La Chiesa del Salvador: se si indebolisce il matrimonio si colpisce la famiglia
L’arcivescovo di San Salvador, mons. José Luis Escobar, ha rinnovato ieri la richiesta
indirizzata all’Assemblea nazionale affinché sia approvata la riforma costituzionale
che protegge il matrimonio eterosessuale escludendo così qualsiasi tentativo, e non
mancano, di creare le premesse per legalizzare le unioni omosessuali. In questi giorni
l’Assemblea discute su diversi emendamenti costituzionali e tra questi, entro il 30
aprile, data ultima, dovrà ratificare o rifiutare la modifica costituzionale della
legislatura precedente che sanciva l’unione eterosessuale come l’unica legale e possibile
da definire come “matrimonio”. In questo Paese centroamericano le riforme costituzionali
seguono un percorso particolare poiché devono essere fatte da una legislatura, ma
al tempo stesso devono essere sancite o cancellate dalla legislatura successiva. Ed
è questo ciò che dovrà accadere entro la fine del mese e per approvarla occorrono
almeno 56 voti degli 84 legislatori. Per ora, secondo la stampa locale, la ratifica
della modifica così come auspica la Chiesa avrebbe un sostegno di 52 voti, ma diversi
partiti non si sono ancora pronunciati. Il partito al governo, che sostiene il presidente
Mauricio Funes, il “Fronte Farabundo Martì per la liberazione nazionale”, solo oggi
deciderà la sua posizione e al riguardo è in corso un dibattito interno molto vivace.
Mons. Escobar, ha precisato ieri che a suo avviso non si tratta di un principio giuridico
che si vorrebbe “stabilire e sancire per andare contro qualcuno. Al contrario di quanto
dicono alcuni - ha aggiunto - non è una proibizione, bensì la salvaguardia della natura
ultima e vera del matrimonio; una difesa della sua missione e della sua funzione nella
società”. Ricordando che quando si indebolisce il matrimonio si indebolisce la famiglia
e dunque la società, il presule ha chiesto che “la questione non venga politicizzata
e mal interpretata, anche perché in questa richiesta si riassumono molti valori in
cui il popolo salvadoregno crede e si riconosce”. Perciò, ha concluso l’arcivescovo,
la cosa naturale sarebbe “che i partiti lasciassero libertà di coscienza ai legislatori”.
Oggi, mons. José Luis Escobar andrà alla sede dell’Assemblea nazionale per consegnare
200mila firme che sono state raccolte a sostegno della ratifica della riforma. (A
cura di Luis Badilla)