2009-04-18 15:13:09

Movimento per la Vita: la Legge 40 ha salvato 120mila embrioni


In tre anni di legge 40 sono stati salvati oltre 120mila embrioni. E’ il dato contenuto nel “Secondo Rapporto sullo stato di attuazione della legge 40” in materia di Pma, procreazione medicalmente assistita, presentato ieri a Roma dal Movimento per la Vita. Soltanto un concepito in provetta su 10 arriva al parto, si legge nel documento che, in attesa delle motivazioni della recente sentenza della Corte Costituzionale, viene proposto come contributo di riflessione oggettivo e non ideologico. Il servizio di Paolo Ondarza:RealAudioMP3

In attesa di conoscere le motivazioni della Consulta sulla dichiarazione di incostituzionalità di una parte della legge 40, quella relativa ad un unico e contemporaneo impianto, non superiore a tre embrioni e alla salute della donna, il Mpv invita a valutare gli effetti della normativa, approvata con risultati plebiscitari nel referendum del 2005. Secondo il rapporto sullo stato di attuazione della legge 40 solo un embrione scongelato su 20 giunge al parto e nel triennio 2005-2007 grazie alla legge 40 è stata evitata la morte 121.869 embrioni. Il presidente del Mpv Carlo Casini:

“L’aspetto più importante è quello dei bambini che sono stati preservati dalla morte. Io chiamo bambini anche i concepiti perché così, tra l’altro, dice la Dichiarazione universale dei diritti del bambino”.

Il Mpv sottolinea anche che il rispetto dei limiti posti dalla legge a tutela del diritto alla vita ha anche meglio garantito la salute della donna e non ha diminuito la possibilità di successo di gravidanza. Ancora Casini:

“Il ricorso a una stimolazione plurima da parte delle coppie non è affatto più frequente di prima della legge, anzi diminuisce, il che vuol dire che probabilmente il ricorso a una stimolazione leggera, per avere un numero piccolo di ovociti, riesce ad ottenere degli ovociti che sono di qualità migliore di quelli fatti in batteria”. 
Secondo il Mpv non è corretto valutare insufficienti i risultati della procreazione medicalmente assistita in Italia perché inferiori a quelli di alcuni Paesi stranieri visto che nel belpaese, più che altrove, alla Pma ricorrono soprattutto le ultracinquantenni che, secondo studi scientifici, hanno il 50 per cento delle possibilità in meno di avere un figlio rispetto a donne più giovani.







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