2009-04-10 15:44:39

Messa in Coena Domini. Il Papa: preghiamo affinché diventiamo capaci di vedere la presenza di Dio nel mondo


“Preghiamo per avere occhi che vedano tutto ciò che è vero, luminoso e buono, affinché diventiamo capaci di vedere la presenza di Dio nel mondo”. Ieri sera nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il Papa ha aperto con queste parole la Messa in Coena Domini, che dà il via alle celebrazioni del Triduo Pasquale. Ricordando l’Ultima Cena, il Santo Padre ha ribadito la centralità dell’Eucaristia. Alessandro Guarasci:RealAudioMP3

Un mandato richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli. E’ questo il senso della lavanda dei piedi, che il Papa ha compiuto nei confronti di dodici presbiteri. Un atto simbolico, ma carico di significato, per invitare ogni Cristiano a trovare un gesto, che esprima la carità fraterna del discepolo del Signore. L’omelia è stata tutta centrata sul significato dell’Eurcarestia. Annunciando infatti, la morte di Cristo e proclamando la sua resurrezione, offriamo al Padre il sacrificio che salva il mondo:

“Nel pane spezzato, il Signore distribuisce se stesso. Il gesto dello spezzare allude misteriosamente anche alla sua morte, all’amore sino alla morte. Egli distribuisce se stesso, il vero ‘pane per la vita del mondo’ ”.

E ancora:

 
“Il Signore ci prepara la mensa in mezzo alle minacce di questo mondo, e ci dona il calice glorioso – il calice della grande gioia, della vera festa, alla quale tutti aneliamo – il calice colmo del vino del suo amore".

 
Tramite quel gesto, il Papa ribadisce, Dio crea una consanguineità tra sé e noi:
 
"Preghiamo il Signore, affinché comprendiamo sempre di più la grandezza di questo mistero! Affinché esso sviluppi la sua forza trasformatrice nel nostro intimo, in modo che diventiamo veramente consanguinei di Gesù, pervasi dalla sua pace e così anche in comunione gli uni con gli altri”.

“Il Signore ci insegna ad alzare gli occhi e soprattutto il cuore”:

“A sollevare lo sguardo, distogliendolo dalle cose del mondo, ad orientarci nella preghiera verso Dio e così a risollevarci. In un inno della preghiera delle ore chiediamo al Signore di custodire i nostri occhi, affinché non accolgano e lascino entrare in noi le ‘vanitates’ – le vanità, le nullità, ciò che è solo apparenza. Preghiamo che attraverso gli occhi non entri in noi il male, falsificando e sporcando così il nostro essere. Ma vogliamo pregare soprattutto per avere occhi che vedano tutto ciò che è vero, luminoso e buono; affinché diventiamo capaci di vedere la presenza di Dio nel mondo”.

Nella preghiera dei fedeli, una richiesta per tutte le Chiese d’Oriente e Occidente: “perché memori della preghiera di Gesù per la loro unità, trovino vie di perdono e di riconciliazione reciproca e arrivino alla comunione visibile”. Poi uno sguardo agli uomini che soffrono:
 
“Rezemos por todas as pessoas, sobretudo pelas que sofrem…”
Preghiamo per tutti gli uomini, sopratutto per quelli che soffrono: perché, guardando al Servo che porta le nostre infermità e le nostre sofferenze, conoscano la compassione e la vicinanza di Dio e sappiano fare del loro dolore una via di amore".

La Messa in Coena Domini ha avuto una continuazione ideale nell’atto dei fedeli, che ieri sera si sono recati nelle chiese per adorare la presenza permanente del Signore nel Santissimo Sacramento.

Ai cristiani di Gaza il Papa ha destinato quest’anno la colletta della Messa in “ Coena Domini” celebrata in San Giovanni in Laterano. Si sottolinea così l’urgenza di un intervento efficace per aiutare la popolazione stremata dall’isolamento e dalla guerra. Per conoscere meglio la situazione a Gaza Gabriella Ceraso ha raccolto una testimonianza dalla città…RealAudioMP3

R. – La gente soffre molto perché, da mesi, non c’è più nessuno che lavora. Non si può uscire da qui molto facilmente, anche quando ci sono, per esempio, dei malati che devono essere curati. La gente non sa più come vivere, non ha più niente. Anche quelli che avevano un lavoro non sono più pagati. Moltissime case sono state distrutte.

 
D. – Di che cosa avete bisogno?

 
R. – Abbiamo bisogno di tutto.

 
D. – C’è la speranza nella gente?

 
R. – La maggioranza spera sempre che ci sia una fine, che questa fine arrivi presto e che il mondo si interessi di quello che succede qui, che aiuti le due parti a mettersi d’accordo.

 
D. - Se lei volesse lanciare un piccolo appello cosa si sentirebbe di chiedere?

 
R. – Di pensare che ci sono dei fratelli che non riescono più a vivere e che pregano perché qui ci sia la pace e perché i diritti della persona umana siano rispettati perché in questo momento non lo sono per niente. Certo, la gente ha bisogno di essere aiutata anche materialmente, altrimenti non so dove andremo a finire.







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