2009-04-07 16:18:02

Usa: più aborti con la crisi economica


Tra gli effetti “collaterali” della crisi economica potrebbe esserci anche un aumento degli aborti. Almeno negli Stati Uniti, dove a partire dalla seconda metà del 2008 le cliniche abortiste hanno registrato un significativo aumento di richieste di interruzione volontaria della gravidanza, in netta controtendenza rispetto agli anni passati. La coincidenza temporale con l’inizio della crisi farebbe pensare che il fenomeno non sia casuale. Commentando i dati, la portavoce del Segretariato per le attività pro-vita dei vescovi americani Deirdre McQuade, rileva come questo renda oggi più che mai necessario informare le madri in attesa che non è necessario ricorrere all’aborto per risolvere le loro difficoltà, perché esistono strutture in grado di aiutarle durante la gravidanza e dopo il parto: “Per ogni clinica che pratica aborti in questo paese – ha detto all’agenzia Cns – esistono tre centri di gravidanza che offrono alle madri assistenza prenatale e psicologia e i mezzi per prendersi cura dei loro figli. È importante – ha quindi sottolineato - fare arrivare all’opinione pubblica il messaggio che i movimenti pro-vita non si preoccupa solo di convincere le donne a non abortire per poi abbandonarle. Il nostro compito è di aiutare le donne nel momento del bisogno e offrirle soluzioni alternative all’aborto, come ad esempio l’adozione. L’aborto non risolve i nostri problemi, ne crea altri”. E proprio l’idea di sostenere le madri in difficoltà per ridurre gli aborti potrebbe diventare un terreno di dialogo tra pro-life e pro-scelta negli Stati Uniti. In questo senso si muove un pacchetto legislativo presentato lo scorso gennaio da un deputato democratico. Bocciata in prima lettura dal Congresso, la proposta di legge sta cominciando a guadagnare consensi, ha detto la McQuade. (L.Z.)







All the contents on this site are copyrighted ©.