I vescovi del Cile: il Paese non può rinunciare ai valori fondamentali
A conclusione della loro 97.ma Assemblea plenaria, che si è svolta la settimana scorsa,
i vescovi cileni hanno pubblicato il documento finale in cui rilevano che il Paese
non può rinunciare a valori fondamentali come la centralità della famiglia fondata
sul matrimonio, la dignità di ogni vita umana, la solidarietà con i più poveri, il
diritto- dovere dei genitori a educare i propri figli e, infine, la libertà religiosa”.
“Cristo è venuto al mondo come Signore della vita per annunciare e inaugurare il Regno
della vita e dunque- si legge nel documento - i vescovi desiderano “accompagnare
i figli e le figlie del Cile nelle loro speranza e gioie, ma anche nelle loro afflizioni
e dolori”. Ribadendo il magistero della Chiesa sulla sacralità ed intangibilità della
vita, i presuli lamentano che nella campagna elettorale sia stato introdotto quello
che è stato “falsamente chiamato aborto terapeutico” e dunque invitano i cristiani
a sapere discernere e a non dimenticare il loro dovere di difendere la vita in quanto
dono inestimabile di Dio. Per quanto riguarda la crisi sociale, economica e finanziaria,
si ricorda la necessità di affrontarla con “una visione cristiana” e perciò tenendo
presente l’importanza della “solidarietà non solo con i poveri, ma anche con i ceti
medi” ugualmente colpiti della situazione. D’altra parte, lanciano un appello allo
Stato la cui “responsabilità sociale” può fare molto, così come “gli imprenditori
e i lavoratori”: tutti possono impegnarsi per evitare “la perdita dei posti di lavoro”.
Con riferimento alle elezioni presidenziali e politiche in programma per i prossimi
mesi, l’Episcopato sottolinea l’importanza di un incontro nuovo con l’anima del Cile,
cioè con i suoi valori più profondi. Perciò i vescovi invitano i cristiani impegnati
in politica ad essere capaci di coltivare il dialogo e nello stesso tempo di offrire
una testimonianza di fede. I vescovi ricordano inoltre che durante i lavori della
loro Plenaria hanno riflettuto a lungo sulla questione ambientale e “sul contributo
che possono dare i cristiani” e annunciano un prossimo documento specifico e più elaborato
sulla materia che si ritiene dovrebbe essere una fondamentale priorità della nazione.
Infine, i vescovi cileni fanno sapere di aver scambiato idee e proposte sulla situazione
delle popolazioni indigene soffermandosi soprattutto sul problema “dell’identità e
cultura” di questi popoli e sulle difficoltà che trovano “nell’ambito di problemi
come la terra e i loro diritti”. Per i presuli occorre proteggere questi popoli “nella
cornice di un dialogo sincero e rifiutando la violenza”. (A cura di Luis Badilla)