Namibia: le Chiese cristiane preoccupate dalle crescenti violenze politiche
Le Chiese cristiane in Namibia guardano con crescente preoccupazione all’intensificarsi
della violenza politica nel Paese, dove il prossimo novembre si terranno le elezioni
generali. In una dichiarazione congiunta firmata anche da esponenti della Chiesa cattolica,
esse invitano “le organizzazioni cristiane a denunciare tutti gli insulti e i propositi
diffamatori di dirigenti politici, membri dei partiti, delle organizzazioni della
società civile e dell’opinione pubblica e qualsiasi iniziativa che possa mettere a
repentaglio la pace e lo stato di diritto”. Le Chiese cristiane si impegnano quindi
ad informare i propri fedeli sulla legge elettorale e sulla Costituzione del Paese
e a lavorare per assicurare elezioni pacifiche, libere e giuste. A questo scopo, ha
spiegato all’agenzia ecumenica Eni il pastore luterano Abisai Shejavali, ex segretario
generale del Consiglio delle Chiese della Namibia, esse collaboreranno con la Commissione
elettorale per formare osservatori che saranno dispiegati nelle aree più remote del
Paese. La nota precisa infine che le Chiese cristiane non permetteranno di farsi usare
dai partiti politici “come tribune per le campagne elettorali dei partiti” o come
serbatoi di voti. Le violenze in Namibia sono iniziate alla fine del 2007, quando
alcuni esponenti della SWAPO, l’Organizzazione del Popolo del Sud-Ovest Africano”
(al potere dall’indipendenza del Paese nel 1990) sono usciti dal partito per costituire
una nuova formazione politica, l’Unione per la Democrazia e il Progresso (RDP). Da
allora si sono moltiplicati gli scontri tra le due parti, al punto che, secondo quanto
riferiscono i media locali, diverse zone intorno alla capitale Windhoek e nel nord
della Namibia (roccaforte della SWAPO) sono diventate off-limits per i membri della
RDP. (L.Z.)