Il cardinale Tettamanzi ricorda don Primo Mazzolari nel 50.mo della morte
Parrocchiani e fedeli venuti da tutta Italia hanno gremito ieri la chiesa di Bozzolo,
in provincia di Mantova, per la messa in memoria di don Primo Mazzolari, scomparso
il 12 aprile 1959. La celebrazione è stata presieduta dall’arcivescovo di Milano,
cardinale Dionigi Tettamanzi, e hanno concelebrato i vescovi Dante Lafranconi (Cremona)
e Roberto Busti (Mantova), con numerosi sacerdoti, fra cui don Giuseppe Giussani,
presidente della Fondazione che porta il nome del prete-scrittore. Nel cinquantesimo
della morte del sacerdote lombardo, definito da Giovanni XXIII “tromba dello Spirito
santo in terra mantovana”, l’arcivescovo di Milano ne ha ricordato durante l’omelia
i tratti biografici e alcuni elementi del pensiero e della spiritualità. “Nel profilo
sacerdotale di don Primo mi sembra davvero centrale la verità, meglio l’esperienza
della misericordia divina”, ha detto il porporato citato dal Sir. “Mazzolari – ha
poi aggiunto il cardinale Tettamanzi nella chiesa di Bozzolo - era ben cosciente della
situazione italiana, delle sofferenze della Chiesa, delle violenze che subiva, dei
trecento preti uccisi nei tragici anni della fine della seconda guerra mondiale. Era
ben cosciente delle ingiustizie sociali, dei tentativi di irretire la Chiesa e soggiogarla
agli interessi dei ricchi per farne il loro punto di forza nello sfruttamento delle
classi lavoratrici. Era ben cosciente delle profonde trasformazioni culturali che
si andavano sviluppando nel costume e nella mentalità e non tralasciava occasione
di denunciarle con estrema chiarezza”. “Sempre, però – ha precisato l’arcivescovo
di Milano -, con cuore di prete, con il cuore di chi si è fatto servo per amore, poiché
è immagine viva e presenza concreta di quel Gesù che per gratuito e umilissimo amore
si è fatto servo dei servi”. Numerosi, nell’omelia, i rimandi ai libri, ai discorsi,
agli articoli giornalistici di don Primo Mazzolari, il quale “volle portare sulle
sue spalle di prete tutti coloro che la Provvidenza gli aveva affidato. Volle portarli
con amore, anzi per amore di Lui, di Cristo, il Maestro”. (M.G.)