2009-04-29 15:56:37

Mons. Onaiyekan: le violenze in Nigeria non hanno nulla a che fare con la religione


Le sedicenti violenze religiose tra cristiani e musulmani che periodicamente infiammano alcune regioni della Nigeria hanno in realtà poco o nulla a che fare con la religione. Lo ha ribadito mons. John Olorunfemi Onaiyekan, arcivescovo di Abuja e presidente dell’Associazione Cristiana della Nigeria (CAN), parlando nei giorni scorsi a Washington ai membri della Commissione americana sulla libertà religiosa nel mondo (USCIRF). La commissione sta preparando un rapporto sulla Nigeria, dopo gli ultimi scontri a Jos e a Bauchi, nel nord-est del Paese, in cui numerose chiese e moschee sono state date alle fiamme con diverse vittime. Nel suo intervento – riferisce l’agenzia Cns - mons. Onaiyekan ha spiegato che all’origine di queste violenze spesso ci sono di fatto motivazioni politiche e sociali e come la religione sia solo un pretesto per gruppi di potere locale. “I nigeriani prendono sul serio la religione e i politici corrotti hanno gioco facile a manipolarli e ad istigarli alla violenza”, ha detto il presule paragonando la situazione del suo Paese a quella in Terra Santa dove la matrice politica del conflitto israelo-palestinese viene confusa con quella religiosa. Secondo l’arcivescovo, gran parte di queste violenze settarie potrebbero essere superate se si riportasse un po’ di ordine nelle varie comunità. Non dissimile è stato il giudizio del Sultano di Sokoto e presidente del Consiglio superiore islamico, Sa’ad Abubakar. L’esponente musulmano, che insieme a mons. Onaiyekan presiede il Consiglio interreligioso della Nigeria (NIREC), ha convenuto sul dovere dei leader religiosi nigeriani di smascherare la falsa idea che attribuisce alla religione la causa dei problemi. Diversa è stata invece la valutazione dei due esponenti religiosi sull’introduzione della Sharia in alcuni Stati del nord della Nigeria: secondo il Sultano Abubakar, essa non avrebbe avuto ripercussioni sui cristiani, mentre mons. Onaiyekan ha segnalato casi di cristiani che hanno dovuto sottomettersi alla legge islamica. (L.Z.)








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