La Chiesa festeggia la Domenica della Divina Misericordia
Oggi la Chiesa celebra la domenica della Divina Misericordia, voluta nel 2000 da Giovanni
Paolo II, in coincidenza con la canonizzazione dell’ “Apostola” della Divina Misericordia,
Santa Faustina Kowalska. Come ha ricordato stamane il Papa al Regina Coeli, per l’occasione,
alle ore 9.30, il cardinale Vicario Agostino Vallini ha presieduto una Celebrazione
Eucaristica nella chiesa romana di Santo Spirito in Sassia, dedicata a questo culto.
Ma quando si parla di “Divina Misericordia”, cosa si intende esattamente? Isabella
Piro lo ha chiesto a don Antonio Quaranta, assistente spirituale di “Dives
in Misericordia”, associazione nata per diffondere il messaggio dell’omonima Enciclica
di Giovanni Paolo II e il carisma di Santa Faustina Kowalska:
R. – Io direi
che le nostre miserie toccano il cuore di Dio, sino al punto in cui Dio è quasi in
balia delle nostre miserie, nel senso che Lui non può distogliere il suo sguardo,
non può allontanare il suo sguardo, il suo cuore, le sue attenzioni, le sue premure
dalle nostre miserie; Dio è amore, ci ama così tanto che è lì pronto a sorreggerci,
ad accoglierci, a sostenerci continuamente, ad accompagnarci nel nostro cammino.
D.
– La festa della Divina Misericordia è indubbiamente legata a Santa Faustina Kowalska.
Quale insegnamento ci ha lasciato questa santa?
R.
– Noi dobbiamo guardare il diario per capire che Santa Faustina ci ha lasciato una
testimonianza che si raccoglie con una frase semplicissima: “il Vangelo vissuto”.
Cioè, se noi andiamo a scorrere quelle pagine, troviamo questo amore meraviglioso
tra la creatura ed il suo Creatore in questa testimonianza, questa vita spesa, vissuta
in una semplicità ordinaria affascinante, che unisce la contemplazione con l’azione
della quotidianità. E’ cioè un’espressione viva della Parola assimilata, vissuta,
spesa giorno dopo giorno, laddove non c’è palcoscenico ma dove, nel segreto, Dio vede.
D.
– Perché oggi è importante parlare della misericordia di Dio?
R.
– Perché Dio – questa è la scoperta meravigliosa – c’è. Dio ci ama e l’uomo ha bisogno
di scoprire – o di riscoprire, perché è necessario anche ammettere che un po’ ce ne
siamo dimenticati – che Dio ci ama; l’uomo ha bisogno di sentirsi toccato da questo
amore, avere fiducia in questo amore, lasciarsi andare a quest’amore.
D.
– La figura di Giovanni Paolo II – particolarmente legato alla solennità della Divina
Misericordia – può essere un esempio in questo?
R. – Giovanni Paolo
II ha speso un intero pontificato per poter radicare nella Chiesa la Misericordia
e per poter essere, per il mondo intero, punto di riferimento della Misericordia.
Guardare a Giovanni Paolo II significa anche ricordare quei pressanti inviti alla
nuova evangelizzazione, al saper essere generosi nella risposta di questo amore. E’
una delle frasi che Giovanni Paolo II ci ha lasciato: “Non abbiate paura”, e nel frattempo
ritornano subito in mente le parole del Vangelo: “Non abbiate timore, io ho vinto
il mondo”.
D. – Lei è assistente spirituale dell’associazione
“Dives in Misericordia”; c’è un episodio, in particolare, che ci vuole raccontare,
legato alla sua esperienza?
R. – Un’esperienza continua
che noi facciamo è che le persone che si lasciano toccare dalla misericordia, piano
piano, riprendono un cammino di fede e si lanciano con una generosità veramente sorprendente.
Non poche volte sono proprio i più lontani che, repentinamente, cambiano la loro vita,
quasi come si attendessero qualcosa per riparare e poi, una volta che ne hanno fatto
esperienza, riprendono il cammino.