2009-04-08 15:13:32

Il presidente moldavo accusa Bucarest per i disordini a Chisinau


Il presidente moldavo, Vladimir Voronin, ha definito i disordini e le azioni di violenza di ieri a Chisinau un chiaro tentativo di colpo di Stato. Manifestazioni sono scoppiate ieri in Moldova dopo la vittoria elettorale dei comunisti nelle consultazioni del 5 aprile. Migliaia di manifestanti hanno preso d'assalto la presidenza e il parlamento denunciando brogli e inneggiando all’annessione alla Romania, ormai parte integrante dell’Unione europea. Una persona è morta negli scontri e 193 sono state arrestate, tra cui un leader dell'opposizione. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3
 
L'ambasciatore romeno a Chisinau è stato dichiarato persona ‘non grata' ed è stato annunciato il regime dei visti con la Romania. Sono le misure annunciate dal presidente Voronin, che parla esplicitamente di ingerenza della Romania negli affari interni della Moldova e di partecipazione di cittadini romeni ai disordini di ieri a Chisinau. L’opposizione chiama anche oggi a raccolta nella capitale gente da tutto il Paese e Voronin minaccia l’uso della forza. È stata presto smentita, infatti, la voce di un accordo per nuove elezioni o nuovo scrutinio dei voti: il ministro degli Esteri russo definisce l’ipotesi “assolutamente priva di fondamento”. Ma la Russia si spinge oltre: Mosca lancia un monito contro ogni tentativo di ingerenza esterna nella vita politica della Moldova, condividendo di fatto le accuse del presidente moldavo nei confronti della Romania. Dopo la "rivoluzione arancione" in Ucraina, quella delle rose in Georgia e quella dei tulipani in Kirghizistan, un esponente del partito di Putin parla di rivoluzione dei lillà. La Romania nega un proprio coinvolgimento nei disordini scoppiati in Moldova, a Chisinau, parlando di provocazione. Bucarest sottolinea che ''la Romania non prenderà simili misure sul personale dell'ambasciata della Moldova a Bucarest e manterrà il sistema di visti gratuiti per i cittadini moldavi''. Da parte sua, il presidente del Senato romeno afferma che la scontentezza della gente in Moldova è stata nutrita dalla mancanza cronica di vita democratica autentica. Resta da riferire dell’appello rivolto a tutte le parti coinvolte dal segretario generale dell’Onu: evitare la violenza.
 
Scontri in Cisgiordania
Dodici palestinesi feriti e altri quindici intossicati da gas lacrimogeni sono il bilancio di una mattinata di duri scontri divampati fra coloni israeliani e contadini palestinesi nella zona di Betlemme (Cisgiordania). Gli incidenti sono iniziati quando da Bat Ayan (dove una settimana fa un palestinese ha assassinato a colpi di scure un ragazzo ebreo) è partito un corteo di coloni diretti verso una vicina altura per celebrare un rito religioso. La loro presenza nelle immediate vicinanze del villaggio palestinese di Beit Safa ha allarmato la popolazione locale che ha fatto accorrere gli abitanti dei vicini villaggi di Beit Umar e Zurif. La situazione è allora degenerata e per riportare l'ordine l'esercito israeliano ha fatto ricorso a gas lacrimogeni, a proiettili rivestiti di gomma e ha anche sparato alle gambe contro dimostranti che risultavano essere particolarmente violenti.

Israele e il processo di pace
Il processo di pace con i palestinesi è ormai “in un vicolo cieco” e il nuovo governo israeliano con guida a destra intende avanzare “idee nuove”, senza farsi condizionare dalle "interferenze" altrui. Parola del neoministro degli Esteri, Avigdor Lieberman (destra radicale), il quale - per nulla impressionato dalle sollecitazioni del presidente americano, Barack Obama, e di altri esponenti della comuntà internazionale - è tornato stasera a rimettere indirettamente in discussione i cardini negoziali del passato recente: inclusa, evidentemente, la prospettiva dei "due Stati per due popoli". Intanto, il ministro degli Esteri italiano Frattini, in una conferenza stampa congiunta oggi a Damasco con il collega siriano Walid Al-Moallem, ha dichiarato che l’occupazione delle alture del Golan da parte di Israele costituisce uno dei principali ostacoli alla pace in Medio Oriente. Frattini, inoltre, ha commentato la disponibilità alla pace da parte della Siria: ''Ho raccolto dal presidente siriano, Bashar Al-Assad, la volontà di contribuire alla pace in Medio Oriente e di collaborare con l'Unione europea e con l'Italia”. Il titolare della Farnesina, dopo la missione in Libano e Siria, è ripartito da Damasco per fare il suo rientro in Italia.

Iraq
Sette persone morte e 23 feriti sono il bilancio dell’esplosione di un potente ordigno nei pressi di una moschea sciita a Baghdad. Lo hanno riferito fonti di polizia citate dall’agenzia Nina, secondo cui ancora non è chiaro se l'esplosione sia dovuta ad un ordigno innescato con un telecomando o se sia opera di un attentatore suicida. Nel frattempo il presidente americano Barack Obama ha sostato ieri a sorpresa in Iraq, dov’è rimasto per meno di cinque ore nel percorso di ritorno a Washington alla conclusione del viaggio europeo di otto giorni, nato con l’intento dichiarato di cambiare l’immagine dell’America nel mondo.

Libano
Sono in totale 702 gli esponenti politici che hanno registrato il proprio nome nelle liste dei candidati e che si contenderanno i 128 seggi del parlamento libanese alle elezioni del prossimo 7 giugno. Lo ha reso noto il ministro degli interni Ziad Barud, allo scadere dei termini per la presentazione delle candidature. Ma il numero dei candidati dovrebbe diminuire entro il 21 aprile, ultima data prevista per il ritiro delle candidature. Intanto, è stato annunciato che sorgerà nella centrale piazza dei Martiri di Beirut, simbolo al tempo stesso delle divisioni e dell'unità dei libanesi, il “Memoriale delle vittime della guerra civile” (1975-1990). Lo ha reso noto oggi la stampa libanese a pochi giorni dal 34.mo anniversario dello scoppio del conflitto interno che fece circa 150 mila vittime.

Pakistan-Usa
L'inviato speciale degli Stati Uniti per l'Afghanistan ed il Pakistan, Richard Holbrooke, ha lasciato stasera Islamabad per New Delhi, al termine di una visita di due giorni durante la quale ha incontrato le massime autorità pachistane. Lo riferiscono i media locali. Nella sua missione, che ha toccato anche l'Afghanistan, Holbrooke è accompagnato dall'ammiraglio Michael Mullen, capo degli Stati Maggiori statunitensi. Dopo i contrasti con le autorità pachistane sul delicato tema dei bombardamenti compiuti con aerei senza pilota (droni) sui territori alla frontiera con l'Afghanistan, Holbrooke avrà domani difficili colloqui con esponenti governativi indiani. Da giorni i massimi responsabili della politica estera di New Delhi temono infatti che in questa fase del loro intervento nella regione, gli Usa privilegino il Pakistan a scapito dell'India.

Ocse: nel mondo metà della forza lavoro è senza contratto regolare
Più della metà della forza lavoro mondiale sta lavorando senza un contratto regolare e questa realtà è destinata a crescere nei prossimi 10 anni. Questo l'allarme lanciato dall'Ocse, che nello studio "Is Informal Normal?" evidenzia che 1,8 miliardi di persone, pari a più della metà della forza lavoro mondiale, stanno lavorando senza un contratto di lavoro formale e un'assicurazione sociale, a fronte di 1,2 miliardi i lavoratori che beneficiano di contratti formali e della protezione di un'assicurazione sociale. Questo numero, secondo l'Ocse, è destinato a crescere diventando i due terzi della forza lavoro entro il 2020, considerando un andamento stabile della popolazione e della crescita, e potrebbe essere ancora più alto se la crisi economica farà perdere altri posti di lavoro e altri immigrati decideranno di tornare al proprio Paese d'origine scegliendo lavori informali.

In Italia bloccato per la seconda volta l’esame sul decreto sicurezza
La Camera dei Deputati italiani ha approvato a scrutinio segreto gli emendamenti del Pd e dell'Udc al decreto sulla sicurezza: dunque, viene soppresso l'articolo 5 del decreto legge, che aumentava a 180 giorni i tempi di permanenza nei Cpt degli immigrati. Il relatore Caterina Lussana della Lega ha chiesto la sospensione immediata dell'esame del provvedimento. La votazione si è svolta a scrutinio segreto su richiesta dei gruppi dell'Udc, del Pd e dell'Idv. È la seconda volta che il governo viene battuto in Parlamento sempre sulla stessa norma sugli immigrati irregolari, e sempre con voto segreto. Al Senato venne bocciata la norma, allora contenuta nel disegno di legge sicurezza. La Lega, in particolare il ministro dell'Interno Roberto Maroni, decise di riproporre la stessa misura in questo decreto del governo, all'esame della Camera.
Paraguay
Una cinquantina di poliziotti del Paraguay, tra cui tre capi della Polizia nazionale, sono stati accusati di arricchimento illecito. Fra gli imputati ci sono l'ex comandante della polizia, il commissario generale Fidel Izaza, e due suoi diretti sottoposti, i commissari generali Pedro Mendez e Carlos Alsina. Il giudice che si occupa del caso ha sequestrato i beni dei 44 imputati, bloccando un patrimonio complessivo di circa 4 milioni di dollari. Il ministro dell'Interno del Paese, Rafael Filizzola, ha detto che “il livello di corruzione nella polizia e nelle istituzioni è molto alto ed ha goduto per lungo tempo della protezione dei più alti ranghi del governo. La quantità di furti nel corpo di polizia è stata davvero scandalosa”. Dopo la fine dell'era del Partito Colorado e l'inizio del governo di Fernando Lugo, in Paraguay sono venuti alla luce numerosi fatti di corruzione in tutte le istituzioni ed in particolar modo nella polizia.

Nave danese sequestrata da pirati in acque somale
Una nave container danese, che opera per un gruppo statunitense è stata sequestrata oggi da pirati nelle acque somale, circa 400 chilometri al largo della capitale Mogadiscio. Secondo le prime informazioni in possesso di Mawangura, la nave container stazza 17.000 tonnellate, e l'equipaggio sarebbe composto da 21 persone, tutte statunitensi che starebbero bene. È la sesta nave sequestrata nelle acque somale da sabato scorso.

Grecia
Il parlamento greco ha nominato oggi una commissione d'inchiesta per indagare su un ex ministro e attuale deputato del partito di governo Nuova Democrazia (Nd) coinvolto in un nuovo scandalo che mette a repentaglio la fragilissima maggioranza di un seggio e potrebbe costringere il premier Costas Karamanlis ad elezioni anticipate. Con voto segreto il parlamento unicamerale aveva votato la scorsa notte per 215 contro 67, e cioè con l'appoggio della stessa maggioranza, per l'apertura di un'inchiesta sulle accuse di corruzione contro Aristotele Pavlidis che potrebbe essere costretto alle dimissioni nell'ultimo degli scandali che hanno fatto precipitare nei sondaggi il partito di Karamanlis. Secondo gli osservatori, se la Commissione decidesse di consentire l'incriminazione di Pavlidis diventerebbe più probabile l'ipotesi, sempre finora esclusa dal premier, di elezioni anticipate. Nel frattempo Pavlidis, accusato di avere estorto denaro ad un armatore, si dichiara innocente e rifiuta di dimettersi rendendo imbarazzante, per un governo giunto al potere con la parola d'ordine della lotta alla corruzione, avere nel deputato sospetto la chiave della maggioranza di 151 seggi su 300.(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
 
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIII no. 98
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