2009-04-11 14:51:11

Lettera del Papa al cardinale Biffi per il nono centenario della morte di Sant’Anselmo


L’importanza di approfondire il rapporto tra fede e ragione è stata ribadita da Benedetto XVI in una lettera al cardinale Giacomo Biffi, arcivescovo emerito di Bologna, nominato suo Inviato Speciale alle celebrazioni del nono centenario della morte di Sant’Anselmo, che si terranno ad Aosta dal 19 al 26 aprile. Il Papa ricorda il grande vescovo e dottore della Chiesa, nato ad Aosta nel 1033, monaco benedettino nel monastero di Bec nella Normandia, in Francia, e poi arcivescovo di Canterbury: durante la sua vita ha insegnato a progredire sulla via della perfezione incontrando Dio con una “fede che cerca di comprendere”. E’ infatti “caratteristico della fede che il credente desideri conoscere meglio Colui nel quale ha posto la sua fede, e comprendere meglio ciò che Egli ha rivelato”. La grazia della fede apre “gli occhi della mente” per una intelligenza viva dei contenuti della Rivelazione, cioè dell'insieme del disegno di Dio e dei misteri della fede, dell'intima connessione che li lega tra loro e con Cristo, centro del Mistero rivelato. Sant’Anselmo segue così il detto di Sant'Agostino: “credo per comprendere e comprendo per meglio credere”. Tra i maggiori teologi dell'Occidente, Sant’Anselmo pregava e meditava sulle Scritture anche durante le ore notturne. Oltre ad essere un grande speculativo era anche un grande direttore di anime: conosceva l’arte per guadagnare i cuori, adattandosi all'età di ciascuno e puntando sull'affabilità e la dolcezza dei modi. Ha lottato strenuamente per la libertà della Chiesa in Inghilterra, sopportando per questo sofferenze e l’esilio. Muore a Canterbury nel 1109. (A cura di Sergio Centofanti)







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