determinante nell’ordinamento statunitense. In proposito il capo della Casa Bianca ha dichiarato che il prossimo giudice sarà certamente qualcuno che condivide il suo stesso rispetto per i principi fondamentali della Costituzione.
 
Abruzzo
Proseguono le verifiche di agibilità sugli edifici del comune e delle frazioni dell'Aquila che hanno subito danni per il terremoto. Al 30 aprile erano stati effettuati 21.607 sopralluoghi su edifici privati, pubblici, ospedali, caserme, scuole e attivita' produttive. Al momento il 53,7% delle strutture verificate risultano agibili, mentre il 22,7% è inagibile. Un nuovo punto della situazione sulla ricostruzione sarà fatto oggi pomeriggio a palazzo Chigi in una riunione con il premier Berlusconi. Intanto stamane nell’aquilano si sono registrate tre nuove scosse sismiche. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 122

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