Le Superiore Maggiori d'Italia a Roma per l'Assemblea nazionale Usmi
Si aprirà domani a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, la 56.ma Assemblea
nazionale dell’Unione Superiore Maggiori d’Italia (Usmi), sul tema “Quale profezia
della vita religiosa femminile oggi in ascolto della Parola”. L’incontro trae ispirazione
dal Sinodo dei Vescovi dello scorso ottobre. Alla luce della riflessione sinodale,
le religiose desiderano porsi in ascolto di quelle “parole” che emergono dai settori
del loro servizio e dalle persone cui sono inviate, per poter testimoniare la “Parola”
in ogni ambito sociale e culturale. Sulle finalità di questo incontro si sofferma
al microfono di Amedeo Lomonaco madre Regina Cesarato, vicepresidente
dell’Usmi:
R. – Soprattutto
la focalizzazione dell’ascolto e della Parola, che è sintonia anche con il cammino
della Chiesa, con il Sinodo sulla Parola. Si deve risuscitare lo spirito di profezia
della vita religiosa femminile in Italia non perché sia spenta ma perché viviamo in
situazioni sempre nuove che ci interpellano profondamente come un grido che viene
dalla Parola, quindi dall’Alto. Ma è anche un grido che viene dal basso, dalle situazioni
dell’umanità.
D. – Il contesto socio-culturale interpella
dunque la vita religiosa. Come, in particolare, le donne consacrate possono rispondere
ad una società sempre più secolarizzata?
R. – Penso
che possano rispondere attraverso una testimonianza che parte dalla propria femminilità
consacrata, nell’essere donne consacrate, cioè riservate a Dio, ma anche riservate
alle situazioni, per dare delle risposte alle povertà. Anche in una società secolarizzata
penso che la testimonianza di una vita donata al servizio di Dio e degli altri sia
una grossa provocazione, una specie di profumo che viene versato in pura gratuità,
pur nella fragilità umana ma che è destinato ad interrogare. Speriamo che interroghi
…
D. – Cosa significa oggi essere in ascolto della
Parola?
R. – Fare una sintesi tra il grido che viene
dalla Parola, la Parola di Dio, che ha sempre il primato assoluto, che ci costituisce
come Chiesa, come comunità, ma anche essere in ascolto dell’altro grido che viene
dal basso. Fare questa sintesi dentro al proprio cuore, dentro alla propria vita,
e farne dimensione di carità. Quindi, il grido del mondo, il grido dei giovani ma
soprattutto l’ascolto del cuore.
D. – E quando si
ascolta la Parola, questa Parola risuonata nella Creazione, nella Redenzione, quali
frutti porta?
R. – Come dice il profeta, la Parola
sempre arriva ed è feconda; porta sempre frutto, come la pioggia. Noi concretamente,
per la situazione in Italia, speriamo che porti frutti di carità, perché questo è
il massimo, proprio, della vita cristiana. Speriamo porti frutti di attenzione all’altro,
di ascolto della propria situazione, ma anche di risposta ai bisogni fondamentali.
Certamente, un bisogno profondo è quello della ricerca di Dio, del suo volto, del
senso della vita e su questo soprattutto ci interpellano oggi i giovani.