Primo storico vertice delle Americhe da oggi a Trinidad e Tobago. Il nuovo presidente
americano, Barack Obama, incontra i capi di Stato e di governo del continente. Molti
i temi in agenda: i rapporti economici tra il sud e Washington, ma anche il possibile
allentamento dell’embargo americano a Cuba, come già anticipato nei giorni scorsi
dallo stesso Obama. Di questo importante incontro, Giancarlo La Vella ha parlato
con Luis Badilla, esperto di America Latina:
R. – La grande
stampa latino-americana in queste ore ha definito questo incontro epocale e secondo
me ha ragione, non solo perchè c’è un nuovo presidente, bensì perché c’è una vera
politica degli Stati Uniti nei confronti dell’America Latina. Obama si presenta con
una proposta politica di rapporti bilaterali.
D.
– Parte dell’America Latina si è sempre sentita ostaggio dell’economia americana.
Questo rapporto di dipendenza potrà trasformarsi in rapporto di collaborazione?
R.
– Penso di sì, stando alle parole del presidente Obama durante la campagna. Lui ha
parlato per ben due volte del rapporto con l’America Latina e ha molto accentuato
l’aspetto del rapporto economico, che per molti anni ha fatto sentire molti Paesi,
oggettivamente, prigionieri dell’economia americana. Però ha molto insistito dicendo:
“A noi quello che ci interessa dell’America Latina è il rapporto paritario fra Paesi
che si rispettano, che collaborano economicamente e che sono veramente amici, non
solo soci in affari”.
D. – Un altro dei temi fondamentali
sarà l’avvio dei nuovi rapporti Stati Uniti-Cuba, così come già anticipato dallo stesso
Obama. Pensi che si vada verso una fine, se non totale, parziale, dell’embargo?
R.
– Sì, il presidente ha capito benissimo che il rapporto degli Stati Uniti con il resto
dell’America Latina in qualche modo passa attraverso Cuba. Cuba deve essere reintegrata
nel sistema interamericano. Come diceva Giovanni Paolo II: Cuba si deve aprire al
mondo, ma il mondo si deve aprire anche a Cuba. Penso che la stragrande maggioranza,
se non addirittura la totalità dei Paesi latino-americani, in questo vertice, si schiereranno
sulla posizione dello stesso Obama, cioè reintegrare Cuba nel sistema interamericano.
L’incognita è Cuba. Cuba ha dato una risposta interlocutoria. E’ vero che ha detto
“non vogliamo elemosine: vogliamo che venga cancellato definitivamente l’embargo”.
Però Fidel Castro ha riconosciuto che Obama non ha colpe per quanto riguarda il passato.
Se si riesce a guardare il rapporto nel futuro, siamo ad una svolta. Cuba non ha gli
standard democratici che tutti vorrebbero, quindi c’è una richiesta di maggiore libertà,
di maggiore apertura, di maggiore democrazia e Raul Castro sembra camminare su questa
strada.
D. – Si realizza quindi l’auspicio di Giovanni
Paolo II della fine dell’embargo...
R. – Sì, perchè
è più facile cambiare Cuba, con apertura, con collaborazione economica, con solidarietà,
che non con l’embargo. L’embargo ha dimostrato sostanzialmente – lo ha detto Obama
– di essere stato inutile ed inefficace. Non è servito, anzi ha rafforzato le posizioni
del governo cubano in questi quasi 50 anni.