2009-04-08 15:49:43

Lettera dei vescovi della Patagonia in difesa dei poveri


I sei vescovi della Patagonia argentina, in occasione della Settimana Santa, con una lettera collettiva si rivolgono ai fedeli delle loro diocesi, parte rilevante del Paese, per riflettere sulla crisi “che attenta contro gli aneliti di dignità che risiedono nel cuore di ogni essere umano”. Nel proporre il magistero contenuto nell’esortazione dell’episcopato del novembre scorso, i presuli ritengono che le principali sfide siano “le situazioni di esclusione economica”, la solitudine di coloro che “lasciati al proprio destino non hanno protezione”, e in particolare le occupazioni, che è giusto condannare, ma che rivelano un legittimo reclamo riguardo il diritto alla terra e all’alloggio”. Per i vescovi l’insieme dei fenomeni sociali ed economici che colpiscono milioni di abitanti della regione ha dato origine a forti sentimenti di paura e perciò ritengono che sia urgente e fondamentale “nella lotta contro le cause ultime di queste sofferenze”, combattere la paura poiché priva il cuore di ciascuno della speranza, oggi più necessaria che mai. Perciò, sottolineano i presuli “noi, credenti cattolici, rivolgiamo lo sguardo verso la presenza reale di Gesù Cristo, vivo e risorto nell’Eucaristia, affinché ci converta in una vera comunità di fratelli”. Nessuno deve dimenticare, chiedono i vescovi, che “chi riceve Gesù nel suo cuore riceve anche l’altro”. Nelle loro lettere i presuli riflettono a lungo sulla paura che le crisi scatenano rinforzando, senza giustificazione dicono, reazioni egoistiche che minano il senso della comunità e della solidarietà. Al riguardo i vescovi analizzano diverse situazioni in cui la paura finisce per “intrappolare e paralizzare” la società mettendo uno contro l’altro e a volte “facendo credere che la soluzione è l’esclusione”. “Non pochi tra l’altro finiscono per autoescludersi poiché pensano di non avere nulla da dire, di dare fastidio e di essere di troppo”. La stessa paura che conduce molti, dicono i presuli argentini, verso ogni tipo di dipendenza e autodistruzione”. Lo stesso si può dire per quanto riguarda la violenza e la conseguente insicurezza che causa in tanti cittadini. Per i credenti, questi giorni santi, concludono i presuli, la risurrezione di Cristo ci invita a “non avere paura. La vita nuova del Cristo Risorto ci dona dei motivi autentici per superare le paure sul sentiero dell’amore che nasce dalla fede”. (A cura di Luis Badilla)







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