Terremoto in Abruzzo. Nuova scossa e crolli in serata. L'Italia chiede di ricorrere
al Fondo Europeo
Oltre 220 morti, 11 dispersi, 1500 i feriti, di cui 100 gravi, 17mila sfollati. E’
l’ultimo bilancio del terremoto in Abruzzo. Proseguono le operazioni di soccorso,
150 le persone finora salvate dai soccorritori e dai cani addestrati. Lo sciame sismico
continua. Questa sera, alle 19.48, una nuova vilolenta scossa di magnitudo 5,3-5,7
ha provocato altri crolli. Almeno una persona sarebbe morta. Fossa, Rocca di Cambio
e Sant'Eusanio Forconese sono i comuni piu' vicini all'epicentro dell'ultimo movimento
tellurico. L'Italia ha chiesto ufficialmente alla Commissione europea di poter ricorrere
al fondo europeo per le catastrofi naturali per far fronte all'emergenza. Il Presidente
della regione, Chiodi, ha detto che almeno 25mila persone non rientreranno più nelle
loro case.
Si prosegue nell’allestimento delle 20 tendopoli che potranno
ospitare 14.500 persone. Il consiglio dei ministri ha stanziato 30 milioni di euro
per la prima emergenza e il premier Berlusconi stamattina è tornato nelle zone colpite,
dove ha tenuto una conferenza stampa. Francesca Sabatinelli Benedetto XVI
continua a seguire con attenzione l’evolversi della situazione e a pregare per le
vittime, i sopravvissuti, i soccorritori. Tra questi ultimi, figura anche una squadra
di otto Vigili del Fuoco vaticani, giunta ieri sull’area del sisma e da subito al
lavoro, come conferma, al microfono di Luca Collodi, il direttore dei Servizi di sicurezza
e protezione civile, nonché comandante del Corpo di Gendarmeria vaticano, Domenico
Giani:
R. - Nella
notte, appena abbiamo saputo di questa immane tragedia che si è verificata, ho parlato
con i nostri superiori, con mons. Boccardo e con il cardinale Lajolo. Poi abbiamo
informato il Santo Padre, il segretario di Stato e tutta la Segreteria di Stato. C’era
sembrato doveroso, in questo momento di grande dolore, far sì che anche una nostra
squadra di Vigili del Fuoco fosse presente a dare una mano in questo momento di grande
emergenza.
D. - Comandante Giani, quanti uomini e quanti mezzi dei Vigili del
Fuoco vaticani sono presenti in Abruzzo?
R. - In questo momento, sono impegnati
sul posto l’ufficiale responsabile dei Vigili del Fuoco, l’ingegnere De Angelis, che
è un ingegnere strutturale, esperto in questo campo. C’è una squadra composta da
otto elementi, con alcuni mezzi dotati anche di sofisticati sistemi di protezione
civile, e proprio per questi casi hanno portato dei materiali e delle altre cose per
la popolazione, e si trovano ad Onna, in questo paese che è stato completamente distrutto,
e stanno lavorando con i Vigili del Fuoco italiani e con le forze di polizia italiane
in questo momento.
D. - Come stanno operando sul posto?
R. - Hanno operato
anche questa notte, hanno recuperato delle salme, ma in questo momento il loro compito
è quello di prestare una certa assistenza alla popolazione, ritornare presso le abitazioni,
recuperare quello che è recuperabile. Stanno anche dando un aiuto morale.
D.
- Comandante Giani, come è nata l’idea di inviare dei Vigili del Fuoco vaticani in
una zona di emergenza terremoto?
R. - Da quando è stata formata la Direzione
dei Servizi di sicurezza e protezione civile, è nato proprio anche un nuovo concetto
che è quello della difesa civile, dell’emergenza civile. Quindi, ho ritenuto importante
che i miei uomini, non solo della Gendarmeria ma anche dei Vigili del fuoco fossero
preparati anche in questo settore.
R. - Un gesto di solidarietà da parte del
Vaticano alle popolazioni colpite dal sisma…
R. - La Santa Sede sempre, con
le varie strutture - penso in particolar modo a Cor Unum, la Caritas - in tutto il
mondo, quando c’è un’emergenza porta subito degli aiuti a nome del Santo Padre. In
questo caso, credo che oltre ad un aiuto materiale ed economico, ci sia stato anche
un aiuto professionale con la presenza di Vigili del Fuoco esperti nella ricerca e
nell’aiuto alle popolazioni che soffrono. ( Montaggio a cura di Maria Brigini)
I
Vigili del Fuoco vaticani - come abbiamo detto - prestano la loro opera di soccorso
nella frazione di Onna, luogo simbolo di questa tragedia, che conta circa 40 morti
su 250 abitanti. Ecco la testimonianza dell’ing. Paolo De Angelis, ufficiale addetto
della squadra dei Vigili del Fuoco vaticani, intervistato da Luca Collodi:
R. - Attualmente,
stiamo facendo lavori di bonifica e di verifica statica.
D. - Che situazione
avete trovato?
R. - La situazione è disastrosa. Qui il paese è distrutto. Soltanto
da questo paese hanno tirato fuori dalle macerie 40 corpi.
D. - Vi state coordinando
anche con i Vigili del Fuoco italiani?
R. - Assolutamente sì. Stiamo dando
piena collaborazione: accompagniamo anche le persone all’interno delle case per recuperare
i loro effetti personali. Io sto collaborando con i funzionari dei Vigili del Fuoco
per fare delle verifiche statiche sugli immobili che sono rimasti in piedi.
D.
- Come siete stati accolti dalla popolazione, con le insegne ed i mezzi dello Stato
della Città del Vaticano?
R. - Siamo stati accolti in maniera molto positiva:
era questo il messaggio che veniamo a portare, un messaggio di solidarietà che la
popolazione ha colto in pieno. Adesso qui, in questo momento, manca soprattutto il
conforto alle persone che vedono che tutto è stato strappato loro dal sisma.
D.
- Un gesto concreto di solidarietà da parte dello Stato della Città del Vaticano…
R.
- E’ un’iniziativa che per noi significa moltissimo, e a livello umano, e a livello
professionale.
D. - Il clima tra gli abitanti qual è?
R. - Il clima
tra gli abitanti adesso è di sgomento: è gente che nella maggior parte dei casi non
ha più nulla, ma è in questi casi che si manifesta la solidarietà tra le persone.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)