Il cardinale Tauran: ci aspettiamo dai musulmani un impegno più deciso verso il rispetto
della libertà religiosa
“Ci sono in Europa un milione di persone che si recano regolarmente in sinagoga, in
chiesa, in moschea. Sono persone che desiderano vivere per Dio e in Dio. Rappresentano
un patrimonio spirituale ricchissimo che va messo a disposizione per l’Europa”. Con
queste parole, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio
per il Dialogo Interreligioso, ha concluso l’incontro dei delegati per le relazioni
con l’islam delle Conferenze episcopali europee che si è tenuto a Bordeaux. Il dialogo
tra musulmani e cristiani - ha aggiunto il cardinale Tauran - è “una grazia per noi
cristiani perché ci obbliga ad approfondire la nostra fede, in quanto non si dialoga
sull’ambiguità”. “Questo dialogo interreligioso – ha spiegato il porporato, le cui
parole sono state riprese dal Sir – ci dà anche la possibilità di manifestare ai nostri
amici che noi li rispettiamo”. “Ci attendiamo da loro un impegno più deciso soprattutto
verso una conoscenza obiettiva del cristianesimo e verso il rispetto della libertà
di coscienza e religione, così come vengono affrontati dai documenti internazionali”.
Il cardinale Jean Pierre Ricard, arcivescovo di Bordeaux e vice-presidente del Consiglio
delle Conferenze episcopali europee, ha affermato inoltre che l’Europa ha una responsabilità
unica: diventare laboratorio in cui cristiani e musulmani dimostrano al mondo che
è possibile “vivere insieme, in maniera armoniosa, con uno stile basato sulla comprensione
e il rispetto dell’altro”. In Europa ci sono anche “Paesi dove l’islam è in maggioranza
come in Bosnia ed Erzegovina, Albania e Turchia: “La loro presenza – ha osservato
il cardinale Ricard - cambia il quadro di riferimento storico, culturale e religioso
del Continente, che solo fino a pochi decenni fa era segnato dal cristianesimo”. Padre
Hans Vöcking, esperto di islam del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa,
ha sottolineato poi come i musulmani facciano parte “integrante delle società europee”.
Questa presenza – ha aggiunto padre Vöcking - necessita di una “riflessione diversa
che è al tempo stesso pastorale, sociale, caritativa e religiosa”. In Francia sono
almeno 5 milioni le persone di cultura e tradizione islamica. “L’Islam – ha spiegato
padre Christophe Roucou – è sempre più visibile” sul territorio francese. In Italia
si stima che i musulmani siano oltre un milione. “La presenza islamica nel Paese –
ha fatto notare don Gino Battaglia, responsabile dell’ufficio per l’ecumenismo e del
dialogo della Conferenza episcopale italiana – è estremamente plurale, frammentaria,
composita e complessa”. In Germania vivono circa 3,5 milioni di musulmani di cui il
75% è di origine turca. In Spagna i musulmani sono oltre un milione e 300 mila, provenienti
soprattutto da Paesi del Nordafrica. Secondo dati recenti, i musulmani in Europa sono
circa il 3 per cento della popolazione. Completamente diversa è la situazione in
Turchia dove su una popolazione di 75 milioni di abitanti, i cristiani sono solo 110
mila. Don Mauro Pesce, segretario generale della Conferenza episcopale turca, ha ringraziato
in particolare Benedetto XVI e tutti quei cristiani che “nell’Anno Paolino hanno fatto
visita in Turchia” partecipando ad “iniziative e pellegrinaggi che hanno dato una
maggiore visibilità ai cristiani del Paese”. (A.L.)