I vescovi della Cerao contro la manipolazione pianificata delle parole del Papa sull'Aids
I vescovi della Cerao, la Conferenza episcopale regionale dell’Africa Occidentale
francofona, che comprende le Conferenze episcopali di dieci Stati africani (Benin,
Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea, Guinea-Bissau, Mali, Mauritania, Niger, Senegal
e Togo), hanno pubblicato un documento in cui denunciano, in modo molto forte, le
polemiche costruite ad arte sulle parole pronunciate dal Papa sull’Aids in occasione
del suo recente viaggio in Africa. Il servizio di Sergio Centofanti.
I vescovi
esprimono “stupore” e “sorpresa” di fronte a quella che definiscono “manipolazione
oltraggiosa pianificata” delle parole del Papa sull’Aids: frasi tolte dal loro contesto
e oggetto di pronunciamenti “irriverenti e ingiuriosi”. In particolare i presuli denunciano
le trasmissioni di Radio France Internationale e di altri media francesi che hanno
attuato un “occultamento sistematico” del messaggio di speranza, giustizia e pace,
lanciato da Benedetto XVI nel suo viaggio in Africa, aizzando contro il Pontefice
masse di individui che ritengono di poter parlare "di ciò che non hanno avuto cura
di conoscere con precisione". Una deformazione della verità che discredita professionalmente
questi comunicatori, tra cui – affermano i vescovi – si ritrovano talvolta anche “degli
africani che senza vergogna pongono la loro firma al soldo della ricchezza sporca
di quelli che hanno spogliato i loro popoli”. L’informazione si trasforma così in
un “sensazionale scandalistico” per attaccare la Chiesa e la sua missione evangelizzatrice.
I vescovi si dicono attoniti anche di fronte a quanti “si dicono cattolici”, non solo
francesi, ma anche spagnoli ed europei, e “se la sono presa col Papa con volgarità,
arroganza e ingiurie”. Il documento condanna con forza “l’attentato contro la verità
che è il peccato del nostro mondo post-moderno” e che provoca sempre più “gravi ferite”
alla Chiesa. Il Papa viene disprezzato come persona “irresponsabile” da quanti si
presentano come “benefattori” dell’umanità ma che in realtà vogliono eliminare i valori
autenticamente umani dell’Africa come “le tradizioni che valorizzano la verginità
prematrimoniale”. “Non si risolverà il problema dell’Aids – affermano i presuli –
fiaccando le forze spirituali e morali ... soprattutto di adolescenti e giovani” riducendoli
a “cumuli di desideri sessuali” e privandoli “dell’allenamento al dominio dello spirito
sul corpo e le sue pulsioni”. “Distruggere la morale è un crimine contro l’umanità”.
Si dicono così assolutamente d’accordo con Benedetto XVI quando dice che “non si può
risolvere il problema dell'Aids soltanto con degli slogan pubblicitari” e “con la
distribuzione dei preservativi”. Il testo parla di una "propaganda mediatica" che
finisce col "disprezzare l'Africa". I vescovi affermano infatti con vigore che “gli
africani hanno la capacità di pensare con la loro testa”. Denunciano il crimine di
quanti li hanno trattati come “merci e beni mobili” e oggi “si accaniscono a pensare
e a parlare” per gli africani che non sono ritenuti in grado di farlo da soli. Inoltre
– aggiungono - a dei comunicatori africani è stato “abilmente” affidato “lo sporco
lavoro di fare i pagliacci per divertire il mondo e rendere l’Africa doppiamente pietosa:
non solo materialmente ma anche moralmente”. “Noi esigiamo – affermano – che si smetta
di pensare per noi”. I vescovi dell’Africa occidentale infine esprimono il loro rispetto
e affetto per il Papa con cui condividono “l’impegno comune in favore dei poveri,
dei feriti della vita e dei piccoli”.