Sri Lanka: a un anno dall’uccisione di padre Killi
“Gli assassini hanno voluto uccidere la verità, l’amore e la comprensione” sono state
le parole pronunciate dal sacerdote anglicano reverendo Sathivel alla commemorazione.
Mariampillai Xavier Karunaratnam, per tutti padre Killi, è stato un martire della
guerra che in Sri Lanka si consuma tra l’esercito ed i Tigri Tamil. Aveva appena celebrato
la messa alla chiesa Maangku’lam e stava tornando alla sua parrocchia di Vannivi’laangku’lam,
quando alle 12.30 circa del 20 aprile del 2008 la sua macchina è saltata in aria sulla
strada Mallaavi-Vavunikkulam a Vanni. Il ricordo del sacrificio del direttore della
ong North East Secretariat on Human Rights (NESoHR) è stato diffuso in rete da una
nota dell’agenzia Asia News, che riferisce come “amici, sacerdoti cattolici e anglicani,
fedeli laici, attivisti della società civile e membri del Christian Solidarity Movement
(Csm) lo hanno ricordato con una celebrazione nella capitale”. Padre Killi, sacerdote
clarettiano, di origine tamil, è stato un esempio per la riconciliazione tra singalesi
e tamil. Ha speso la vita per aiutare le vittime della guerra nel nord dello Sri Lanka,
per questo motivo la sua perdita è stata particolarmente sentita nel processo di pacificazione
locale. Le sue giornate trascorrevano nell’aiuto alle popolazioni povere e bisognose
del Vanni, provate da 25 anni di guerra, e per far conoscere la loro situazione drammatica
agli abitanti del sud dello Sri Lanka. “Egli ha creduto sino in fondo che la soluzione
concreta può essere trovata solo in un continuo dialogo tra le due comunità”, ha detto
padre Iddamalgoda. Tamil e cingalesi erano presenti per onorare la memoria di padre
Killi alla celebrazione, tenutasi nei locali del Centre for Society (CSR), Maradana
di Colombo. “Egli ha creduto sino in fondo che la soluzione concreta può essere trovata
solo in un continuo dialogo tra le due comunità - ha aggiunto padre Iddamalgoda -
ed è stato lui stesso a farsi ponte tra di esse. Questa sua incrollabile certezza
è importante per noi oggi”. Sri Lanka spezzato in due parti, nord e sud, unite dalla
speranza di una nuova Pentecoste come auspica il reverendo Sathivel: “Oggi viviamo
tutti nella paura come i discepoli vissero dopo la crocifissione di Gesù. Ma, lo Spirito
Santo li visitò e scese su di loro, la loro paura scomparve e iniziarono la missione
di Gesù”. (A.V.)