2009-04-17 15:27:18

Fmi: 2009 anno terribile, ripresa nel 2010


Il 2009 sarà quasi certamente un anno terribile, con una profonda contrazione dell'economia globale”. Una ripresa dovrebbe iniziare a emergere dal 2010 ma dipenderà dalle politiche che verranno adottate ora. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) torna a ribadire l'invito a un'azione coordinata per fronteggiare la crisi in atto, visto che “non ci sono - avverte il direttore generale, Dominique Strauss-Kahn - soluzioni locali a una crisi globale”. Il Fondo fissa a grandi linee in almeno due anni la durata delle recessioni causate dal mix di crisi finanziarie e rallentamento economico globale, come quella attuale, ma soprattutto chiede politiche monetarie, fiscali e di budget coordinate. Le politiche macroeconomiche possono giocare un ruolo importante nell'attenuare la recessione e favorire la ripresa. Anche la Bce, la Banca centrale europea, fa oggi raccomandazioni: nell'economia di Eurolandia - dice il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet - “le banche svolgono un ruolo così dominante nella fornitura di credito a imprese e famiglie, che le misure non standard devono essere rafforzate - in primo luogo e soprattutto - con l'intervento e l'attiva partecipazione delle banche”. In un intervento all'assemblea annuale del Research Institute of Japan, in corso a Tokyo, Trichet si sofferma sull'attesa riunione dalla quale ci si aspetta il varo di eventuali e ulteriori misure non convenzionali, che vadano cioè al di là della leva dei tassi.

In Cile incidenti per licenziamenti
Incidenti in Cile tra le forze speciali di polizia e alcuni manifestanti, all'apertura di una giornata di protesta nazionale convocata dalla Central unitaria de trabajadores (Cut), la principale organizzazione sindacale cilena, assieme a diverse altre sigle. Molti servizi pubblici, inclusi municipi e servizi sanitari, oggi rimarranno chiusi perchè gran parte dei loro lavoratori ha aderito allo sciopero generale di protesta contro una serie di licenziamenti ritenuti ingiustificati, e attribuiti dalle aziende alla crisi economica internazionale. Stamani, un centinaio di professori è stato bloccato durante una marcia di protesta dalla polizia, che ha cercato di disperdere i dimostranti utilizzando lacrimogeni e getti d'idrante.

Usa-terrorismo
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha autorizzato, dopo un lungo dibattito interno, la pubblicazione di documenti della Cia sulle tecniche, alcune delle quali assimilabili alla tortura, sfruttate tra il 2002 e il 2005, negli interrogatori dei militanti di al Qaeda nelle prigioni segrete all'estero. Obama ha detto che l'era Bush è finita e che è giunta l'ora della riflessione, ma non quella della vendetta contro i responsabili degli abusi.

Cuba-USA
Il presidente cubano, Raul Castro, accoglie le aperture del presidente americano, Obama, e si dice disposto a dialogare “su tutto” con gli Stati Uniti a patto che il rapporto sia tra pari e che si rispetti la sovranità di Cuba. Raul Castro risponde così all’ennesima apertura fatta ieri dal capo della Casa Bianca da Città del Messico.

La visita in Messico di Obama
Gli Stati Uniti e il Messico si sono impegnati a lottare insieme contro i cambiamenti climatici e a sviluppare forme di energia non inquinanti. Lo affermano in una dichiarazione comune Barak Obama e il suo omologo messicano, Felipe Calderon, a conclusione della visita del presidente americano in Messico. Al centro del nuovo impegno saranno, indicano, “energia rinnovabile, efficienza energetica, meccanismi di mercati, sfruttamento delle foreste e della terra, lavoro ecologico, sviluppo di tecnologie con basso uso di energia dal carbone, strategie contro l'effetto serra”. Il Messico - si afferma inoltre nella dichiarazione - ospiterà la prossima sessione del Forum delle maggiori potenze mondiali sul clima.

Terremoto in Afghanistan: almeno 20 i morti
Il presidente dell'Afghanistan, Hamid Karzai, ha presentato le sue condoglianze ai responsabili locali e tribali delle zone colpite dal terremoto la scorsa notte. Il bilancio provvisorio parla di 22 persone rimaste uccise, 30 feriti e più di 200 case distrutte. Ad essere colpita è stata una zona al confine col Pakistan, fra Kabul e Jalalabad, 90 chilometri a sud-est della capitale: i distretti di Khogyani e Sherzad, nella provincia di Nangarhar. La zona al confine fra Pakistan e Afghanistan è altamente sismica,trovandosi sulla faglia fra le placche tettoniche indiana ed eurasiatica. Intanto, avvenuto a Zaranj, la capitale della provincia di Nimroz, nella parte sudoccidentale del Paese il ministro per i Rifugiati è sopravvissuto ad un attacco contro la sua residenza compiuto da due kamikaze in cui sono morti tre civili.

Pakistan
Il Pakistan potrà contare su nuove risorse pari a oltre cinque miliardi di dollari per i prossimi due anni, per la lotta alla povertà e lo sviluppo delle condizioni socio-sanitarie. È questo la decisione presa dalla conferenza del Forum degli amici del Pakistan che si è svolta oggi a Tokyo. Il presidente pakistano, Ali Zardari, aveva chiesto ai partecipanti il loro aiuto per sconfiggere la guerra contro il terrore, assicurando che, per vincerla, il Pakistan svilupperà piani a breve e a lungo termine.

Iraq
Dopo aver istigato l’uccisione di soldati americani in Iraq, un cittadino olandese di origine irachena, Wesam al-Delaema, è stato condannato a 25 anni di reclusione da un tribunale di Washington. Nel comunicato del Ministero della giustizia, si spiega che si tratta del primo insorto iracheno ad essere condannato dalla giustizia Usa per un crimine di natura terroristica contro americani in Iraq. La pena sarà scontata in Olanda grazie ad un accordo tra i due Paesi. Wesam al-Delaema, autore di video in cui si mostrava come fabbricare bombe per uccidere soldati americani in Iraq, si era dichiarato colpevole. Dalaema, 36 anni, era stato arrestato in Olanda di ritorno dall'Iraq nel 2005 ed estradato negli Usa nel 2007.

Medio Oriente
Una pace basata sulla formula “Due stati per i due popoli”. È questo il messaggio inoltrato dal presidente Abu Mazen a George Mitchell, emissario personale del presidente Usa. In sintesi, Abu Mazen, cerca di spronare ad un maggiore impegno gli Stati Uniti, invitandoli ad esercitare forti pressioni sul nuovo governo israeliano di Benyamin Netanyahu, per far sì che esso possa accettare questa formula. Intanto, arrivano le prime accuse nei confronti dell’esecutivo Netanyahu indirizzate dai dirigenti del movimento dei coloni, dopo che oggi è stato sventato un attacco palestinese in un insediamento della Cisgiordania. In particolare, i coloni denunciano la rimozione di blocchi militari israeliani in Cisgiordania (dietro pressione americana), che a loro parere facilitano gli attacchi palestinesi.

Libano
Si è dimesso, con una mossa a sorpresa, citando motivi personali, il cancelliere del Tribunale speciale dell'Aja per il Libano (Tsl), il britannico Robin Vincent, incaricato di processare i presunti responsabili dell'assassinio dell'ex premier, Rafik Hariri. Lo ha riferito oggi il quotidiano Asarq al Awsat, che ha anche descritto la dinamica dell’accaduto: Vincent ha presentato le sue dimissioni al segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, e Beirut è stata già informata in merito. Allo stesso tempo, Vincent ha accettato la richiesta del segretario dell'Onu di rimanere al suo posto fino al prossimo giugno, quando verrà nominato il suo successore.

Darfur
Il Sudan ha assicurato gli Stati Uniti che autorizzerà l'invio nella ragione del Darfur di alcuni aiuti umanitari internazionali. Lo ha detto l'ex candidato alla Cassa Bianca, John Kerry, oggi presidente della Commissione per la relazioni estere del Senato Usa, in visita nel Paese africano. Contestualmente, Kerry ha lanciato un appello ai ribelli del Darfur perché si impegnino a favore di una ripresa dei negoziati di pace con le autorità del Sudan, così da porre fine al conflitto che infuria da anni nella zona.

Nigeria
La polizia nigeriana è ricorsa molto spesso a torture, esecuzioni “extragiudiziarie” e sparizioni di persone, nel corso delle operazioni contro i gruppi armati nella zona petrolifera nel sud del Paese. È questa la triste denuncia effettuata da Amnesty international, che ha anche affermato che, in questa zona, le violenze perpetrate dalle forze di polizia sono aumentate sensibilmente negli ultimi tempi. Da anni, il delta del Niger è teatro di violenze commesse sia da gruppi armati, sia dai movimenti che rivendicano una migliore distribuzione dei proventi ottenuti dal petrolio, sia infine da semplici bande criminali.

Cecenia
Nel giorno in cui Mosca ha posto fine ufficialmente al regime di sicurezza antiterrorismo, in Cecenia si è avuto un nuovo scontro fra militari russi e guerriglieri islamici. Ieri, le autorità russe hanno annunciato la fine della cosiddetta "operazione antiterrorismo", avviata dieci anni fa in Cecenia, ponendo in pratica fine allo stato di guerra permanente vigente nella Repubblica islamica del Caucaso russo. Tra le tragedie vissute nell’area, ricordiamo il sequestro da parte di terroristi della scuola di Beslan, nel 2004, conclusosi con il blitz delle forze speciali russe. Massimiliano Menichetti ha parlato della decisione di Mosca di concludere le operazioni antiterrorismo con Giorgio Comai “dell’Osservatorio Balcani-Caucaso”.RealAudioMP3

R. - È un’iniziativa annunciata, da lungo tempo attesa. Dalla maggior parte degli osservatori è stata accettata e vista in modo positivo. È mirata a rafforzare ulteriormente il potere di Kadirov sul territorio che gestisce, e quindi deresponsabilizzando in qualche modo il governo di Mosca e lasciando il compito della ricostruzione, anche economica, alla leadership locale. Se questa sarà una ricetta di successo, è da vedere.

 
D. - Com’era prima la lotta ai separatisti, cosa cambia adesso concretamente?

 
R. - Dal ’99, era vigente questo regime di azione controterroristica in tutto il territorio ceceno. Nelle Repubbliche vicine, come in Inguscezia o in Daghestan, si andava a costituire ad hoc un regime di azione controterroristica per svolgere delle azioni in una città, in un quartiere, in un centro abitato. Sul territorio è legittimo aspettarsi che continuerà il livello di tensione attuale e questo in realtà è quello che Mosca desidera, perché preferisce liberarsi delle responsabilità dirette di ciò che avviene e lasciare a forze direttamente dipendenti da Kadyrov - quindi controllate localmente, composte da locali - il compito di affrontare questi problemi.

 
D. - A livello centrale per il Paese, quali vantaggi ci saranno?

 
R. - I vantaggi che si aspetta Kadyrov non sono solo per quanto riguarda la lotta contro il terrorismo nella quale, sostanzialmente, non ci saranno grossi cambiamenti, ma si tratterebbe di qualche vantaggio economico in più grazie alla possibilità di avere una piccola dogana interna per far accedere direttamente al territorio ceceno i finanziatori che vengono dai Paesi del Medio Oriente.

 
D. - Per quanto riguarda gli indipendentisti, la Russia dice che ne sono rimasti 500, il governo ceceno solo 100…

 
R. - È oggettivamente difficile stabilire le cifre, perché una certa parte è naturalmente nascosta nelle montagne, come vuole in qualche modo il "mito" e la versione diffusa spesso nei media, anche russi. Sono dei gruppi del tutto marginali e in questa fase è difficile immaginare che possano avere un qualche successo, o anche un sostegno diffuso dalla popolazione.

 
D. - Rimane ancora sul territorio una brigata, parliamo di 15 mila uomini…

 
R. - Questi rimarranno di stanza, ma sono soldati all'interno di caserme che svolgono addestramento militare come in tutte le altre regioni della Russia.

 
D. - Kadirof ribadisce: la Cecenia è una moderna Repubblica, è un territorio pacifico aperto a tutti. Si tratta di uno spaccato reale?

 
R. - No, non è questa la realtà cecena. Sia per i giornalisti che per gli investitori stranieri servono permessi specifici per andare in Cecenia. C’è una situazione economica molto difficile, la disoccupazione raggiunge quasi il 50 per cento. Attualmente, la situazione è in qualche modo in via di miglioramento grazie in buona parte ai fondi che vengono dal centro federale, che però stanno diminuendo per via della crisi. Ci vorranno molti anni per risollevare la situazione nella regione.

 
Moldova
Il segretario della Commissione elettorale centrale, Iuri Ciokan, ha annunciato che è stato effettuato il riconteggio dei voti delle elezioni politiche svoltesi il 5 aprile scorso. Il risultato finale ha confermato la larga vittoria del partito comunista al potere e non ha evidenziato i brogli e le falsificazioni denunciati dall’opposizione. I risultati del nuovo scrutinio verranno trasmessi alla Corte costituzionale, alla quale si era rivolto il presidente moldavo, Vladimir Voronin, dopo le contestazioni dell'esito elettorale da parte dell'opposizione, sfociate nei violenti disordini del 7 aprile scorso nella capitale Chisinau.

Il 29 aprile il Consiglio Nato-Russia
Il Consiglio Nato-Russia si riunirà, a livello di ambasciatori, il prossimo 29 aprile a Bruxelles e si lavora per riunire i ministri degli Esteri nella seconda metà di maggio. Nonostante le tensioni sollevate dalle operazioni che la Nato ha pianificato in Georgia per maggio (ieri Mosca aveva chiesto la loro sospensione), il Consiglio Nato-Russia tornerà a riunirsi formalmente per la prima volta dopo il congelamento seguito alla guerra in Ossezia del sud. Ma torneranno presto ad incontrarsi anche la stessa Russia e la Georgia: si incontreranno a Ginevra i prossimi 18 e 19 maggio per una nuova sessione di “discussioni internazionali”, la quinta dopo il breve conflitto dell'agosto scorso e la secessione dell'Ossezia del Nord e dell'Abkhazia, riconosciute solo da Mosca. Lo hanno annunciato le Nazioni Unite oggi a Ginevra, mentre quasi contestualmente è stata annunciata una visita del presidente georgiano, Mikhail Saakashvili, negli Stati Uniti il 25 aprile prossimo, su invito del Fondo presieduto dall'ex presidente americano, Bill Clinton. L'incontro è sotto l'egida dell'Unione Europea, dell'Onu e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

Thailandia
Il fondatore del movimento di protesta thailandese delle "camicie gialle" e leader del partito anti-Thaksin dell'Alleanza del popolo per la democrazia, Sondhi Limthongkul, è stato ferito in un agguato da due uomini armati. Secondo il medico e direttore dell’ospedale, Vajira Limthongkul, è stato operato e non è in pericolo di vita.

Immigrazione-Lampedusa
Un medico è stato inviato sul mercantile Pinar, attualmente fermo a circa 25 miglia a sud di Lampedusa dopo aver soccorso ieri pomeriggio 154 migranti che erano su due barconi dalla deriva nel canale di Sicilia. Dopo aver recuperato anche un cadavere, adesso il medico dovrà accertare le condizioni di salute degli exstracomunitari. La nave portacontainer, che batte bandiera panamense ed è di proprietà di un armatore turco, era diretta nel porto tunisino di Sfax prima di essere soccorsa. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza e Antonio D'Agata)

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 107

 
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