Sri Lanka: appello della Caritas per aiutare i civili in fuga. Dal Tamil Nadu accuse
di genocidio
In Sri Lanka il governo ha reso noto che 62 mila rifugiati sono fuggiti dalla zona
teatro del conflitto tra esercito e ribelli tamil. Gli sfollati sono stati accolti
in tendopoli allestite dalla Croce Rossa. Ma nel nord est del Paese la situazione
è drammatica: decine di migliaia di civili sono ancora bloccati nella piccola striscia
di terra di circa 21 chilometri quadrati controllata dai ribelli. “La gente – ricorda
la Caritas in un comunicato - affronta sofferenze terribili perché è quotidianamente
sotto attacco”. Molti bambini sono intrappolati nella zona di guerra, mancano acqua
e cibo e la popolazione è costantemente in fuga. La priorità adesso è quella di soccorrere
i civili. La Caritas Internationalis, che aiuterà oltre 100 mila persone, ha lanciato
un appello per raccogliere oltre 1.800.000 euro. L’organizzazione umanitaria ha chiesto
inoltre a governo e ribelli di garantire una cornice di sicurezza per i civili. Secondo
il gesuita padre A. Santhanam, sacerdote indiano di origini tamil, “nello Sri Lanka
è in atto un genocidio”. Parlando con AsiaNews, il religioso afferma che “centinaia
di migliaia di innocenti tamil vengono massacrati dall’esercito e siamo profondamente
angosciati dalle sofferenze inumane inflitte ai nostri fratelli e alle nostre sorelle
dello Sri Lanka”. Tra gli abitanti dello Stato indiano del Tamil Nadu, abitato da
una popolazione a forte maggioranza di etnia tamil, girano foto scioccanti: corpi
di bambini amputati, cadaveri ammucchiati, donne sventrate e decapitate. Le cifre
che si diffondono con il passa parola parlano di decine di morti ogni giorno tra i
civili del nord dello Sri Lanka. “C’è grande angoscia tra i tamil di qui”, afferma
padre Santhanam. “Siamo fratelli e sorelle, ci divide solo una striscia di mare dai
tamil dello Sri Lanka, ma noi ci sentiamo una cosa sola con loro”. Durante i 25 anni
di guerra, nello Stato indiano hanno trovato rifugio quasi centomila profughi tamil
dell’isola. Per aiutarli il Jesuit Refugee Services organizza corsi di educazione
di base per i bambini e formazione e avviamento professionale per ragazzi e adulti.
Padre Santhanam ricorda che la comunità tamil dell’India da tempo chiede l’intervento
internazionale per porre fine alla guerra: cortei, scioperi della fame e manifestazioni
si sono svolti in diverse città anche nel mese di aprile. (A.L.)