2009-04-14 14:57:56

Fidel Castro: bene le aperture di Obama ma Cuba non vuole elemosine


Dopo le aperture volute da Obama nei confronti di Cuba, Fidel Castro ha chiesto al presidente americano Obama la fine del “blocco” contro l'isola caraibica e ha rifiutato “qualsiasi elemosina”. Cuba - afferma tuttavia l'ex presidente cubano - “non accusa Obama delle atrocità commesse da altri governi degli Stati Uniti” e non dubita della “sua sincerità e della sua volontà di cambiare la politica e l'immagine degli Stati Uniti”, piuttosto sottolinea che ora “ci sono le condizioni perchè Obama sfrutti la sua capacità a condurre una politica costruttiva per porre fine a quella che è fallita per quasi cinquant'anni”. Castro ribadisce che “Cuba ha resistito e resisterà ancora, non tenderà la mano per chiedere l'elemosina, andrà avanti con la testa alta”, offrendo la propria “disponibilità a dialogare con Obama per normalizzare i rapporti sulla base del rispetto rigoroso della sovranità”. In particolare, Obama ha revocato le restrizioni ai viaggi e alle rimesse dei cubano-americani che hanno ancora parenti a Cuba, oltre ad annunciare la liberalizzazione nel settore delle telecomunicazioni tra i due Paesi. Obama ha anche chiesto di studiare l'ipotesi di collegamenti aerei diretti tra i due Paesi. Si tratta del primo cambiamento di rotta significativo in decenni di frizioni tra Stati Uniti e Cuba e coincide con sforzi in corso al Congresso per la revoca totale dell'embargo americano. L'annuncio, alla vigilia del Vertice delle Americhe che si aprirà questa settimana a Trinidad, risponde alle pressioni dei leader latino americani per una normalizzazione delle relazioni tra Stati Uniti e Cuba.

Pakistan
Il presidente pakistano, Asif Ali Zardari, ha promulgato ieri sera il regolamento che introduce la legge islamica (sharia) in parte della inquieta regione del nordovest, inclusa la valle dello Swat. Dunque, dopo poche ore dalla raccomandazione dettatagli dal parlamento, Zardari ha preso la decisione che permette l’entrata in vigore definitiva dell’accordo raggiunto nello Swat il 16 febbraio scorso fra il governo e i gruppi talebani più radicali che, in cambio, accettano di deporre le armi. Intanto, non tardano ad arrivare le polemiche. Numerose nazioni occidentali, fra le quali gli Usa, hanno definito retrograda l'intesa che è vista come un cedimento nei confronti dei talebani che, a dir loro, ottengono molto concedendo poco.

Afghanistan
Un soldato della Nato la cui nazionalità non è stata rivelata è rimasto ucciso ieri nell'esplosione di una bomba nell'Afghanistan meridionale, dove dall'inizio dell'anno hanno perso la vita 85 militari appartenenti alle forze internazionali. “Un soldato della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) della Nato è stato ucciso ieri da un ordigno esplosivo nel sud”, ha reso noto oggi la stessa Isaf in un comunicato.

Iraq
Amnesty International ha chiesto alle autorità del Kurdistan iracheno di controllare gli eccessi dei quali le loro forze di sicurezza, secondo un rapporto dell'organizzazione umanitaria, si sono rese responsabili. La regione autonoma del nord dell'Iraq è stata relativamente risparmiata dalle violenze che hanno insanguinato il resto del Paese e il governo locale “ha fatto importanti progressi nel campo dei diritti umani”. “Persistono però problemi come arresti arbitrari, torture, attacchi contro i giornalisti e la libertà di espressione e violenze contro le donne cui bisogna far fronte con urgenza”, afferma in un comunicato il responsabile del programma di Amnesty per il Medio Oriente e l'Africa, Malcolm Smart. Nel rapporto sul Kurdistan iracheno, basato su una serie di rilevamenti effettuati nel marzo 2008, l'organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani elenca una serie di abusi attribuiti alle forze di sicurezza locali ed afferma che le autorità hanno il dovere “di prendere provvedimenti concreti per riportarle sotto il loro controllo e per renderle pienamente responsabili davanti alla legge”.

Siria-Libano
Dopo che nei mesi scorsi sono stati formalmente avviati rapporti per la prima volta nella storia moderna dei due Paesi, la Conferenza sulle relazioni siro-libanesi si è aperta oggi a Damasco. All’evento, che durerà fino a domenica prossima e che affronterà il tema dei rapporti politici, sociali, culturali ed economici, parteciperanno circa 150 intellettuali e studiosi provenienti da Siria e Libano, Paesi divisi negli ultimi tre anni da forti tensioni, soprattutto dopo l’assassinio, nel 2005 a Beirut, dell’ex premier libanese, Rafik Hariri.

Turchia
La polizia turca ha arrestato stamani all'alba più di 40 persone nell'ambito di una vasta operazione contro le infiltrazioni dell'organizzazione terroristica curda Pkk nel partito filo-curdo Dtp e nelle ong curde. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa Anadolu. Sono finiti in carcere anche il vicepresidente del Partito della società democratica (Dtp), Kamuran Yuksek, e l'avvocato del leader del Pkk Abdullah Ocalan, Seracettin Irmak. Le forze di sicurezza hanno anche perquisito una tv locale, Gun TV, che trasmette da Diyarbakir, nella zona curda del nordest.

Thailandia
Sono cessate in Thailandia le proteste anti governative delle "magliette rosse" fedeli all'ex premier, Thaksin Shinawatra, rovesciato dal golpe militare del 2006. L'esercito è duramente intervenuto ieri e negli scontri due persone sono morte, mentre diverse centinaia sono rimaste ferite. Intransigente anche la linea politica adottata dal primo ministro, Abhisit Vejjajiva, che ha dichiarato di non voler negoziare con Thaksin. Per un aggiornamento sulla situazione Stefano Leszczynski ha raggiunto telefonicamente a Bangkok Stefano Vecchia, giornalista esperto di Estremo Oriente:RealAudioMP3

R. - Sono appena rientrato dal Palazzo del governo, che attualmente va svuotandosi degli occupanti, che si portano via le loro cose e si incolonnano verso i centri di raccolta, istituiti dal governo, e verso gli autobus che li riporteranno nelle città di provenienza. I militari sono entrati in forze e stanno setacciando tutto il complesso, perché c’è il rischio che ci siano degli ordigni inesplosi.

 
D. - Resta comunque lo stato d’emergenza. Questo cosa indica per il prossimo futuro?

 
R. - È una misura ancora necessaria, finché la situazione non si sarà del tutto normalizzata. Anche perchè lo stato d’emergenza costringe la popolazione a non raggrupparsi e quindi a non ostacolare eventuali manovre delle forze di sicurezza e, nello stesso tempo, consente l’utilizzo dell’esercito per la strada.

 
D. - I manifestanti non hanno comunque ottenuto nulla delle rivendicazioni che avanzavano...

 
R. - Era una rivolta, a questo punto, senza speranza. Ieri sera, sono iniziati i primi sintomi di insofferenza della popolazione locale contro i blocchi stradali e contro le violenze dei manifestanti. Ricordo che gli unici due morti sinora in tutta questa vicenda sono due commercianti, che in uno scontro con i manifestanti sono rimasti colpiti da colpi di arma da fuoco.

 
D. - In tutto questo, la situazione politica resta praticamente inalterata...

 
R. - Questa protesta lascerà comunque dei segni e l’importante è che i segnali di malcontento vengano finalmente raccolti, perché la Thailandia è governata da gruppi di potere tradizionali e le "camice rosse" in qualche modo rappresentavano un elemento di rottura, un emergere della realtà di base del Paese. È probabile che il primo ministro, Abhisit Vejjajiva - che ha già gestito l’emergenza evitando anche che i militari ad un certo punto prendessero in mano la situazione con un nuovo colpo di Stato - è auspicabile che prenda atto di queste necessità e di queste rivendicazioni e le faccia proprie in ambito politico.

 
Corea del Nord
Dopo una settimana di stallo, il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha condannato la Corea del Nord per il lancio dello scorso 5 aprile di quello che per Stati Uniti e Giappone è stato un missile balistico. Nella dichiarazione - che ha peso morale ma valore meno vincolante di una risoluzione - si chiede che le sanzioni esistenti contro la Corea del Nord siano applicate. Nel testo non si precisa se il lancio sia stato di un missile - come sostenuto da Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud - o di un satellite per telecomunicazione, come affermato da Pyongyang. Il lancio di un missile costituisce una violazione della risoluzione Onu 1718. Da parte sua, la Corea del Nord ha risposto definendo non “più necessari” i colloqui a sei sul processo di denuclearizzazione e annunciando la riapertura degli impianti.

Algeria
Il presidente algerino, Abdelaziz Bouteflika, è stato riconfermato in carica per il suo terzo mandato consecutivo con il 90,23 % dei consensi nelle elezioni del 9 aprile scorso. Lo ha annunciato oggi il Consiglio costituzionale, proclamando ufficialmente la rielezione di Bouteflika alla carica di capo dello Stato sulla base dei risultati definitivi. Il tasso di partecipazione è stato del 74,56 per cento. Al secondo posto si è classificato Moussa Touati, presidente del Partito dei lavoratori (Pt, trotzkista), con il 4,5 per cento dei suffragi. Bouteflika, che ha 72 anni, è stato eletto per la prima volta nel 1999 e riconfermato nel 2004.

Somalia
Un'altra nave è stata sequestrata oggi da pirati al largo della Somalia: si tratta di una nave greca "MV Irene E.M." , con 22 marinai filippini a bordo. Battente bandiera di St Vincent, il cargo è di proprietà della Compagnia "Chian Spirit Maritime Entereprises Ltd.", con base nel Pireo.

Israele: governo riunito in attesa dell’inviato Usa
Il nuovo governo israeliano è gia impegnato a definire la propria linea politica nei confronti dei palestinesi, mentre sta per tornare nella zona George Mitchell, l'emissario personale del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama. Ieri, il premier, Benyamin Netanyahu, ha convocato il ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, e il ministro della difesa, Ehud Barak, per una prima consultazione approfondita sul tema. In un recente discorso al parlamento della Knesset, Netanyahu ha assicurato da un lato che Israele “non vuole dominare un altro popolo”, ma dall'altro si è astenuto dall'assecondare la formula dei “due Stati per i due popoli”, che invece resta alla base della politica mediorientale elaborata da Obama. Lieberman, da parte sua, ha affermato che Israele non si sente impegnato dal “processo di Annapolis”, ossia dalla Conferenza indetta da George Bush nel 2007 per raggiungere la meta dei “due Stati”. Mitchell è atteso a Gerusalemme giovedì 16 e nella sua attuale missione ha incluso anche il Cairo e Ramallah. Da parte sua, Netanyahu prevede di incontrare Obama a Washington, all'inizio di maggio.

Moldova
I tre principali partiti di opposizione in Moldova chiedono che le elezioni parlamentari del 5 aprile scorso siano dichiarate nulle e che si vada nuovamente al voto. Parlando in una conferenza stampa a Chisinau, il leader del partito liberaldemocratico, Vlad Filat, ha parlato di accertate falsificazioni delle liste elettorali e ha confermato che, dunque, l'opposizione non parteciperà domani alle operazioni di riconteggio dei voti, autorizzata dal presidente Vladimir Voronin. Nei giorni scorsi, Voronin aveva chiesto il riconteggio dei voti facendo un passo che sembrava andare incontro all'opposizione, dopo le violente proteste di piazza del 7 aprile per contestare la schiacciante vittoria dei comunisti (50%).

Due poliziotti uccisi in Daghestan
Due poliziotti sono stati uccisi oggi in Daghestan, Repubblica autonoma del Caucaso settentrionale confinante con la Cecenia. Sconosciuti hanno attaccato con un'arma automatica i due poliziotti a Makhachkala, capitale del Daghestan. I due sono morti sul colpo. Scontri a fuoco tra forze dell'ordine e gruppi per lo più legati alla rivolta in Cecenia sono frequenti in Daghestan.

Sri Lanka
L'esercito di liberazione delle Tigri Tamil (Ltte), che da anni combatte per l'indipendenza in Sri Lanka, si è detto stamattina pronto ad un “incondizionato e permanente cessate-il-fuoco” che possa condurre a negoziati di pace. Nel comunicato, diramato nel secondo e ultimo giorno della tregua voluta dall'esercito dello Sri Lanka in occasione del capodanno Tamil, i ribelli delle Tigri scrivono che la tregua di due giorni serve solo per creare un’impressione di impegno su false promesse. I ribelli denunciano che, nonostante la tregua, l'esercito di Colombo ha continuato a bombardare postazioni Tamil e a colpire civili.

Indonesia
Le elezioni generali del 9 aprile scorso in Indonesia sono state caratterizzate da “un gran numero di frodi ed errori amministrativi”. Lo hanno denunciato oggi i responsabili di una dozzina di partiti, minacciando di ricorrere alla giustizia. Si tratta delle “peggiori elezioni” dall'avvento della democrazia nel 1998, affermano in un comunicato i responsabili, fra i quali gli ex presidente ,Megawati Sukarnoputri, e Abdurrahman Wahid. Le elezioni legislative sono state vinte dal Partito democratico (Pd) del presidente, Susilo Bambang Yudhoyono ,con circa il 20% dei voti, nettamente in testa rispetto agli altri 37 partiti in gara. Non prima dell'inizio di maggio saranno resi noti i risultati ufficiali della tornata.

Bolivia
Il Congresso boliviano ha adottato questa mattina la nuova legge elettorale, che regolamenterà le elezioni presidenziali e legislative previste per il prossimo 6 dicembre. In seguito alla decisione, il presidente Evo Morales ha interrotto lo sciopero della fame che aveva intrapreso da sei giorni. Lo si apprende da fonti governative. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 104

 

 
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