2009-04-09 15:50:30

L'appello di Buranelli all'adozione delle opere d'arte danneggiate


In Abruzzo al dramma delle vittime si aggiungono i gravi danni al patrimonio culturale e religioso. L’ultima lacerante ferita è il crollo della volta della Basilica di Santa Maria di Collemaggio nel punto in cui si trova la teca che custodisce le spoglie di Papa Celestino V. Anche dal Vaticano, intanto, arrivano proposte concrete per recuperare i tesori di questa terra colpita dal sisma: il segretario della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa, prof. Francesco Buranelli, ha lanciato l’idea di adottare il restauro delle opere d'arte mobili danneggiate da parte di laboratori pubblici e privati. Su questa proposta si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco, lo stesso segretario della Pontificia Commissione vaticana: RealAudioMP3

R. – In Abruzzo le chiese e il patrimonio sacro è stato il più colpito. Per questo, ci siamo sentiti tutti coinvolti. Soprattutto la Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa si è sentita parte in causa in questo dramma che ha colpito le terre d’Abruzzo. L’idea sta avendo un’adesione molteplice di molti musei, di molti laboratori, sia pubblici sia privati. Coloro che non possono intervenire sul territorio hanno dato la loro disponibilità e possono affiancarsi e completare questa opera di recupero che serve per gli amici d’Abruzzo colpiti da questo dramma. Ma l’appello non è e non vuole essere solamente circoscritto al territorio nazionale italiano. Potrebbe pure coinvolgere grandi istituti museali stranieri. E’ un modo concreto per dare un segno tangibile al patrimonio culturale abruzzese e italiano.

 
D. – Anche le istituzioni vaticane parteciperanno al restauro delle opere mobili danneggiate dal terremoto?

 
R. – Oggi ho lanciato, con la Pontificia Commissione, questo appello che ha già avuto echi positivi, in Italia ma anche in Vaticano: il mio successore Antonio Paulucci ha risposto positivamente, dando la disponibilità dei laboratori anche dei Musei Vaticani nel rispondere a questa necessità.

 
D. – Anche perché raccogliere, restaurare le opere delle chiese danneggiate dal sisma significa preservare tesori culturali e religiosi del nostro patrimonio…

 
R. – I luoghi di culto, i luoghi religiosi riguardano l’identità della nostra realtà. Noi siamo un popolo cattolico, le chiese sono proprio i centri che identificano tutte le comunità italiane. Sono sparse sul territorio e presenti dove l’uomo ha creato degli stanziamenti storici monumentali e hanno raccolto le migliori espressioni artistiche di tutti i tempi.

 
Tra le strutture che hanno subito maggiori danni, come anticipato, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, che ospitava le reliquie di Celestino V. Ieri i Vigili del Fuoco di Bari sono riusciti a liberare la teca dalle macerie e a trasferire le spoglie del Santo in un’altra ala del complesso di Collemaggio. Secondo i primi rilievi, il corpo non avrebbe subito danni.








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