La Caritas esorta il G20 a mantenere gli impegni per i Paesi in via di sviluppo
A pochi giorni dal vertice del G20 di Londra la Caritas ha esortato i leader delle
più importanti economie del mondo a mantenere la promessa degli aiuti internazionali.
Blandine Bouniol, responsabile Caritas per la Cooperazione Internazionale, ha affermato
che il G20 “ha ribadito gli obiettivi e gli impegni per lo sviluppo, come il fatto
di dedicare lo 0,7% del PIL agli aiuti esteri, ma la Caritas rimane scettica sul fatto
che queste promesse vengano mantenute, visto che alcuni donatori stanno già annunciando
drastici tagli di budget e la mancanza di misure concrete, come programmi per
la distribuzione”. “Il pacchetto del G20 per i Paesi in via di sviluppo – ha poi spiegato
la Bouniol - resta condizionato dalle performance di buon governo, come valutate
dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale, ma la Banca e il Fondo
promuovono un tipo di economia liberale che ha portato a drammatiche perdite di posti
di lavoro e tagli nei servizi pubblici”. “Volevamo che la Banca e il Fondo avessero
una maggiore rappresentanza democratica”, ha confessato, come ricorda un comunicato
Caritas inviato a Zenit. La Bouniol ha quindi ricordato che “ci sono stati primi passi
incoraggianti verso la rimozione del segreto bancario e la pubblicazione delle liste
dei paradisi fiscali”, e “come risultato nessun Paese sulla lista nera è rappresentato
nel G20”. Allo stesso modo, ha constatato che “non c'è stata una regolamentazione
per rafforzare la trasparenza dei pagamenti e delle tasse pagate dalle compagnie ai
Governi”. “Il ruolo del business multinazionale nel condizionare lo sviluppo
di un Paese è sottovalutato e la responsabilità delle compagnie multinazionali che
operano nei Paesi in via di sviluppo è ignorata”, ha aggiunto. “Il G20 chiede alle
Nazioni Unite di svolgere un ruolo nel monitorare l'impatto della crisi sui più poveri
e sui più vulnerabili – ha dichiarato infine l’esponente della Caritas –; ma al di
là di questo l'ONU, in quanto forum più inclusivo, con rappresentanti di tutti i Paesi,
compresi quelli più poveri, è il forum moderno più legittimato a predisporre soluzioni
alle crisi globali”. (M.G.)