Il 2009 sarà quasi certamente un anno terribile, con una profonda contrazione dell'economia
globale”. Una ripresa dovrebbe iniziare a emergere dal 2010 ma dipenderà dalle politiche
che verranno adottate ora. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) torna a ribadire
l'invito a un'azione coordinata per fronteggiare la crisi in atto, visto che “non
ci sono - avverte il direttore generale, Dominique Strauss-Kahn - soluzioni locali
a una crisi globale”. Il Fondo fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle
recessioni causate dal mix di crisi finanziarie e rallentamento economico globale,
come quella attuale, ma soprattutto chiede politiche monetarie, fiscali e di budget
coordinate. Le politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attenuare
la recessione e favorire la ripresa. Anche la Bce, la Banca centrale europea, fa oggi
raccomandazioni: nell'economia di Eurolandia - dice il presidente della Bce, Jean-Claude
Trichet - “le banche svolgono un ruolo così dominante nella fornitura di credito a
imprese e famiglie, che le misure non standard devono essere rafforzate - in primo
luogo e soprattutto - con l'intervento e l'attiva partecipazione delle banche”. In
un intervento all'assemblea annuale del Research Institute of Japan, in corso a Tokyo,
Trichet si sofferma sull'attesa riunione dalla quale ci si aspetta il varo di eventuali
e ulteriori misure non convenzionali, che vadano cioè al di là della leva dei tassi.
In Cile incidenti per licenziamenti Incidenti in Cile tra le forze
speciali di polizia e alcuni manifestanti, all'apertura di una giornata di protesta
nazionale convocata dalla Central unitaria de trabajadores (Cut), la principale organizzazione
sindacale cilena, assieme a diverse altre sigle. Molti servizi pubblici, inclusi municipi
e servizi sanitari, oggi rimarranno chiusi perchè gran parte dei loro lavoratori ha
aderito allo sciopero generale di protesta contro una serie di licenziamenti ritenuti
ingiustificati, e attribuiti dalle aziende alla crisi economica internazionale. Stamani,
un centinaio di professori è stato bloccato durante una marcia di protesta dalla polizia,
che ha cercato di disperdere i dimostranti utilizzando lacrimogeni e getti d'idrante.
Usa-terrorismo Il
presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato, dopo un lungo dibattito
interno, la pubblicazione di documenti della Cia sulle tecniche, alcune delle quali
assimilabili alla tortura, sfruttate tra il 2002 e il 2005, negli interrogatori dei
militanti di al Qaeda nelle prigioni segrete all'estero. Obama ha detto che l'era
Bush è finita e che è giunta l'ora della riflessione, ma non quella della vendetta
contro i responsabili degli abusi.
Cuba-USA Il presidente cubano,
Raul Castro, accoglie le aperture del presidente americano, Obama, e si dice disposto
a dialogare “su tutto” con gli Stati Uniti a patto che il rapporto sia tra pari e
che si rispetti la sovranità di Cuba. Raul Castro risponde così all’ennesima apertura
fatta ieri dal capo della Casa Bianca da Città del Messico.
La visita in
Messico di Obama Gli Stati Uniti e il Messico si sono impegnati a lottare insieme
contro i cambiamenti climatici e a sviluppare forme di energia non inquinanti. Lo
affermano in una dichiarazione comune Barak Obama e il suo omologo messicano, Felipe
Calderon, a conclusione della visita del presidente americano in Messico. Al centro
del nuovo impegno saranno, indicano, “energia rinnovabile, efficienza energetica,
meccanismi di mercati, sfruttamento delle foreste e della terra, lavoro ecologico,
sviluppo di tecnologie con basso uso di energia dal carbone, strategie contro l'effetto
serra”. Il Messico - si afferma inoltre nella dichiarazione - ospiterà la prossima
sessione del Forum delle maggiori potenze mondiali sul clima.
Terremoto
in Afghanistan: almeno 20 i morti Il presidente dell'Afghanistan, Hamid Karzai,
ha presentato le sue condoglianze ai responsabili locali e tribali delle zone colpite
dal terremoto la scorsa notte. Il bilancio provvisorio parla di 22 persone rimaste
uccise, 30 feriti e più di 200 case distrutte. Ad essere colpita è stata una zona
al confine col Pakistan, fra Kabul e Jalalabad, 90 chilometri a sud-est della capitale:
i distretti di Khogyani e Sherzad, nella provincia di Nangarhar. La zona al confine
fra Pakistan e Afghanistan è altamente sismica,trovandosi sulla faglia fra le placche
tettoniche indiana ed eurasiatica. Intanto, avvenuto a Zaranj, la capitale della provincia
di Nimroz, nella parte sudoccidentale del Paese il ministro per i Rifugiati è sopravvissuto
ad un attacco contro la sua residenza compiuto da due kamikaze in cui sono morti tre
civili.
Pakistan Il Pakistan potrà contare su nuove risorse pari
a oltre cinque miliardi di dollari per i prossimi due anni, per la lotta alla povertà
e lo sviluppo delle condizioni socio-sanitarie. È questo la decisione presa dalla
conferenza del Forum degli amici del Pakistan che si è svolta oggi a Tokyo. Il presidente
pakistano, Ali Zardari, aveva chiesto ai partecipanti il loro aiuto per sconfiggere
la guerra contro il terrore, assicurando che, per vincerla, il Pakistan svilupperà
piani a breve e a lungo termine.
Iraq Dopo aver istigato l’uccisione
di soldati americani in Iraq, un cittadino olandese di origine irachena, Wesam al-Delaema,
è stato condannato a 25 anni di reclusione da un tribunale di Washington. Nel comunicato
del Ministero della giustizia, si spiega che si tratta del primo insorto iracheno
ad essere condannato dalla giustizia Usa per un crimine di natura terroristica contro
americani in Iraq. La pena sarà scontata in Olanda grazie ad un accordo tra i due
Paesi. Wesam al-Delaema, autore di video in cui si mostrava come fabbricare bombe
per uccidere soldati americani in Iraq, si era dichiarato colpevole. Dalaema, 36 anni,
era stato arrestato in Olanda di ritorno dall'Iraq nel 2005 ed estradato negli Usa
nel 2007.
Medio Oriente Una pace basata sulla formula “Due stati
per i due popoli”. È questo il messaggio inoltrato dal presidente Abu Mazen a George
Mitchell, emissario personale del presidente Usa. In sintesi, Abu Mazen, cerca di
spronare ad un maggiore impegno gli Stati Uniti, invitandoli ad esercitare forti pressioni
sul nuovo governo israeliano di Benyamin Netanyahu, per far sì che esso possa accettare
questa formula. Intanto, arrivano le prime accuse nei confronti dell’esecutivo Netanyahu
indirizzate dai dirigenti del movimento dei coloni, dopo che oggi è stato sventato
un attacco palestinese in un insediamento della Cisgiordania. In particolare, i coloni
denunciano la rimozione di blocchi militari israeliani in Cisgiordania (dietro pressione
americana), che a loro parere facilitano gli attacchi palestinesi.
Libano Si
è dimesso, con una mossa a sorpresa, citando motivi personali, il cancelliere del
Tribunale speciale dell'Aja per il Libano (Tsl), il britannico Robin Vincent, incaricato
di processare i presunti responsabili dell'assassinio dell'ex premier, Rafik Hariri.
Lo ha riferito oggi il quotidiano Asarq al Awsat, che ha anche descritto la dinamica
dell’accaduto: Vincent ha presentato le sue dimissioni al segretario generale dell'Onu,
Ban Ki-moon, e Beirut è stata già informata in merito. Allo stesso tempo, Vincent
ha accettato la richiesta del segretario dell'Onu di rimanere al suo posto fino al
prossimo giugno, quando verrà nominato il suo successore.
Darfur Il
Sudan ha assicurato gli Stati Uniti che autorizzerà l'invio nella ragione del Darfur
di alcuni aiuti umanitari internazionali. Lo ha detto l'ex candidato alla Cassa Bianca,
John Kerry, oggi presidente della Commissione per la relazioni estere del Senato Usa,
in visita nel Paese africano. Contestualmente, Kerry ha lanciato un appello ai ribelli
del Darfur perché si impegnino a favore di una ripresa dei negoziati di pace con le
autorità del Sudan, così da porre fine al conflitto che infuria da anni nella zona.
Nigeria La
polizia nigeriana è ricorsa molto spesso a torture, esecuzioni “extragiudiziarie”
e sparizioni di persone, nel corso delle operazioni contro i gruppi armati nella zona
petrolifera nel sud del Paese. È questa la triste denuncia effettuata da Amnesty international,
che ha anche affermato che, in questa zona, le violenze perpetrate dalle forze di
polizia sono aumentate sensibilmente negli ultimi tempi. Da anni, il delta del Niger
è teatro di violenze commesse sia da gruppi armati, sia dai movimenti che rivendicano
una migliore distribuzione dei proventi ottenuti dal petrolio, sia infine da semplici
bande criminali.
Cecenia Nel giorno in cui Mosca ha posto fine ufficialmente
al regime di sicurezza antiterrorismo, in Cecenia si è avuto un nuovo scontro fra
militari russi e guerriglieri islamici. Ieri, le autorità russe hanno annunciato la
fine della cosiddetta "operazione antiterrorismo", avviata dieci anni fa in Cecenia,
ponendo in pratica fine allo stato di guerra permanente vigente nella Repubblica islamica
del Caucaso russo. Tra le tragedie vissute nell’area, ricordiamo il sequestro da parte
di terroristi della scuola di Beslan, nel 2004, conclusosi con il blitz delle forze
speciali russe. Massimiliano Menichetti haparlato della decisione di
Mosca di concludere le operazioni antiterrorismocon Giorgio Comai “dell’Osservatorio
Balcani-Caucaso”.
R. - È un’iniziativa
annunciata, da lungo tempo attesa. Dalla maggior parte degli osservatori è stata accettata
e vista in modo positivo. È mirata a rafforzare ulteriormente il potere di Kadirov
sul territorio che gestisce, e quindi deresponsabilizzando in qualche modo il governo
di Mosca e lasciando il compito della ricostruzione, anche economica, alla leadership
locale. Se questa sarà una ricetta di successo, è da vedere.
D.
- Com’era prima la lotta ai separatisti, cosa cambia adesso concretamente?
R.
- Dal ’99, era vigente questo regime di azione controterroristica in tutto il territorio
ceceno. Nelle Repubbliche vicine, come in Inguscezia o in Daghestan, si andava a costituire
ad hoc un regime di azione controterroristica per svolgere delle azioni in una città,
in un quartiere, in un centro abitato. Sul territorio è legittimo aspettarsi che continuerà
il livello di tensione attuale e questo in realtà è quello che Mosca desidera, perché
preferisce liberarsi delle responsabilità dirette di ciò che avviene e lasciare a
forze direttamente dipendenti da Kadyrov - quindi controllate localmente, composte
da locali - il compito di affrontare questi problemi.
D.
- A livello centrale per il Paese, quali vantaggi ci saranno?
R.
- I vantaggi che si aspetta Kadyrov non sono solo per quanto riguarda la lotta contro
il terrorismo nella quale, sostanzialmente, non ci saranno grossi cambiamenti, ma
si tratterebbe di qualche vantaggio economico in più grazie alla possibilità di avere
una piccola dogana interna per far accedere direttamente al territorio ceceno i finanziatori
che vengono dai Paesi del Medio Oriente.
D. - Per
quanto riguarda gli indipendentisti, la Russia dice che ne sono rimasti 500, il governo
ceceno solo 100…
R. - È oggettivamente difficile
stabilire le cifre, perché una certa parte è naturalmente nascosta nelle montagne,
come vuole in qualche modo il "mito" e la versione diffusa spesso nei media, anche
russi. Sono dei gruppi del tutto marginali e in questa fase è difficile immaginare
che possano avere un qualche successo, o anche un sostegno diffuso dalla popolazione.
D.
- Rimane ancora sul territorio una brigata, parliamo di 15 mila uomini…
R.
- Questi rimarranno di stanza, ma sono soldati all'interno di caserme che svolgono
addestramento militare come in tutte le altre regioni della Russia.
D.
- Kadirof ribadisce: la Cecenia è una moderna Repubblica, è un territorio pacifico
aperto a tutti. Si tratta di uno spaccato reale?
R.
- No, non è questa la realtà cecena. Sia per i giornalisti che per gli investitori
stranieri servono permessi specifici per andare in Cecenia. C’è una situazione economica
molto difficile, la disoccupazione raggiunge quasi il 50 per cento. Attualmente, la
situazione è in qualche modo in via di miglioramento grazie in buona parte ai fondi
che vengono dal centro federale, che però stanno diminuendo per via della crisi. Ci
vorranno molti anni per risollevare la situazione nella regione.
Moldova Il
segretario della Commissione elettorale centrale, Iuri Ciokan, ha annunciato che è
stato effettuato il riconteggio dei voti delle elezioni politiche svoltesi il 5 aprile
scorso. Il risultato finale ha confermato la larga vittoria del partito comunista
al potere e non ha evidenziato i brogli e le falsificazioni denunciati dall’opposizione.
I risultati del nuovo scrutinio verranno trasmessi alla Corte costituzionale, alla
quale si era rivolto il presidente moldavo, Vladimir Voronin, dopo le contestazioni
dell'esito elettorale da parte dell'opposizione, sfociate nei violenti disordini del
7 aprile scorso nella capitale Chisinau.
Il 29 aprile il Consiglio Nato-Russia Il
Consiglio Nato-Russia si riunirà, a livello di ambasciatori, il prossimo 29 aprile
a Bruxelles e si lavora per riunire i ministri degli Esteri nella seconda metà di
maggio. Nonostante le tensioni sollevate dalle operazioni che la Nato ha pianificato
in Georgia per maggio (ieri Mosca aveva chiesto la loro sospensione), il Consiglio
Nato-Russia tornerà a riunirsi formalmente per la prima volta dopo il congelamento
seguito alla guerra in Ossezia del sud. Ma torneranno presto ad incontrarsi anche
la stessa Russia e la Georgia: si incontreranno a Ginevra i prossimi 18 e 19 maggio
per una nuova sessione di “discussioni internazionali”, la quinta dopo il breve conflitto
dell'agosto scorso e la secessione dell'Ossezia del Nord e dell'Abkhazia, riconosciute
solo da Mosca. Lo hanno annunciato le Nazioni Unite oggi a Ginevra, mentre quasi contestualmente
è stata annunciata una visita del presidente georgiano, Mikhail Saakashvili, negli
Stati Uniti il 25 aprile prossimo, su invito del Fondo presieduto dall'ex presidente
americano, Bill Clinton. L'incontro è sotto l'egida dell'Unione Europea, dell'Onu
e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).
Thailandia Il
fondatore del movimento di protesta thailandese delle "camicie gialle" e leader del
partito anti-Thaksin dell'Alleanza del popolo per la democrazia, Sondhi Limthongkul,
è stato ferito in un agguato da due uomini armati. Secondo il medico e direttore dell’ospedale,
Vajira Limthongkul, è stato operato e non è in pericolo di vita.
Immigrazione-Lampedusa Un
medico è stato inviato sul mercantile Pinar, attualmente fermo a circa 25 miglia a
sud di Lampedusa dopo aver soccorso ieri pomeriggio 154 migranti che erano su due
barconi dalla deriva nel canale di Sicilia. Dopo aver recuperato anche un cadavere,
adesso il medico dovrà accertare le condizioni di salute degli exstracomunitari. La
nave portacontainer, che batte bandiera panamense ed è di proprietà di un armatore
turco, era diretta nel porto tunisino di Sfax prima di essere soccorsa. (Panoramica
internazionale a cura di Fausta Speranza e Antonio D'Agata)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 107 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.