2009-04-26 14:22:31

Da oggi a Nairobi seminario sul tema "I media, riconciliazione e pace"


Introdurre i giovani africani al tema della comunicazione sociale come veicolo di rispetto e di pace. E’ l’obiettivo del seminario, incentrato sul tema “I media, riconciliazione e pace”, da oggi a Nairobi, in Kenya, su iniziativa del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. I giovani saranno chiamati, fino al prossimo 30 aprile, a riflettere sulle modalità con cui i nuovi media incidono nella loro vita. L’incontro è stato promosso con la collaborazione Associazione dei Membri delle Conferenze Episcopali dell’Africa Orientale (Amecea). Ma di cosa ha bisogno l’Africa? Philippa Hitchen lo ha chiesto all’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali: RealAudioMP3

R. - L’Africa ha bisogno di questo particolare coinvolgimento del Consiglio e vedere in che misura possiamo promuovere, stimolare, aiutare. Allora abbiamo pensato che il tema fondamentale è quello della formazione. Quando una persona, un giovane o una giovane hanno un nuovo cuore ed hanno delle nuove prospettive, sanno dare corpo a certe istanze delle loro culture. Allora il bello è proprio vedere emergere con forza ciò che queste persone portano nel loro cuore, nel loro “dna culturale”. Il problema dunque, non è imporre certe visioni dall’Occidente, ma dare a loro le possibilità di fare esprimere, di fare emergere e di far crescere questi valori.

 
D. – In che modo avete coinvolto i giovani di questa area africana?

 
R. - Abbiamo chiesto ai vescovi di questi Paesi, di scegliere dieci giovani di ogni Paese perché vogliamo dedicare appunto questo seminario ad un centinaio di giovani, coinvolgendoli, facendoli crescere umanamente ed intellettualmente per far sì che poi certe istanze, proprie del mondo africano, possano emergere per dare frutti di riconciliazione e di pace.

 
D. – Avete altri progetti ?

 
R. - Già ho parlato con i vescovi del gruppo della Cerao: cercheremo di fare anche nell'area dell'Africa francofono dei nuovi seminari perché vogliamo far sì che, poco a poco, i giovani trovino questo sbocco di attività. Si deve fare in modo che le nuove tecnologie diano ai media una nuova anima che è un’anima con profondi valori umani. Un'anima che ha dei profondi valori cristiani, come loro supporto, ma poi, un’anima che dia anche espressione a questi valori, anche africani, che sono fondamentali per uno sviluppo armonico delle varie società.

 
D. – Il vostro Consiglio provvede a questa formazione. Ci vogliono però molti fondi per sostenere questo tipo di progetto. Cosa pensate di fare?

 
R. – Il Pontificio Consiglio non ha dei fondi particolari per queste iniziative, quindi stiamo cercando sponsor, aiuti economici per far sì che questi progetti diventino realtà e si possano moltiplicare perché più passa il tempo e più questo è un tempo perduto. Noi riteniamo che ci debba essere questo sviluppo sempre più articolato e ricco; le confesso che io spero, in prospettiva, che il nuovo sinodo delle Chiese africane, in programma a Roma in ottobre, porti ad una riconsiderazione, ad un ripensamento, ad un approfondimento del grande contributo che i media possono dare, non solo alla missione evangelizzatrice della Chiesa ma anche a questa promozione di valori umani. L’evangelizzazione comporta questi valori umani ma noi riteniamo anche che sia utile questa particolare sottolineatura. L’Africa ha bisogno di riscoprire cosa significhino riconciliazione e pace.

 
D. – Alcuni di questi Paesi vivono ancora situazioni di estrema difficoltà, di conflitto; cioò costituisce un problema anche per questo seminario?

 R. – Sì, ad esempio sappiamo che i giovani dell’Eritrea non potranno venire. Io mi auguro che pian paino queste difficoltà possano essere superate perché è molto importante, per i giovani, lavorare insieme, e vedranno come, insieme, possono costruire ponti, messaggi di riconciliazione, di pace, nella regione.







All the contents on this site are copyrighted ©.