2009-04-21 15:36:41

Per Bartolomeo I la risurrezione è l'unica risposta alla disperazione dell'uomo di oggi


Sulla vittoria della vita sulla morte e la speranza che fa nascere la risurrezione del Dio Uomo negli uomini, è impostato il messaggio pasquale del Patriarca ecumenico Bartolomeo, che vuole anche essere una risposta a coloro che, come i pensatori Nietsche e Sartre, e i loro seguaci, annunciano la morte di Dio. Queste dichiarazioni dei filosofi atei, rileva Bartolomeo, hanno sicuramente turbato le coscienze degli uomini. Ne è derivata una grande confusione nel campo dello spirito e della letteratura, dell’arte e pure di una certa teologia e, specialmente in Occidente, si è iniziato a dar voce anche a una “Teologia della morte di Dio”. La Chiesa naturalmente - sottolinea il Patriarca nel messaggio ripreso dall'agenzia AsiaNews - non ha mai avuto e non ha alcun dubbio che Dio sia morto. Questo è avvenuto nel 33 d.C., sul monte Golgota, a Gerusalemme, durante Ponzio Pilato, il governatore romano della Giudea. Dopo aver sofferto una passione inaudita, è stato crocifisso come un malfattore e, verso l’ora nona del venerdì, disse “E’ compiuto!” e rese lo spirito. Fin qui concordiamo con i filosofi. Accetteremmo anche che la chiese, i templi, siano dette “le tombe”, “i sepolcri” di Dio!. Tuttavia, continua Bartolomeo, noi conosciamo, viviamo e adoriamo il Dio vivente, come “un morto che è a capo della vita che dopo la tremenda passione sofferta è risorto. E questa, la risurrezione, è allo stesso modo una realtà storica innegabile che ha delle conseguenze benefiche su tutti noi per tutti noi. E’ risorto il Figlio di Dio, il Quale è allo stesso tempo anche Figlio dell’Uomo! E’ risorto Dio, con tutto il bagaglio dell’umanità: il Corpo che ha preso dalla natura immacolata della Santissima Madre di Dio, e la Sua Santa Anima. E’ risorto dai morti, “ha rigenerato Adamo risorgendo come Amico degli uomini”. E con Lui è risorto il vero sole della giustizia. Dobbiamo essere grati, conclude il Patriarca Ecumenico, che Dio è morto, perché la Sua morte è divenuta la nostra vita e risurrezione! Per fortuna, quindi, esistono tanti “sepolcri” nel mondo, tanti santi templi, dove può entrare liberamente colui che è addolorato, per liberarsi dalla propria morte. Per fortuna che esistono le chiese del Cristo Crocifisso, Morto, Risorto ed eternamente Vivente, in quanto l’uomo di oggi che vive nella disperazione, perché tradito da tutti i suoi idoli, da tutti i “deùcci” dalle idee fallaci, che gli hanno rubato il cuore, cioè l’economia, l’ideologia, la filosofia, la metafisica di questo tempo, trova rifugio, consolazione e salvezza. (R.P.)







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