“Una pietra miliare di straordinaria importanza nella lotta contro l’impunità che
mostra come nessuno sia esente dal rendere conto del proprio operato”. Così Amnesty
International ha commentato la condanna dell'ex presidente peruviano Alberto Fujimori,
emessa ieri dalla Sezione criminale speciale della Corte suprema peruviana, in relazione
ai casi di Barrios Altos (15 persone assassinate nel 1991), de La Cantuta (nove studenti
e un docente universitario sequestrati e poi uccisi nel 1992 da un gruppo paramilitare
legato all’esercito) e dei sotterranei Sie (dove vennero tenute due persone sequestrate).
Secondo quanto riferisce il Sir, i tre giudici, all’unanimità, hanno concluso che
l’ex presidente Fujimori è responsabile personalmente e penalmente in ciascuno dei
tre casi, avendo all’epoca il comando militare effettivo su coloro che commisero i
crimini in giudizio. “È stata fatta giustizia in Perù'', ha dichiarato Javier Zuñiga,
osservatore di Amnesty International al processo nei confronti di Alberto Fujimori
. “È una giornata storica, – ha poi spiegato l’esponente dell’organizzazione - non
capita tutti i giorni di vedere un ex capo di Stato condannato per violazioni dei
diritti umani quali torture, sparizioni e sequestri di persona. Speriamo sia solo
il primo di molti processi del genere in America Latina e nel resto del mondo”. (M.G.)