Mons. Marchetto: no della Chiesa ai pregiudizi verso il turismo
Realtà e sfide del turismo oggi: al centro dei lavori dell’Incontro europeo aperto
stamane, nel Palazzo San Calisto a Roma, promosso dal Pontificio Consiglio della Pastorale
per i Migranti e gli Itineranti. Partecipano alla riunione vescovi e direttori nazionali
della pastorale del turismo di 20 Paesi, convocati nel 40.mo anniversario del Direttorio
“Peregrinans in terra”, pietra miliare di un nuovo cammino di impegno della Chiesa
rispetto all’allora nascente turismo di massa. Il servizio di Roberta Gisotti:
Non solo
“un incontro di formazione” “ma soprattutto una riunione di lavoro condiviso”, ricordando
il passato, guardando al presente e volgendo attenzione al futuro, tra ascolto e proposta
di idee ed esperienze, e condivisione anche di inquietudini. Così l’arcivescovo Antonio
Maria Vegliò - presidente del dicastero promotore - nel saluto di benvenuto ha incoraggiato
i convegnisti a contribuire alla fine dei lavori, domani, a far avanzare – ha detto
– “una risposta chiarificatrice” della Chiesa nel triplice campo della sua azione:
verso il “turismo in genere”, per conoscerlo in tutti i suoi aspetti e accompagnarlo
nella crescita, “indicandone pericoli e deviazioni”; verso il “turismo diretto ai
luoghi cristiani”, per mostrare “il vero significato” di questi siti “frutto di autentica
e profonda esperienza di fede” e verso il “turismo dei cristiani”, perché il loro
tempo libero sia orientato ad una “crescita umana e religiosa”.
“Il
turismo, – ha aggiunto l’arcivescovo Agostino Marchetto, segretario del medesimo dicastero
– oltre ad essere un’esperienza vitale, ha anche una dimensione umana che si deve
teologicamente discernere”. E, “per questo – ha spiegato – la Chiesa rifiuta atteggiamenti
di sfiducia precostituita e di sospetto nei riguardi del turismo”, una realtà “poliedrica”
e “trasversale” campo di “missione” evangelica. Da qui il proposito della Chiesa di
unire il suo contributo specifico agli impegni delle istituzioni civili che si occupano
di turismo - ha concluso il presule – nella convinzione che la pastorale del turismo
sia parte integrante di quella ecclesiale, rivolta non solo a chi viaggia, ma anche
a tutti gli operatori del settore.