2009-05-02 10:37:10

Il commento di don Massimo Serretti al Vangelo della Domenica


In questa quarta Domenica di Pasqua la liturgia ci propone il passo del Vangelo in cui Gesù si presenta come il Buon Pastore:

"Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario … vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore”.

Su questo brano del Vangelo, ascoltiamo il commento del teologo, don Massimo Serretti, docente di Cristologia all'Università Lateranense:RealAudioMP3

Se qualcuno offre la sua vita per me, e al posto mio, ciò significa che io vivo grazie all'offerta sacrificale volontaria di un altro, che io devo il mio attuale essere in vita al gesto di donazione che l'altro ha compiuto per me. La radicalità di quell'offerta introduce nella mia vita una radicalità di dipendenza: io devo la mia vita ad un altro. Quando Gesù si presenta come il Buon Pastore che offre la sua vita, si presenta come il Figlio eterno che nell'obbedienza al Padre ridona quel che da Lui ha ricevuto ed anche, insieme, come Colui che ama le sue pecore e, facendo offerta di sé, le inserisce nella Sua stessa vita, che è poi quella medesima che riceve dal Padre. La dipendenza si svela allora, non come soggiogamento e come illibertà, ma come vita eterna, eterno amore, nella eterna comunione. Il legame col Buon Pastore ci libera dalla paura della morte che tiene soggiogati gli uomini per la vita intera (cf. Eb 2, 15). Troppo spesso oggi l'uomo vorrebbe per sé  la vita, ma senza l'Alleanza, senza il legame col «Pastore grande». E' il prototipo di ogni peccato: voler essere come Dio, contro Dio, disgiuntamente da Lui.







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