Camerun: la Chiesa istituisce un'unità operativa contro la tratta dei bambini
La Commissione Giustizia e Pace della Chiesa camerunese ha istituito nell’arcidiocesi
nord-occidentale di Bamenda un’unità di protezione e riabilitazione dei bambini vittime
della tratta di esseri umani. L’obiettivo – riferisce l’agenzia cattolica africana
CISA - è di proteggere i soggetti più esposti a questo turpe traffico, particolarmente
diffuso nei Paesi che si affacciano sul Golfo di Guinea: Camerun, Togo, Nigeria e
Benin. “La tratta di esseri umani è contraria ai valori del Vangelo e Giustizia e
Pace ha alzato un cartellino rosso contro i trafficanti”, ha spiegato la coordinatrice
della Commissione diocesana Laura Naddin Ngwa al quotidiano “Cameroon Tribune”.
Casi di bambini rapiti, o addirittura venduti dai loro genitori non sono rari in questa
regione del Camerun: “Negli ultimi tempi più di 50 vittime sono state identificate
nelle enclaves di Boyo, Bui e Donga Mantung che sono i principali serbatoi di rifornimento
di bambini schiavi a causa della povertà dei loro genitori”, ha denunciato la responsabile.
Le misure predisposte dall’arcidiocesi contro questa piaga comprendono campagne di
prevenzione, la costituzione di gruppi di vigilanza nelle comunità e l’assistenza
psicologica e il sostegno alle giovani vittime. Nella prevenzione rientra soprattutto
l’informazione: così la popolazione viene messa in guardia sulla sorte che tocca ai
bambini venduti, che spesso finiscono nel giro della prostituzione. Essa sta inoltre
premendo sulle autorità locali per chiedere l’introduzione del carcere per i trafficanti,
ma anche per i genitori che vendono i propri figli: “Il commercio di esseri umani
- spiega la coordinatrice di Giustizia e Pace - è anche una forma di violenza e ai
genitori diciamo di amare e proteggere e di non dare via i loro bambini, perché essere
umani e rispettati risponde alla volontà di Dio, mentre essere venduti o comprati
a scopo di sfruttamento è una cosa diabolica”. Come si ricorderà, quello della tratta
di esseri umani è stato uno dei temi “caldi” del recente viaggio in Africa di Benedetto
XVI. Al suo arrivo a Yaoundé, il Santo Padre aveva ricordato che in un Continente
“che, nel passato, ha visto tanti suoi abitanti crudelmente rapiti e portati oltremare
a lavorare come schiavi, il traffico di esseri umani, specialmente di inermi donne
e bambini, è diventato una moderna forma di schiavitù.” (L.Z.)