2009-04-18 14:50:55

Obama solleva il velo sui metodi d'interrogatorio della Cia nella lotta al terrorismo


Ha suscitato forti reazioni a livello internazionale la decisione del presidente USA, Barack Obama, di sollevare il velo sulle torture praticate dalla Cia nell’ambito della guerra al terrorismo. Tuttavia lo stesso Obama, in un comunicato che accompagna la pubblicazione dei documenti dell’amministrazione Bush sui metodi di interrogatorio ammessi, assicura che i singoli agenti della Cia non saranno perseguiti dalla giustizia americana. Una decisione che è valsa al presidente forti critiche da parte delle ong che si occupano di diritti umani. Stefano Leszczynski ha intervistato Antonio Papisca, della cattedra Unesco per i diritti umani, la democrazia e la pace dell’Università di Padova:RealAudioMP3

R. - Trovo molto coraggiosa la decisione del presidente Obama, che sicuramente innesca tutta una serie di ulteriori passi, reazioni a catena, non soltanto all’interno degli Stati Uniti, ma nel mondo intero, perché sottolinea che nel caso delle torture di cui stiamo parlando ci fu la legittimazione della più alta autorità degli Stati Uniti, quella del presidente, il suo predecessore, e di tutta l’amministrazione. Potrebbe anche scattare il principio dell’universalità della giustizia penale, uno scandalo mondiale. Direi che per quanto riguarda questo gesto di Obama bisogna pensare al coraggio dell’atto politico.

 
D. - Si può dire che per riconquistare il primato nel campo dei diritti umani, non bisogna avere “scheletri nell’armadio”…

 
R. - Lui ha aperto l’armadio! E’ un segno, anche questo, molto forte di discontinuità. In sostanza, lui non denuncia quelli che hanno perpetrato le torture ma chi li ha autorizzati.

 
Obama-vertice
Secondo giorno di lavori a Port of Spain, a Trinidad Tobago, del quinto vertice delle Americhe, al quale partecipano Barack Obama e i presidenti di 33 Paesi del continente. Ad aprire la riunione il discorso della presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner. Ieri, il capo della Casa Bianca Obama ha parlato di un “nuovo inizio” nelle relazioni con Cuba ed ha chiesto ai presidenti presenti di non incolpare gli Stati Uniti ''per ogni problema sorto nell'emisfero''. Poco prima del suo intervento, Obama aveva salutato con una stretta di mano il presidente del Venezuela, Hugo Chavez.

G8 - nucleare
Creare un mondo ''libero dalle armi nucleari” si può, ma solo attraverso ''un'alleanza globale per il disarmo''. Piena concordia su questo punto tra tutti i partecipanti alla Conferenza sulla non proliferazione nucleare conclusasi ieri a Roma, alla Farnesina, nell’ambito dei lavori preparatori del G8 di luglio. E a margine della conferenza stampa sul disarmo nucleare, il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, è intervenuto anche sulla tema della prossima conferenza "Durban II" sul razzismo, confermando che non ci sono le condizioni perché l’Italia prenda parte ai negoziati. Ad essere considerati inaccettabili dal governo italiano sono alcuni passaggi della bozza del documento finale, considerati antisemiti e alcuni di essi lesivi della libertà di espressione.

Filippine: liberato ostaggio svizzero
E’ stato finalmente rilasciato l’operatore della Croce rossa Internazionale, lo svizzero Andreas Notter, rapito tre mesi fa nel sud delle Filippine da ribelli islamici. “E’ stato liberato ed è sano e salvo”. Ha detto oggi il ministro della Difesa filippino, Gilbert Teodoro. Nelle mani dei guerriglieri di Abu Sayyaf resta ancora l'italiano, Eugenio Vagni. La Farnesina mantiene il riserbo, ma assicura: “Siamo in contatto con lui, le trattative per la liberazione vanno avanti”. Il servizio di Cecilia Seppia:RealAudioMP3

Sta bene e si trova al sicuro Andreas Notter, 38 anni, il volontario svizzero della Croce rossa internazionale rapito tre mesi fa, insieme ad altri due volontari, dai militari islamici di Abu Sayyaf nell'isola di Jolo, nelle Filippine, e liberato oggi. Secondo quanto riferisce il portavoce dell’esercito, Notter è stato trovato dalle truppe, nell'entroterra dell'isola, abbandonato dai guerriglieri mentre cercavano di infrangere un cordone di sicurezza. Soddisfazione è stata espressa dalle autorità locali, che chiedono però di mantenere il necessario riserbo. Massimo Barra, vicepresidente della Croce Rossa Internazionale:

 
“Innanzitutto, c’è soddisfazione per la liberazione di un altro ostaggio: vuol dire che gli sforzi fatti vanno nella direzione giusta. C’è un forte riserbo da parte di tutte le persone coinvolte e non vorremmo rompere questo riserbo”.

 
Dopo la sua liberazione e quella della filippina, Mary Jean Lacaba, avvenuta qualche settimana fa, adesso le preoccupazioni sono rivolte alla sorte dell’italiano Eugenio Vagni, 62 anni, l'ultimo ostaggio nelle mani dei ribelli. Ancora Massimo Barra:

 
“Vagni è in contatto con Richard Gordon, che è il presidente della Croce Rossa filippina, col quale io ho parlato più volte. Ovviamente, la vita di Vagni vale allo stesso modo la vita degli altri due. Una prigionia così prolungata, in un ambiente così ostile, influenzerebbe qualunque fisico e qualunque resistenza”.

 
“Le trattative sono in corso - ha spiegato Ronaldo Puno, segretario del Ministero dell’Interno filippino - stiamo esercitando pressioni affinché rilascino l’ultimo ostaggio”.

Medio Oriente
Tensione in Medio Oriente. Due poliziotti israeliani sono rimasti feriti in seguito di un incidente provocato da un palestinese che con il suo veicolo ha tentato di investirli. Il fatto è accaduto nei pressi di un insediamento ebraico in Cisgiordania.

Pakistan violenze
Ennesima giornata di violenze in Pakistan. Nel nordovest del Paese, almeno 20 soldati sono stati uccisi da un kamikaze che si è lanciato contro un convoglio dell'esercito con un’auto imbottita di esplosivo. Lo riferisce il capo della polizia della città di Kohat.

Afghanistan cronaca
Sembra destinato a salire il bilancio del sisma che ha colpito ieri l’Afghanistan. Per il momento le vittime del terremoto, avvenuto nella provincia orientale di Nangarhar, sono 22. Difficili i soccorsi. Intanto, nel Paese non si ferma la violenza: sei miliziani talebani sono stati uccisi durante le operazioni delle forze di sicurezza afghane e internazionali effettuate nelle ultime 24 ore. Stamani a Kandahar, nel sud, l'esplosione di un ordigno ha provocato la morte di una persona ed il ferimento di altre tre.

Iran-giornalista
Otto anni di prigione è la condanna inflitta alla giornalista iraniano-americana, Roxana Saberi, da un tribunale di Teheran. La donna era stata arrestata lo scorso 31 gennaio con l’accusa di essere una spia degli Stati Uniti. Nella Repubblica islamica, ha lavorato per diverse testate ma le autorità iraniane hanno detto che da due anni le era stato revocato il permesso di svolgere la sua attività.

Somalia: introdotta la sharia
Da oggi, la Somalia ha un governo islamico. Stamani, il parlamento di Mogadiscio ha introdotto all'unanimità la sharia, la legge coranica. Lo ha annunciato il vicepresidente dell’assemblea, Osman Elmi Bogore, dopo il voto dei 340 deputati presenti. Su questa decisione, Giancarlo La Vella ha raccolto il parere di mons. Giorgio Bertin, vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio:RealAudioMP3

“Il mio commento parte anzitutto dal piccolo gruppo cristiano. Questo ci renderà la vita più difficile. Per la popolazione somala, credo che la priorità rimanga la tranquillità dell’ordine, un po’ di sicurezza, anche se la sharia colpirà alcuni gruppi, noi stranieri, i cristiani, e colpirà la libertà delle donne, che sarà ancora più ridotta”.

 
Immigrazione Italia-Malta
Un barcone con circa 300 immigrati è stato soccorso dalle autorità italiane nei pressi del ragusano, mentre rimane senza soluzione, per ora, la vicenda del mercantile turco “Pinar”, ancorato in mare aperto tra Lampedusa e Malta, con a bordo 154 immigrati scampati ad un naufragio. Né il governo italiano, né quello maltese intendono far attraccare il natante. L'Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite e il Consiglio Italiano per i Rifugiati ribadiscono: “Va trovata una soluzione immediata”. Massimiliano Menichetti ha raccolto il commento del direttore del Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), Christopher Hein:RealAudioMP3

R. - E’ molto chiaro che c’è un’incertezza giuridica su chi abbia la responsabilità: se la responsabilità sia italiana o di Malta. Parliamo della responsabilità di permettere l’attracco di questa nave. Noi pensiamo che, al di là di un contenzioso di questo tipo, bisogna permettere immediatamente a questa nave di entrare nel porto. E mi risulta che il porto più vicino sia quello di Lampedusa. Quindi, immediatamente favorire l’attracco della nave, una prima assistenza e un primo soccorso, poi si vedrà.

 
D. - Da più parti, viene la sollecitazione all’Unione Europea di interessarsi di ciò che sta avvenendo nel Mediterraneo...

 
R. - C’è anche una responsabilità da parte dell’Unione Europea. Non si può pensare che l’Italia e Malta, perché esposti geograficamente nel Mediteranno, siano gli unici a doversi occupare delle persone che arrivano. Questa è anche una conseguenza della politica dell’Unione Europea di chiudere totalmente le frontiere, di non permettere in alcun modo un arrivo regolare e legale delle persone, costringendo poi molti ad imbarcarsi in questo modo, in maniera molto rischiosa.

 
D. - Le politiche di chiusura non fermano gli sbarchi di immigrati, che durante il periodo estivo riprendono consistentemente. Cosa serve in Europa, dunque?

 
R. - Innanzitutto, bisogna aprire i canali per un ingresso regolare delle persone, sia per motivi di protezione - quindi per rifugiati e richiedenti asilo - sia anche per motivi di lavoro. Non dico per tutti. Ma quando si dà un segnale che c’è una possibilità, anche mettendosi in lista, anche aspettando un certo periodo di tempo, molti, moltissimi non si avventurerebbero in un viaggio del genere.

 
D. - Lei ribadisce: “Se si garantisce un’immigrazione regolare, si risolvono anche i problemi di sicurezza sul territorio”...

 
R. - Quando un’ambasciata, un consolato rilascia un visto, conosce i dati della persona, che dunque arriva come conosciuta, e quindi si abbassa il rischio in termini di sicurezza. Quando invece si costringono le persone a mettersi in un viaggio irregolare, questa sì che diventa una minaccia alla sicurezza.

 
D. - Un altro aspetto è che aprire le frontiere all’immigrazione non è soltanto un gesto di solidarietà...

 
R. - In Europa abbiamo bisogno di manodopera, di persone giovani, in età capace di prestare lavoro attivo. Questa è una dimensione strategica. Quindi, non é solo ospitalità, ma anche una necessità propria della nostra società. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli e Marco Guerra)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 108

 

 
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