Reazione della Santa Sede alle parole del capo di Stato dell'Iran alla Conferenza
di Ginevra: no a "posizioni politiche estremiste e offensive"
Le contestazioni al presidente iraniano, Ahmadinejad - reo di avere profittato di
una tribuna dell’ONU per lanciare, ancora una volta, invettive antisemite contro Israele
- hanno segnato l’avvio ieri a Ginevra della seconda Conferenza delle Nazioni Unite
contro il razzismo, la discriminazione razziale e la xenofobia. E, dopo la bufera
che ha visto 23 delegazioni europee abbandonare l’aula durante l’intervento di Ahmadinejad,
oggi il clima sembra rasserenato dall’intenzione di portare avanti le istanze della
Conferenza. Il servizio di Roberta Gisotti:
Pioggia
di critiche sull’intervento, ieri pomeriggio, di Ahmadinejad “vile, vergognoso e odioso”
denunciano gli Stati Uniti, infarcito di “follia” e “violenza”, rimarca il presidente
israeliano Peres, “un appello intollerabile all’odio razziale”, protesta la Francia,
invocando “estrema fermezza” dall’Unione Europea, che in una nota stampa, respinge
le accuse di razzismo del leader iraniano contro Israele, ma conferma che le delegazioni
presenti a Ginevra - 23 su 27 - vi resteranno, eccetto la Repubblica ceca, presidente
di turno dell’UE, che ha deciso di abbandonare la Conferenza in segno di protesta,
unendosi a Germania, Italia, Olanda e Polonia e - fuori dai confini dell’Unione -
a Stati Uniti, Israele, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Grande il rammarico del
segretario generale dell’ONU, Ban ki-moon, che ieri mattina - senza buon esito - aveva
incontrato il presidente iraniano, mentre l’Alto Commissario per i diritti umani,
Navi Pillay, crede che la “miglior replica” sia quella “di rispondere e correggere,
non di ritirarsi e boicottare” la Conferenza. Le parole di Ahmadinejad sono oggi su
tutti gli organi stampa del mondo. Nel mirino del presidente iraniano tutti i Paesi
occidentali che avrebbero usato l’Olocausto, “il pretesto della sofferenza degli ebrei”,
per insediare dopo il ’45 nel cuore del Medio Oriente un “governo razzista”.
“Il
sionismo mondiale - ha detto Ahmadinejad - personifica il razzismo”. E accuse poi
rivolge agli Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU complici da 60 anni di
questo progetto. Trenta minuti d’invettive, applaudite a più riprese da alcuni e contestate
dalle grida “razzista, razzista” di alcuni manifestanti, mentre i diplomatici europei
hanno prontamente abbandonato l’aula. Rientrato stamane a Teheran, Ahmadinejad è stato
accolto come un eroe, mentre una folla di studenti militanti fondamentalisti gridava
“Morte all’America”. “Parteciperò a tutte le Conferenze internazionali nonostante
il volere dell’Occidente”, che non tollera chi gli si oppone, ha dichiarato il leader
iraniano. Ed oggi il giornale governativo “Iran” titola: “Il grido di giustizia nel
cuore dell’Europa fa infuriare i razzisti occidentali”. Si è verificato dunque a Ginevra
quanto paventato alla vigilia, ma il clima tra i partecipanti, nonostante tutto, resta
costruttivo. L’Unione Europea chiede - archiviato, si spera, il capitolo Ahmadinejad
- “che la Conferenza si svolga in uno spirito di reciproco rispetto e di dignità”,
nella speranza - aggiungiamo noi - che le cronache future fino alla giornata conclusiva
dei lavori, venerdì 24, possano testimoniare che questo auspicio è stato raccolto. L'auspicio
dell’Unione Europea è condiviso sostanzialmente dalla Santa Sede, presente a Durban
con una sua delegazione, guidata dall’osservatore permanente all’Onu di Ginevra, l’arcivescovo
Silvano Maria Tomasi. E giunge oggi dalla Sala Stampa Vaticana una nuova precisazione,
della quale ci riferisce Alessandro De Carolis:
Già nella
serata di ieri, dopo l’intervento del presidente iraniano, Ahmadinejad alla conferenza
di Durban II di Ginevra, la Sala Stampa della Santa Sede aveva effettuato alcuni commenti,
attraverso il suo direttore, padre Federico Lombardi. Questa mattina, in aggiunta
alle precedenti affermazioni, la Sala Stampa ha diffuso una ulteriore nota nella quale
si rimanda anzitutto alle parole di Benedetto XVI, il quale - si ricorda - al Regina
Coeli di domenica scorsa aveva formulato “sinceri voti” affinché “i Delegati presenti
alla Conferenza di Ginevra lavorino insieme, con spirito di dialogo e di accoglienza
reciproca, per mettere fine ad ogni forma di razzismo, di discriminazione e intolleranza,
segnando così un passo fondamentale verso l’affermazione del valore universale della
dignità dell’uomo e dei suoi diritti, in un orizzonte di rispetto e di giustizia per
ogni persona e popolo”.
Di conseguenza, prosegue
la nota odierna della Sala Stampa Vaticana, “la Santa Sede deplora l’utilizzazione
di questo forum dell’ONU per assumere posizioni politiche, estremiste e offensive,
contro qualsiasi Stato. Ciò - si afferma - non contribuisce al dialogo e provoca una
conflittualità inaccettabile. Si tratta, invece, di valorizzare tale importante occasione
per dialogare insieme, secondo la linea di azione che la Santa Sede ha sempre adottato,
in vista di una lotta efficace contro il razzismo e l’intolleranza che ancor oggi
colpiscono bambini, donne, afro-discendenti, migranti, popolazioni indigene, ecc.
in ogni parte del mondo. La Santa Sede - conclude la nota - mentre rinnova l’appello
del Papa, assicura che con tale spirito la sua Delegazione è presente e lavora alla
Conferenza”.