Sudafrica: i vescovi contro la decisione della Procura sul caso Zuma
“La decisione della Procura generale che non continuerà il procedimento a carico di
Jacob Zuma, ha negato sia a Zuma che al Paese di stabilirne l’innocenza o la colpevolezza
una volta per tutte attraverso i normali percorsi giudiziari”: a dirlo, in una nota
ripresa dall'agenzia Misna, è stato il portavoce della Conferenza episcopale sudafricana
(Sacbc), l’arcivescovo di Durban Wilfrid Napier. Per la Sacbc, tuttavia, questo era
il momento di sottrarsi a “questa spiacevole situazione” e di “impegnarsi” per un
governo trasparente e responsabile. “È necessario – ha concluso monsignor Napier –
che chiunque sia in posizione di responsabilità ricavi da questo episodio la voglia
di combattere la corruzione in ogni sua forma”. Jacob Zuma, presidente dell’African
National Congress (Anc), è accusato di frode, riciclaggio di denaro sporco e corruzione
per un giro di tangenti chieste a un’azienda di armi francese. La decisione, definita
dal procuratore generale Mokotedi Mpshe la “più difficile” della sua carriera, giunge
due settimane prima delle elezioni legislative alle quali Zuma partecipa come capolista
dell’Anc e possibile nuovo capo dello stato. Per l’accusa di aver versato tangenti
all’azienda francese è stato già processato e condannato Schabir Shaik, consulente
finanziario e stretto collaboratore di Zuma. Il dirigente dell’Anc ha sempre sostenuto
di essere vittima di una macchinazione politica e ha perfino denunciato un presunto
coinvolgimento dell’ex presidente Thabo Mbeki, che si è dimesso in settembre al culmine
della crisi politica aperta dalla disputa giudiziaria. La decisione della procura
generale è stata condannata con decisione dall’opposizione: Helen Zille, capo dell’Alleanza
democratica, ha parlato di “crisi istituzionale”. (R.P.)