Il cardinale Sandri: il viaggio del Papa in Terra Santa sarà di sostegno alla minoranza
cristiana
Non una classica guida di Terra Santa, ma una sorta di “diario” per accompagnare chi
vi si reca. E’ l’intento di “Terra Santa. Viaggio dove la fede è giovane” che propone
un pellegrinaggio di otto giorni raccontato con gli occhi dell’autore stesso, il giornalista
Giorgio Bernardelli. Alla presentazione del libro, ieri pomeriggio presso la nostra
emittente, è intervenuto tra gli altri il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della
Congregazione per le Chiese Orientali. C’era per noi Debora Donnini.
Le pietre,
i corsi d’acqua, i volti. Tutto in Terra Santa parla. Ed è per questo che l’autore
di “Terra Santa. Viaggio dove la fede è giovane”, Giorgio Bernardelli racconta un
percorso da lui stesso compiuto per attingere alle radici della fede cristiana, della
quale uno dei pilastri fondamentali è l’Incarnazione. La Terra Santa centrale per
il mondo, ieri, oggi e nel futuro. Il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione
per le Chiese Orientali ha voluto proprio sottolineare la missione di questa “piccola”
striscia di Terra mediorientale e la commozione di vedervi presto il Papa. Al cardinale
Leonardo Sandri abbiamo chiesto quali il significato, l’impatto per i cristiani
e in particolare per i cristiani delle Chiese Orientali:
R.
- Io credo che l’impatto della presenza del Papa nei luoghi di Pietro ma soprattutto
nei luoghi di Gesù, della Madonna, sarà per lui e per tutta la Chiesa un motivo di
incontro e per i cristiani orientali sarà un motivo di appoggio, di speranza, di sostegno
in questi tempi difficili per loro che vivono in un mondo difficile perché sono una
minoranza.
D. – Anche perché tante volte si è parlato,
ultimamente, dell’esodo dei cristiani dal Medio Oriente. In questo senso sarà un messaggio
importante…
R. – Sì, un messaggio importante e speriamo
che tutti i cristiani contribuiscano affinché i cristiani non debbano allontanarsi
o per motivi di guerra o per motivi di difficoltà nel poter esercitare la propria
vita religiosa.
Raccontati, dunque, non solo archeologia
e fede, ma anche sguardi e storie di chi oggi vive lì, cristiani, ebrei musulmani.
Per questo il custode di Terra Santa, padre Pierbattista Pizzaballa nella prefazione
ringrazia l’autore del libro per aver sottolineato ai giovani pellegrini la necessità
di partecipare a qualche liturgia locale e di “perdere tempo” per vivere questa Terra.
Perché? Perché anche un pellegrinaggio è “una storia viva”? Ci risponde lo stesso
Giorgio Bernardelli:
R. – Sì,
assolutamente. Una storia viva dove si incrociano tante cose. Credo che almeno tenere
insieme sia l’aspetto spirituale, biblico e l’aspetto della comunità che vive oggi
in Terra Santa, anche col suo dolore, con le ferite del conflitto, sia un atteggiamento
indispensabile per chi oggi va in Terra Santa.
D.
– Quale vuole essere il tuo contributo con questa guida?
R.
– Aiutare a fare qualche collegamento tra il centro che è appunto quella storia che
rileggiamo a partire dalle pagine della Scrittura, nei luoghi dove questa Scrittura
si è svolta, e l’ambiente della Terra Santa di oggi, perché contemplare il mistero
dell’Incarnazione vuol dire guardare a un Dio che entra in una storia che non si ferma.
Così
come a Nevè Shalom, l’oasi della pace, fondata dal domenicano padre Bruno Hussar:
un villaggio dove vivono insieme ebrei e arabi, cristiani e musulmani. Dove, come
a tutte le latitudini, non sempre si va d’accordo, non sempre tutto è facile, ma dove
per questo si impara che i conflitti vanno affrontati, perché segnano ogni uomo:
la pace non nasce da un’idea ma dai cuori di migliaia di singole persone. Così come
Gesù di Nazareth e tutta la storia di salvezza sono fatti, nomi e luoghi concreti
che ancora oggi coinvolgono nella più profonda e passionale delle storie d’amore.