2009-04-11 20:08:31

Salgono a 293 le vittime del sisma in Abruzzo. La solidarietà del Papa per i terremotati


Il conto delle vittime del terremoto in Abruzzo continua a salire, perché a quasi una settimana dal sisma, le macerie continuano a restituire corpi senza vita. Oggi il recupero di altri tre, il che porta il numero dei morti a 293. La procura dell’Aquila, che ha attrezzato un ufficio di fortuna, è quanto mai intenzionata a far luce su quanto accaduto, a scoprire se alcune palazzine siano davvero state costruite con sabbia marina, o in altri casi senza ferro. Verranno quindi sequestrate le macerie e sigillate le strutture. Intanto si moltiplicano i gesti di solidarietà, tra questi anche quello del Papa che ha offerto ai terremotati una consistente somma di denaro per le necessità più urgenti. Il servizio di Giancarlo La Vella RealAudioMP3

Negli occhi di milioni di persone sono ancora vive le immagini della cerimonia funebre di ieri, quando il cardinale Tarcisio Bertone, ha presieduto i funerali di 205 vittime del sisma di lunedì scorso. Al microfono di Luca Collodi, il segretario di Stato parla con commozione di quei momenti:RealAudioMP3

R. - Di fronte ad una molteplicità di bare, anche di bambini, di giovani, e di fronte a tanta gente sofferente, il cuore manifesta la sua compassione nel senso letterale del termine. Quindi, non ci si può trattenere. Ho visto tanta fede, tanto ringraziamento per la vicinanza del Papa, tanto affidamento. Credo che questo sia un segno intanto di piena comunione e di partecipazione non solo del Papa con i feriti e i sofferenti, ma anche dei sofferenti col Papa stesso: è un segno di fede. La fede dà questo supplemento di forza per ricostruire, per ricostruirsi interiormente anzitutto, per ricostruire la speranza nel futuro e poi per ricostruire le nostre città, per ricostruire la pace e la speranza.

D. – Cardinale Bertone, girando in questi giorni i campi, molti si aggrappano alla fede. Molti però si chiedono perché Dio permette tutto questo...

R. – Questa è la domanda che ho posto anch’io, sul silenzio di Dio. Rispondiamo, però, che il nostro Dio è il Dio crocifisso per noi, per la nostra salvezza, è un Dio vicino, un Dio amico, un Dio che ci prende anche in questi momenti per farci rinascere e far rinascere la volontà di ripartire e la speranza.

D. – E qui c’è speranza, in Abruzzo?

R. – Qui c’è tanta speranza di ricostruire e di ripartire. E non dobbiamo attutire la speranza, ma dobbiamo alimentare la speranza e rafforzare la speranza con la solidarietà.

Come ricordato, la Santa Sede si sta adoperando in molte circostanze - anche con una sua squadra di Vigili del Fuoco presente sul posto - per alleviare i bisogni di chi ha perso tutto dopo la terribile scossa del 6 aprile, compresi i molti sacerdoti e suore che oggi vivono come sfollati. Il direttore dei Servizi di sicurezza e protezione civile, nonché comandante della Gendarmeria vaticana, Domenico Giani, racconta, al microfono di Luca Collodi, un episodio che ha visto protagonisti i suoi uomini:RealAudioMP3

R. - Una cosa molto bella è stata quella che il Santo Padre, tramite il suo segretario, ha voluto donare un calice e anche i paramenti per celebrare la Messa al parroco di Onna, che ha perso tutto e non aveva niente per poter celebrare la Santa Messa della Notte di Pasqua. Si è rivolto ai nostri Vigili del Fuoco, i quali hanno poi girato la domanda ai nostri superiori e immediatamente è stato inviato subito questo dono a nome del Santo Padre.

D. - Un gesto, attraverso i Vigili del fuoco dello Stato della Città del Vaticano, che riaccende la speranza della Pasqua nel dramma del terremoto …

R. – Accompagnando ieri il segretario di Stato e mons. Georg nell’ospedale da campo, una cosa molto bella è stata quella di vedere che comunque c’è una grande fede. Il popolo non ha perso la speranza e veramente ripone nel Signore questa speranza che è anche la speranza della Pasqua.

Tra le infinite storie drammatiche o a lieto fine degli scampati al sisma, figurano a buon diritto quelle di coloro che hanno subito cercato un gesto di riscatto dal disastro che aveva piegato loro e la loro città. E’ il caso di un panificio dell’Aquila, che poche ore dopo il terremoto ha riaperto i forni senza interruzione. Uno dei nostri inviati nel capoluogo abruzzese, Massimiliano Menichetti, ha raccolto la testimonianza della titolare del panificio:RealAudioMP3

R. - Il panificio aquilano panifica dal giorno proprio della scossa, cioè non ci siamo fermati mai: notte e giorno, notte e giorno.

D. - Quindi, in un certo qual modo è anche un segno di speranza...

R. - Certo, sia per noi, che abbiamo perso casa e tutto, e per gli altri. La vita deve continuare, non si deve fermare.

D. - Lei mi diceva che ha avuto la casa distrutta, eppure è qui con un bel sorriso...

R. - Esatto, perché non mi devo abbattere, devo andare avanti, altrimenti è tremendo. L’unica cosa è la notte, nel letto, quando il pensiero va alla casa, va a come si potrà continuare ... Il giorno, però, devo continuare.

D. - Dove dorme?

R. - Nella macchina, finora. Stiamo nella macchina.

D. - Domani è Pasqua e io vedo qui sul bancone dei dolci pasquali. Come passerete la Pasqua?

R. - Cerchiamo di passarla come le altre feste di Pasqua, tutti insieme. Dobbiamo far vedere che è Pasqua. Neanche questo ci deve distruggere, dobbiamo andare avanti.

D. - Qual è il suo appello, dato che un panificio e il pane, si sa, è il primo alimento...

R. - Il pane è vita, il pane è vita.

Instancabile, e anch’egli costretto nella condizione di sfollato, in questi giorni l’arcivescovo dell’Aquila, mons. Giuseppe Molinari, vive spostandosi fra le varie tendopoli per confortare i fedeli della sua diocesi e garantire assistenza spirituale, oltre che materiale. Un conforto che ieri, al termine dei funerali, lo ha portato a invocare con forza dal cielo la possibilità di una storia di rinascita, dopo “un’assurda storia di morte”. Fabio Colagrande gli ha chiesto di ritornare su queste sue parole:RealAudioMP3

R. - Il Signore deve aiutarci a fare questo passaggio e naturalmente lui ci vuole aiutare e noi dobbiamo aprirci alla sua grazia, alla sua potenza, alla sua bontà e alle sue parole proprio per guardare la nostra vita e il mondo con occhi diversi, con gli occhi della fede. Ha detto Gesù: cercate prima di tutto il regno di Dio e tutto il resto vi sarà dato. Se sappiamo vivere la fede come totale abbandono nelle mani del Signore, come un lasciarci guidare da lui, come un credere alle sue parole sul serio, allora troveremo anche la via della ricostruzione, di una speranza nuova, di un futuro pieno di speranza per tutti.

D. - Quale augurio di Pasqua può fare ai nostri ascoltatori in questo momento così doloroso anche personalmente per lei…

R. - Un augurio a tutti a guardare all’essenziale. Il terremoto ci fa fare a tutti questa esperienza dolorosa ma che è anche una liberazione: ci fa capire cosa è più importante, cosa vale di meno, a cui non vale la pena attaccare il nostro cuore. Quello che dobbiamo cercare con tutto il cuore è quello che ci ha detto Gesù Cristo, quello che dà senso e valore alla nostra vita, e lo auguro a me e a tutti. Tutti siamo invitati a tornare all’essenziale, a riscoprire i veri valori, della fede ma anche dell’amore, della solidarietà e della speranza. (Montaggio a cura di Maria Brigini)
  







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