2009-04-20 15:03:24

Tentativi per sciogliere la tensione sulla questione nucleare in Corea del Nord


Il ministro degli Esteri russo, Lavrov, sarà in Corea del Nord mercoledì 22 o giovedì 23 aprile per discutere le conseguenze del recente lancio del missile-satellite e del futuro dei negoziati a sei sulla denuclearizzazione della penisola coreana. I negoziati a sei - in stallo da dicembre 2008 e abbandonati da Pyongyang dopo la condanna del Consiglio di sicurezza Onu per il lancio del missile-satellite del 5 aprile scorso - coinvolgono le due Coree, gli Usa, la Russia, la Cina e il Giappone. Da parte sua, il capo dell'AIEA (Agenzia internazionale per l'energia atomica), Mohamed El Baradei, in una conferenza stampa a Pechino, ha lanciato un appello per una ripresa rapida dei negoziati a sei sul programma di denuclearizzazione della Corea del Nord e per permettere un ritorno dei suoi ispettori nel Paese.

Ottimismo per la questione nucleare sul fronte dell’Iran
La questione nucleare è aperta anche in relazione all’Iran. Su questo fronte, sempre il segretario generale dell'Aiea, El Baradei, si è detto “molto ottimista” sull'esito degli sforzi per risolvere il dossier sul programma nucleare dell'Iran - che l'Occidente accusa di nascondere la ricerca di armi atomiche - alla luce delle aperture avanzate di recente sia da Washington che da Teheran. “Sono “estremamente contento del cambiamento della politica degli Stati Uniti, che abbandonano la contrapposizione per il dialogo e il mutuo rispetto”, ha dichiarato in una conferenza El Baradei da Pechino, dove partecipa ad una Conferenza internazionale sull'energia atomica.

Esplosione in miniera in Iran
Dodici persone sono morte in seguito a un'esplosione in una miniera di carbone presso la città di Zarand, nel sud dell'Iran. Lo scoppio è stato provocato da una fuga di metano, ha detto il governatore della città nella provincia di Kerman, Hassan Rahmani. Nella stessa miniera, nel 2005, c'era stata un'altra esplosione che provocò la morte di nove operai.

Pakistan
Un duro scontro è avvenuto nelle ultime ore nella Orakzai Agency, una delle aree tribali del Pakistan alla frontiera con l'Afghanistan, fra militanti talebani e un reparto dell'esercito, con un bilancio di vittime che varierebbe fra 10 e 20. Secondo fonti locali, un commando di uomini di Hakimullah Mehsud, braccio destro nella zona del temibile Baitullah Mehsud, hanno attaccato uomini della sicurezza nella Orakzai Agency. In risposta, elicotteri da guerra si sono levati in volo ed hanno bombardato la zona.

Nelle ultime ore attentati a Baquba e Falluja
Nella città irachena di Baquba un attentatore suicida si è fatto esplodere ad un posto di blocco uccidendo almeno tre soldati americani e quattro poliziotti iracheni. Nella città di Falluja, due bimbi sono rimasti uccisi in un attentato contro un capitano dell'esercito iracheno.

Medio Oriente
Il premier israeliano, Benyamin Netanyahu (Likud), è pronto ad impostare negoziati di pace con i palestinesi senza condizioni preliminari. Ma nel corso di quelle trattative i palestinesi dovranno “riconoscere Israele come lo Stato nazionale del popolo ebraico”. Netanyahu ha pubblicato questo comunicato dopo aver maturato la sensazione che mezzi stampa locali avessero frainteso la sua linea politica. Da parte sua, il negoziatore capo palestinese, Saeb Erekat, ha lamentato che ancora il nuovo governo israeliano “deve esprimere un impegno sincero per la soluzione dei due Stati, per la sospensione della colonizzazione e per altre questioni su cui si sono impegnati i governi precedenti”. Da parte sua, l'emissario americano per il Medio Oriente, George Mitchell, ha parlato oggi del rilancio del processo di pace con re Abdullah dell'Arabia Saudita, ultima tappa della sua prima missione nella regione per conto dell'amministrazione democratica di Obama. Prima dell'Arabia Saudita, Mitchell ha visitato Israele, i Territori palestinesi e l'Egitto.

Vince l’opposizione alle elezioni nella Repubblica turca di Cipro
Novità alle elezioni svoltesi ieri nella Repubblica turca di Cipro. Il Partito di unità nazionale, finora all’opposizione, ha vinto nettamente le consultazioni legislative, ottenendo la maggioranza assoluta dei seggi parlamentari. Il risultato pone una serie di interrogativi sul futuro dei negoziati con la parte greco-cipriota per la riunificazione dell’isola e sull’ingresso in Europa della Turchia, alla quale Bruxelles chiede di favorire la soluzione della divisione di Cipro. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Furio Morroni, responsabile della sede Ansa di Ankara:RealAudioMP3

R. - La vittoria è stata netta. Il Partito nazionalista eletto si è aggiudicato il 44 per cento dei voti. Questo farà sì che l’ex premier, Dervis Eroglu, potrà con 26 seggi su 50 in parlamento costituire un governo monocolore. Naturalmente, il presidente turco-cipriota, Mehmet Ali Talat, resterà al suo posto, ma la forte presenza del partito di unità nazionale ne limiterà senz’altro la possibilità di manovra negoziale con la parte greco-cipriota per la riunificazione dell’isola. I negoziati sono stati lanciati lo scorso settembre da Talat, assieme al presidente greco-cipriota, Dimitris Christofias. I due hanno una visione abbastanza comune per uno Stato unico su base federale. Il partito di unità nazionale pretende invece la divisione dell’isola in due Stati, con un’adesione più vicina alla politica estera della Turchia. Va ricordato che alla Turchia, però, occorre al più presto una soluzione al problema cipriota, perché è una precondizione per l’adesione della Turchia all’Unione Europea.
 
D. - Con la vittoria dei nazionalisti sembra messo in crisi lo scenario europeo...
 
R. - È in crisi e rischia di allontanarsi, perché qualora dovessero fallire i negoziati, si tornerebbe a 37 anni fa, quando c’erano a Cipro, appena occupata militarmente, 100 mila soldati turchi.
 
Sri Lanka
Mattina di alta tensione in Sri Lanka dove l'esercito, dopo aspri combattimenti, è riuscito a liberare dai 30 ai 35 mila civili intrappolati dall'Esercito di Liberazione delle Tigri Tamil (LTTE) nel nordest dello Sri Lanka. Lo riferiscono fonti governative. Secondo le stesse fonti, durante la fuga dei civili un kamikaze si è fatto esplodere, uccidendo almeno 17 persone. Secondo Tamilnet, aspri scontri sono in corso dalla notte vicino alla zona dei laghi e i militari avrebbero lanciato un razzo contro l'ospedale di Puthumaaththàlan, costringendo i pazienti alla fuga.
Nepal
Il governo maoista del Nepal e i vertici dell'esercito sembra siano impegnati da alcuni giorni in un serrato confronto, al punto che il primo ministro, Pushpa Kamal Dahal, ha chiesto al comandante dell'esercito, il generale Rookmangad Katawal, di dimettersi volontariamente. Un incontro fra il premier e Katawal, avvenuto nel palazzo del governo, si è concluso con un nulla di fatto. Successivamente, il ministro della Difesa ha inviato una lettera urgente all'alto ufficiale chiedendo chiarimenti su tre argomenti che hanno sorpreso il governo. Si tratta della politica di reclutamento del personale, del prepensionamento di otto generali e della decisione di abbandonare i Giochi nazionali per la presenza di una squadra dell'Esercito di liberazione del popolo (Pla).

Messico
Almeno un centinaio di feriti, di cui 36 in modo grave: è il bilancio, ancora provvisorio, di un incidente ferroviario causato dello scontro tra due convogli, la scorsa notte, su una linea extra urbana di Città del Messico, nel municipio di Tlalnepantla. Molto complesse le operazioni di recupero dei 600 passeggeri. Il segretario per le Comunicazioni, Gerardo Ruiz, ha parlato di “errore umano” ed ha aggiunto che l'impresa dei trasporti ferroviari extraurbani potrebbe ricevere “gravi sanzioni”, compreso il "ritiro della licenza". (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)  Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 120
 
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