L'appello di Buranelli all'adozione delle opere d'arte danneggiate
In Abruzzo al dramma delle vittime si aggiungono i gravi danni al patrimonio culturale
e religioso. L’ultima lacerante ferita è il crollo della volta della Basilica di Santa
Maria di Collemaggio nel punto in cui si trova la teca che custodisce le spoglie di
Papa Celestino V. Anche dal Vaticano, intanto, arrivano proposte concrete per recuperare
i tesori di questa terra colpita dal sisma: il segretario della Pontificia Commissione
per i Beni Culturali della Chiesa, prof. Francesco Buranelli, ha lanciato l’idea
di adottare il restauro delle opere d'arte mobili danneggiate da parte di laboratori
pubblici e privati. Su questa proposta si sofferma, al microfono di Amedeo Lomonaco,
lo stesso segretario della Pontificia Commissione vaticana:
R. – In
Abruzzo le chiese e il patrimonio sacro è stato il più colpito. Per questo, ci siamo
sentiti tutti coinvolti. Soprattutto la Pontificia Commissione per i Beni Culturali
della Chiesa si è sentita parte in causa in questo dramma che ha colpito le terre
d’Abruzzo. L’idea sta avendo un’adesione molteplice di molti musei, di molti laboratori,
sia pubblici sia privati. Coloro che non possono intervenire sul territorio hanno
dato la loro disponibilità e possono affiancarsi e completare questa opera di recupero
che serve per gli amici d’Abruzzo colpiti da questo dramma. Ma l’appello non è e non
vuole essere solamente circoscritto al territorio nazionale italiano. Potrebbe pure
coinvolgere grandi istituti museali stranieri. E’ un modo concreto per dare un segno
tangibile al patrimonio culturale abruzzese e italiano.
D.
– Anche le istituzioni vaticane parteciperanno al restauro delle opere mobili danneggiate
dal terremoto?
R. – Oggi ho lanciato, con la Pontificia
Commissione, questo appello che ha già avuto echi positivi, in Italia ma anche in
Vaticano: il mio successore Antonio Paulucci ha risposto positivamente, dando la disponibilità
dei laboratori anche dei Musei Vaticani nel rispondere a questa necessità.
D.
– Anche perché raccogliere, restaurare le opere delle chiese danneggiate dal sisma
significa preservare tesori culturali e religiosi del nostro patrimonio…
R.
– I luoghi di culto, i luoghi religiosi riguardano l’identità della nostra realtà.
Noi siamo un popolo cattolico, le chiese sono proprio i centri che identificano tutte
le comunità italiane. Sono sparse sul territorio e presenti dove l’uomo ha creato
degli stanziamenti storici monumentali e hanno raccolto le migliori espressioni artistiche
di tutti i tempi.
Tra le strutture che hanno subito
maggiori danni, come anticipato, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, che ospitava
le reliquie di Celestino V. Ieri i Vigili del Fuoco di Bari sono riusciti a liberare
la teca dalle macerie e a trasferire le spoglie del Santo in un’altra ala del complesso
di Collemaggio. Secondo i primi rilievi, il corpo non avrebbe subito danni.