2009-04-16 15:55:35

Padre Cantalamessa al Capitolo delle Stuoie: portare le masse alla Chiesa attraverso Cristo


La testimonianza, la penitenza e il digiuno, la gratitudine: sono i temi che stanno animando il dibattito del Capitolo internazionale delle Stuoie, aperto ieri pomeriggio ad Assisi, nell’ottavo centenario delle Origini della famiglia francescana, a partire dall’approvazione della Regola di San Francesco da parte del Papa Innocenzo III, nel 1209. Il servizio di Roberta Gisotti.RealAudioMP3

Sono arrivati da 65 Paesi di ogni continente i 2000 frati in rappresentanza dei 35 mila francescani delle quattro famiglie, convocati ad Assisi per questo storico raduno mondiale, presenti anche francescani di altre confessioni religiose. “Come dalla Porziuncola Francesco inviò i primi frati per andare a due a due per il mondo – ha osservato ministro generale dei Frati Minori, il padre José Rodriguez Carballo, nel suo saluto inaugurale – così anche noi idealmente vogliamo ripartire da qui per portare il messaggio evangelico della pace e della riconciliazione ad ogni cuore affranto”, non dimenticando - ha detto padre Carballo - di esprimere la sua vicinanza a tutti i terremotati dell’Abruzzo. Ad aprire i lavori del Capitolo è stato padre Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, al nostro microfono:

 
D. - Padre Cantalamessa lei ha osservato che Francesco si assunse il compito che la Chiesa gerarchica di allora non poteva assolvere, neppure mediante il suo clero, quello di raggiungere direttamente le masse popolari. In che modo questo agire di Francesco interpella oggi i suoi seguaci?

 
R. – Per motivi diversi, anche oggi, vediamo che le masse, specialmente in alcuni Paesi, tra cui in Europa, si sono alienati dalla Chiesa istituzionale e che, anche a causa di malintesi, non riescono più a trovare Gesù attraverso la Chiesa. Io credo che sia vera l’intuizione di Innocenzo III, cioè che la Chiesa deve utilizzare questi suoi fedeli, questi figli, tra l’altro, fedelissimi, perché Francesco era davvero tutto cattolico e apostolico, per far accettare la Chiesa avendo accettato Gesù. Il compito dei francescani, ma non solo il loro, è quello di portare la gente ad un primo incontro col Vangelo, con Gesù Cristo, perché una volta che uno ha trovato Cristo poi non è difficile trovare la Chiesa. Si capisce che la Chiesa è il luogo dove si vive il Vangelo, occorre questo. Ho detto nella mia relazione che ci sono masse che non riescono più a trovare Gesù nella Chiesa e bisogna che riscoprano la Chiesa riscoprendo Gesù.
 D. – Padre Cantalamessa, un ruolo importante, dentro le famiglie francescane, ha il laicato…

 
R. - Sì, il movimento francescano nella sua prima fase, che è quella che commemoriamo quest’anno, era un movimento di tutti laici ed era un movimento laicale che poi ben presto, naturalmente, si è espanso e, quindi, ha assunto, per ragioni anche giuridiche, una forma sempre più clericale, ma oggi nell’Ordine francescano si sta riscoprendo fortemente questa dimensione iniziale laicale, non esclusivamente laicale, ma dove il laicato ha una grande funzione proprio perché Francesco voleva che tutti fossero fratelli e non voleva distinzione. Infatti, anche noi francescani non ci chiamiamo padre, reverendo, o con altri titoli, ci chiamiamo 'fra', cioè fratelli, dal ministro generale fino all’ultimo siamo dei fratelli. Il distacco tra il clero e i laici non dovrebbe essere così forte. Francesco ha voluto gettare un ponte a suo tempo tra il clero e il popolo e credo che questo sia un compito ancora attuale.







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