Nelle Filippine, i Padri Clarettiani al lavoro per la pace, lo sviluppo e il dialogo
con i musulmani
L’impegno per la pace, la promozione dello sviluppo e la grande sfida del dialogo
fra cristiani, musulmani e popolazioni tribali. Questi gli ambiti che hanno contraddistinto
la presenza missionaria dei Padri Clarettiani, da oltre 50 anni a Basilan, nella Regione
autonoma filippina del Mindanao musulmano. Qui, i religiosi hanno costruito scuole,
fondato parrocchie e realizzato un ospedale, gettando le basi per un futuro di pace.
Ad Isabella, sorge il solo istituto educativo di ispirazione religiosa nell’isola,
mentre a Tumahubong è stata ricostruita recentemente la scuola parrocchiale di San
Vincente Ferrer, per due volte rasa al suolo dagli islamisti. Importante, poi, l’impegno
dei Clarettiani in favore delle popolazioni indigene dell’area, destinatarie di numerosi
progetti di sviluppo. Tra le figure che in questi decenni hanno dato impulso all’agire
missionario dei Padri Clarettiani - ricorda ad Asianews padre Eduardo Apungan - spiccano
quella del defunto vescovo, Jose Maria Querexeta, e di padre Angel Calvo - che molto
operò per la pace e il dialogo interreligioso - di padre Eduardo Monge e padre Fernando
Blanco, entrambi rapiti da gruppi estremisti, e di padre Rohel Gallardo, ucciso qualche
anno fa a Tumahubong. Tra le difficoltà e la costante minaccia di violenze - spiega
in conclusione padre Apungan - a motivare l’impegno missionario dei Clarettiani a
Basilan è la profonda convinzione “che rimanere nell’isola” e “dare una mano agli
ultimi fratelli e sorelle cristiani e musulmani” dia un “significato profondo” alla
loro missione. (C.D.L.)