Terremoto in Abruzzo. Con noi il premier Berlusconi e la testimonianza del parroco
di Onna
A due settimane dal terremoto che ha provocato 295 morti, prosegue lo sciame sismico
in Abruzzo. Vanno avanti, intanto, le indagini della Procura dell’Aquila, per accertare
eventuali responsabilità dei crolli successivi al sisma. Sentiamo Giampiero Guadagni:
E, intanto,
proseguono i rilievi degli oltre 1.500 tecnici giunti da tutta Italia. Tre case su
quattro sono immediatamente agibili o saranno agibili nel giro di un mese – ha detto
il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi – il quale ha poi assicurato che il
governo provvederà a finanziare il 100% della ricostruzione. Ma ascoltiamo proprio
il premier Berlusconi, al microfono del nostro inviato all’Aquila, Salvatore Sabatino:
R. – La cosa
importante adesso è che noi riusciamo nell’opera di approntamento di nuove case e
di ricostruzione ad avere tempi brevi, perché la permanenza in tenda non può prolungarsi
troppo. Dopo la prima parte, che è di novità, di speranza, di pericolo scampato, può
subentrare una fase di malinconia o addirittura di disperazione, se non si vede il
finale di questo soggiorno, che poi può anche dare luogo a sentimenti di rabbia. Questo
noi lo sappiamo per le precedenti esperienze e quindi stiamo lavorando al progetto
di questi nuovi insediamenti, che dovremmo fare con tecniche ipermoderne e che dovrebbero
consentire di darci delle abitazioni assolutamente confortevoli nel giro di cinque
o sei mesi.
D. – Girando per le tendopoli ci si rende conto anche di questo
grande senso di unità del Paese: sono venuti davvero da ogni luogo...
R. –
Sì, dal male, che è grande per i 300 morti, che è grande per le condizioni di disagio,
che è grande per il lavoro improbo, immane di ricostruzione, sta venendo fuori anche
un bene, che è un sentimento di solidarietà di tutti gli italiani, che superando qualsiasi
divisione politica e anche regionale, si sono uniti in questa opera di solidarietà
nei confronti degli altri cittadini italiani, che hanno subito questa tragedia. Si
è rivelato un sentimento di orgoglio di essere italiani.
Ed il 28 aprile
prossimo il Pontefice visiterà i luoghi simbolo del terremoto in Abruzzo: la Casa
dello Studente e la Basilica di Collemaggio a L’Aquila, Onna ed infine Coppito, dove
sorge la Caserma della Guardia di Finanza, sede operativa della grande macchina dei
soccorsi.
Ma andiamo proprio ad Onna, piccolo centro a pochi chilometri dal
capoluogo abruzzese, che più di altri è stato colpito dal sisma; il 90% delle sue
abitazioni è crollato durante la prima scossa del 6 aprile notte, con un bilancio
di 40 morti su 350 abitanti. Il nostro inviato, Salvatore Sabatino, ha incontrato
il parroco di Onna, don Cesare Cardoso, che ha annunciato all’intera comunità l’arrivo
del Pontefice. Ascoltiamo:
R. – Vedere
tra noi il pastore della Chiesa universale, il Papa, è una cosa che davvero ci incoraggia
nella nostra fede, ci dona tanta speranza e richiama su tutti quanti noi l’attenzione
per avviare una ricostruzione sia morale che delle case e del paese.
D. –
Se avesse la possibilità di chiedere qualcosa a Benedetto XVI che cosa chiederebbe?
R.
– Certo al Papa dobbiamo chiedere le sue preghiere per noi, la sua vicinanza non solo
con la preghiera, ma attraverso le innumerevoli vie che il Sommo Pontefice ha, per
far parlare del nostro paese nel mondo, in questa situazione particolare.
D.
– C’è un senso di solidarietà – è evidente dall’esterno - che ha unito tutto il Paese,
tutta l’Italia...
R. – Siamo stati – voglio usare questa frase – abbracciati
da tutta l’Italia, da tutti gli italiani, da tutta l’Europa e da tutto il mondo. Ci
siamo sentiti incoraggiati, rasserenati che non ci lasceranno soli.
D. – Qual
è la speranza che lei ha per il prossimo futuro, per la sua comunità?
R. –
La nostra speranza è Cristo. La nostra speranza è di poter riprenderci quanto prima
possibile e incominciare con tanta pazienza, con tanta serenità e con tanta voglia,
affinché tutte le cose, non solo strutturali ma interiori e spirituali, degli abitanti
di questo Paese cambino.
E ieri la terra ha tremato anche in Piemonte.
Alle 14.49 l’Istituto nazionale di vulcanologia ha registrato una scossa di magnitudo
3.9 sulla scala Richter. L’epicentro del sisma, che non ha provocato danni, è stato
registrato a Bra, in provincia di Cuneo. Secondo gli esperti, comunque, il Piemonte
resta una regione a bassa pericolosità sismica.