2009-04-12 16:09:43

Il messaggio salvifico della Pasqua nel continente africano


In Africa il messaggio salvifico della Pasqua incoraggia a proseguire lungo il percorso tracciato da Benedetto XVI, che nel suo recente viaggio apostolico ha esortato gli africani a farsi popolo della speranza, contro la corruzione, i conflitti tribali, le ingiustizie e le divisioni spesso alimentate da interessi internazionali. Claudia di Lorenzi ha raggiunto telefonicamente Padre Luigi Morel, missionario dei Padri Bianchi a Nairobi, in Kenya:RealAudioMP3

R. – Il Papa ha messo l’accento su qualcosa di molto bello. Diversi anni ho passato in Africa, qui in Kenya solo due anni, sono stato in Uganda, in Mozambico, in terra di dittatura e di guerra. In quel momento era molto chiaro quanto forte fosse il messaggio della speranza del Vangelo. Qui in Kenya vuol dire poter avere coraggio nella vita, nell’impegno di tutti i giorni anche davanti alle disgrazie, che possono essere le malattie incurabili oppure situazioni che non sono state affrontate perché non so, la sicurezza non c’è oppure la polizia è inefficiente o la gente perde i soldi a causa della corruzione, per cui si ritrovano così senza niente quando avrebbero avuto delle possibilità. La speranza, dunque, è in tutto questo. Sì, è vero, certa gente si dispera, ma tanti hanno il coraggio di riprendersi, un po’ come – potremmo dire – l’erba che viene buttata giù dal vento ma poi si riprende e si tira su. La Chiesa diventa anche un punto di riferimento, c’è qualcosa di solido che attrae, qualcosa che dà coraggio nella vita: questo è il messaggio della Pasqua. Che il Papa abbia messo l’accento sulla speranza nel suo viaggio ci ha aiutato a non perderci d’animo, perché i problemi sono tanti.

 
D. - E la Pasqua rinnova anche gli auspici affidati al prossimo Sinodo dei vescovi per l’Africa, che per il popolo africano, piagato da malattie, conflitti e ingiustizie sociali, chiede “pace, giustizia e riconciliazione”…
 R. – Qui dove sono, siamo circondati da case dove le persone hanno un lavoro, hanno anche una vita abbastanza buona. A qualche centinaio di metri ci sono le baraccopoli, per cui ci sono i due contrasti tra chi può permettersi una vita diremmo normale e una vita fatta di stenti e di un lavoro che non è mai sicuro, che è mal pagato. Eppure, in tutto questo io penso che il messaggio sia quello della speranza perché anche chi sta relativamente bene, si trova confrontato con delle fragilità della società, sia a causa del governo, sia a causa dell’economia, sia a causa di quella mancanza di protezione che qui le strutture non possono dare né danno. Ed è lì dove appunto il Vangelo aiuta a fare quel passo che veramente è molto importante anche dal punto di vista della Pasqua.

 
D. - Un messaggio di speranza che sollecita la Chiesa africana ad un rinnovamento della fede e dell’impegno al servizio dell’evangelizzazione…
 R. – E’ vero: un forte lancio è stato fatto nei decenni passati. Poi, adesso, non vogliamo adagiarci sugli allori dicendo che abbiamo finito, che adesso ci sono le Chiese e che siamo a posto: c’è tutto un lavoro di approfondimento della fede, di dialogo con altre realtà religiose … Quindi, anche questo penso che diventi un approfondimento della fede. E’ un continuo slancio missionario, anche perché il Vangelo comporta un po’ tutto questo!







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