2009-04-22 15:43:24

Turchia: a 10 anni dal sisma la Caritas vigila sulle opere in corso


Intenso viaggio di ricognizione della Caritas italiana, ad inizio mese, in Turchia sui luoghi distrutti dal terribile terremoto, avvenuto il 17 agosto del 1999. La delegazione, guidata dal presidente, mons. Giuseppe Merisi, era costituita da don Livio Corazza, responsabile del servizio Europa della Caritas italiana, Terry Dutto, operatore incaricato per il Paese, e da Rinaldo Marmara, direttore di Caritas Turchia. Dell’itinerario compiuto ne dà notizia l’Osservatore Romano, che rilancia le parole pronunciate nella celebrazione eucaristica a Efeso da mons. Merisi: “coraggio, abnegazione e spirito di solidarietà aperta a tutti”, le doti che accompagnano l’impegno turco della Chiesa e della Caritas locale. Dieci anni dopo si raccolgono i frutti seminati nelle terre martoriate grazie alla generosità di numerosi benefattori. Tante le opere di assistenza avviate dalla Caritas in questo decennio: si va dal sociale all’accoglienza, assistenza e cura fino alle iniziative culturali e mediche. Si è discusso dei progetti solidali dislocati in varie zone e degli eventuali problemi, sorti in corso d’opera, con i rispettivi vescovi, direttori Caritas diocesani ed il direttore di Caritas Turchia, Marmara. La visita si è svolta nei punti caldi del territorio, dove quasi 10 anni fa sono morte circa 15 mila persone. Istanbul, come centro del coordinamento della Caritas Turchia, le sedi vescovili regionali corrispondenti alle relative Caritas di Iskenderun (Anatolia) e Izmir (Smirne), i luoghi visitati dalla delegazione italiana, che ha inaugurato anche un densitometro, uno speciale strumento medico per la diagnosi della osteoporosi, donato dalla stessa Caritas italiana all’ospedale Surp Agop (San Giacomo) guidato dalla comunità armena. Di fatto, in Turchia, si nota come i cattolici facciano parte di comunità di rito diverso, ognuna con i propri vescovi di riferimento in Istanbul: armeni, caldei, siriaci, latini. Ad Istanbul vi sono programmi di assistenza e sostegno alla formazione di rifugiati in fuga dai loro Paesi di origine, in particolare dall’Armenia, di recente l’Iraq, prima dal Rwanda e Zaire, con un programma di studio, assistenza e formazione a favore di adolescenti a rischio, grave piaga di una città che conta circa 20 milioni di abitanti. La comunità caldea ha beneficiato di un contributo per la ricostruzione della facciata distrutta dallo scoppio di una bomba lanciata verso l’ambasciata inglese a Istanbul. Ad Antiochia è stato visitato nella parrocchia della diocesi di Iskenderun il complesso edilizio Millenium, costruzione di diciassette appartamenti, costruito da Caritas italiana. La struttura è stata donata alla comunità ortodossa che può organizzare le attività per i suoi fedeli, assegnando gli appartamenti a famiglie con anziani. A Izmir, oltre la copertura dei costi di struttura dell’ufficio, composto da tre persone e una volontaria, due opere notevoli sono state realizzate presso il Centro di studio e formazione di persone artistiche, che oggi cura 156 soggetti, da bambini oltre i tre anni ad adulti fino ai trentacinque anni. A Buca, località a Izmir, costruita una casa per l’assistenza e la cura di persone anziane, al momento una quindicina. Non mancano ulteriori opere di assistenza affiancatesi nel tempo, conseguenze di altre calamità naturali, come il terremoto di Bingol e l’alluvione di Mersin. Un filo “caritativo” lega l’Italia alla Turchia nell’opera di ricostruzione seguita immediatamente dopo il tragico terremoto dell’99. Dalle macerie è risorta la speranza. (A.V.)







All the contents on this site are copyrighted ©.