Orissa: gli estremisti obbligano i cristiani a votare i partiti indù
“Fai la croce sul loto!”. È la minaccia che i cristiani del villaggio di Gujapanga,
nel nord del Kadhamal, si sono sentiti ripetere ai seggi elettorali il 16 aprile,
all’inizio della tornata elettorale in India. Il loto è il simbolo del Bharatiya Janata
Party (Bjp) e i sostenitori del partito nazionalista indù hanno sorvegliato i villaggi
del distretto dell’Orissa per intimidire dalit e cristiani. Sajan George, presidente
del Global Council of Indian Christians, racconta ad AsiaNews di aver ricevuto da
più villaggi notizie di intimidazioni come quelle di Gujapanga. Padre Ajay Singh,
direttore del Jan Vikas, opera sociale della diocesi di Bubhaneswar, che ha girato
per alcuni centri e paesi del distretto, racconta che “nei villaggi di Kattingia e
Lingagada chi si è presentato a votare ha ricevuto minacce. A Nilungia, dove un cristiano
tribale era stato ucciso nei mesi scorsi, la gente mi ha detto che almeno una quarantina
di cristiani - fuggiti dopo le violenze dell’anno scorso - non sono tornati a votare
per paura di essere picchiati”. Padre Singh afferma che di sfollati non rientrati
nei loro villaggi per paura ce ne sono tanti: “Basta visitare Phirigada, Gunjibadi,
Badabanga, Dodingia, Raikola, Chanchedi. Nella sola zona del mercato di Gudayagiri
ci sono 43 famiglie fuggite dalle loro case, che vivono in condizioni pietose, ma
non tornano a casa”. Stesso discorso vale per migliaia di sfollati che vivono ormai
negli stati di Maharastra e Gujarat. Il sacerdote cita anche il caso di alcuni cristiani
di Betticola, villaggio dove gli estremisti indù vogliono costruire un tempio sulle
macerie della chiesa bruciata durante i pogrom dell’agosto scorso. “Nemmeno una delle
38 famiglie del villaggio risiede nella propria casa - dice padre Singh - e a sette
cristiani che si sono presentati ai seggi è stato vietato di votare perché non avevano
documenti. A nulla sono servite le loro spiegazioni. Hanno ricordato agli ufficiali
elettorali che le loro carte di identità e i certificati erano stati bruciati durante
le violenze". (R.P.)