2009-04-17 15:26:25

Il cardinale Bertone inaugura l’esposizione della Bibbia Carolingia nell’Abbazia di San Paolo fuori le Mura


È la prima volta, nella sua millenaria storia, che la Bibbia composta di 336 fogli di pergamena, commissionata da Carlo il Calvo e donata a Papa Giovanni VIII, potrà essere ammirata da domenica 19 aprile fino al 29 giugno, nell’Abbazia dei monaci Benedettini di San Paolo fuori le Mura, che fin dall’ottavo secolo custodiscono e celebrano la liturgia sulla tomba dell’Apostolo Paolo, nella Basilica Papale sulla via Ostiense. L’iniziativa di esporre la magnifica Bibbia miniata nasce dalla volontà degli stessi monaci e dell’Abate, Dom Edmund Power, che vogliono così sottolineare l’importanza dell’Anno Paolino in una esposizione dal grande valore artistico e spirituale. Ad inaugurare l'esposizione sarà domani il cardinale segretario di Stato, Tarcisio Bertone. Alessandra Petitta ha chiesto a Marco Cardinali, curatore del catalogo, di spiegare l’importanza e l’unicità della Bibbia Carolingia di San Paolo:RealAudioMP3

R. - Fu commissionata da Carlo il Calvo, che nella scia dell’epoca carolingia dava grande impulso alla cultura e specialmente a quella che riguardava la Parola di Dio e la liturgia, il canto liturgico e tutto ciò che era inerente all’attività della Chiesa nel rendere gloria a Dio.
 
D. - E’ una Bibbia molto particolare dal punto di vista stilistico, illustrativo, dei testi…
 
R. - Esattamente. I testi sono quelli della Vulgata. Nel IX secolo c’era una grande attenzione alla traduzione della Bibbia fatta da San Girolamo, la Vulgata, e quindi quello è il testo che viene scritto dagli amanuensi. E’ un’opera unica, intanto perché è fatta a mano da questi miniaturisti del IX secolo, ma anche per il fatto che, dal Medioevo, ci derivano alcune miniature di alcuni libri della Bibbia solo da questa Bibbia Carolingia. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
 
Una reliquia da venerare come antichissima testimonianza della trasmissione della Bibbia e non tanto un oggetto da guardare con curiosità. E’ questo - indica padre Edmund Power abate di San Paolo fuori le Mura - lo spirito migliore con il quale accostarsi alla Bibbia Carolingia che verrà esposta in Basilica. Lo conferma al microfono di Alessandra Petitta:RealAudioMP3

R. – E’ chiaro che la Bibbia come oggetto fisico si può toccare, vedere, ed è un’opera d’arte di grandissimo livello; però, dal nostro punto di vista è un oggetto sacro, un sacramentale, perché contiene le parole che sono la Parola di Dio. Noi non vogliamo mostrare questo oggetto come una curiosità culturale, ma piuttosto come una reliquia, un oggetto da venerare, che magari stimolerà un senso di riflessione e di apprezzamento della Parola di Dio.
 
D. - E’ un’opera nella quale possiamo ritrovare anche le antiche radici cristiane europee …
 
R. – Sì, proviene dal IX secolo e qui vediamo un’espressione non soltanto della capacità artistica ma anche della fede che ha civilizzato l’Europa, la fede cristiana.
 
D. – Cosa l’ha colpita di più di questa Bibbia?
 
R. – Quando vedo quest’opera d’arte io resto meravigliato da diverse cose. La sua storia, per esempio: esiste da 1.100 anni, i colori sono ancora brillanti e illustra il modo di esprimere, di immaginare la vita della sua epoca. C’è, poi, una pagina che racconta gli avvenimenti principali della vita di San Paolo, quando si trova davanti al Sinedrio e ai sommi sacerdoti, poi la conversione. Si vede che ogni parola è scritta con amore, con accuratezza e si comprende come questo abbia potuto influire anche su tutta la cultura dell’Europa. (Montaggio a cura di Maria Brigini)







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