2009-04-20 16:49:22

Orissa: gli estremisti obbligano i cristiani a votare i partiti indù


“Fai la croce sul loto!”. È la minaccia che i cristiani del villaggio di Gujapanga, nel nord del Kadhamal, si sono sentiti ripetere ai seggi elettorali il 16 aprile, all’inizio della tornata elettorale in India. Il loto è il simbolo del Bharatiya Janata Party (Bjp) e i sostenitori del partito nazionalista indù hanno sorvegliato i villaggi del distretto dell’Orissa per intimidire dalit e cristiani. Sajan George, presidente del Global Council of Indian Christians, racconta ad AsiaNews di aver ricevuto da più villaggi notizie di intimidazioni come quelle di Gujapanga. Padre Ajay Singh, direttore del Jan Vikas, opera sociale della diocesi di Bubhaneswar, che ha girato per alcuni centri e paesi del distretto, racconta che “nei villaggi di Kattingia e Lingagada chi si è presentato a votare ha ricevuto minacce. A Nilungia, dove un cristiano tribale era stato ucciso nei mesi scorsi, la gente mi ha detto che almeno una quarantina di cristiani - fuggiti dopo le violenze dell’anno scorso - non sono tornati a votare per paura di essere picchiati”. Padre Singh afferma che di sfollati non rientrati nei loro villaggi per paura ce ne sono tanti: “Basta visitare Phirigada, Gunjibadi, Badabanga, Dodingia, Raikola, Chanchedi. Nella sola zona del mercato di Gudayagiri ci sono 43 famiglie fuggite dalle loro case, che vivono in condizioni pietose, ma non tornano a casa”. Stesso discorso vale per migliaia di sfollati che vivono ormai negli stati di Maharastra e Gujarat. Il sacerdote cita anche il caso di alcuni cristiani di Betticola, villaggio dove gli estremisti indù vogliono costruire un tempio sulle macerie della chiesa bruciata durante i pogrom dell’agosto scorso. “Nemmeno una delle 38 famiglie del villaggio risiede nella propria casa - dice padre Singh - e a sette cristiani che si sono presentati ai seggi è stato vietato di votare perché non avevano documenti. A nulla sono servite le loro spiegazioni. Hanno ricordato agli ufficiali elettorali che le loro carte di identità e i certificati erano stati bruciati durante le violenze". (R.P.)







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