CDM: Stato d'emergenza in Abruzzo. La solidarietà della Cei
In primo piano il sisma in Abruzzo. Secondo la Protezione civile sono finora 150 i
morti provocati dal terremoto. I dispersi sarebbero un centinaio. Circa mille i volontari
che sono impegnati per portare soccorso agli sfollati, che potrebbero essere più di
100 mila. Il premier Berlusconi, stamattina nelle zone colpite dal sisma, ha assicurato
che nessuno sarà lasciato da solo. Questa in serata il Consiglio dei Ministri Straordinario
ha dichiarato lo stato d'emergenza. Alessandro Guarasci:
Cordoglio
e vicinanza sono stati espressi da molti capi di Stato e di Governo. In Italia il
presidente della Repubblica Napolitano si è detto “confortato dalle dimostrazioni
di amicizia del mondo”, mentre dalla politica italiana si esprime un coro unanime
di solidarietà.
''Sgomento per la catastrofe'' del terremoto che ha
colpito l'Abruzzo, e ''vicinanza'' alla popolazione sono stati espressi dalla Conferenza
Episcopale Italiana. In un comunicato diffuso questo pomeriggio, la Cei confida nell’impegno
della rete sociale della Chiesa per portare conforto e aiuti e ricorda anche la vicinanza
della Pasqua, perche' sia ''per tutti segno di speranza e sorgente di carita'''.
Ecco
alcune drammatiche testimonianze di cittadini aquilani, raggiunti telefonicamente
da Antonella Palermo e Roberta Rizzo:
(Tatiana):
R.
- Che le posso raccontare: una catastrofe, un incubo. E pensare che c’è gente sotto
le macerie che è morta, bambini. E’ indescrivibile. Non si può descrivere una cosa
del genere. La prima forte scossa c’è stata a mezzanotte e 40, dopo c’è n'è stata
una alle 3.30 ma non ci ha lasciato neanche il tempo di capire che cosa stesse succedendo,
non abbiamo avuto nemmeno il tempo di scappare in strada. Ora stanno arrivando notizie
di persone morte, nostri amici, nostri parenti... è che il centro storico è stato
completamente devastato. Purtroppo è venuta a mancare una bimba, la sorella di un
mio amico ... una bambina di cinque anni ... Ci sono ancora persone sotto le macerie,
sotto i palazzi e non si sa se sono vivi o morti. E’ una cosa terrificante. Ed anche
ora, che sto parlando con lei, la terra continua a tremare perché dalle 3.30 non ha
mai smesso. C’è uno sciame sismico continuo. Comunque, si sta mobilitando tutta la
città. Il nostro ospedale civile è stato evacuato e quindi stanno allestendo un ospedale
mobile vicino all’attuale ospedale e le sale operatorie purtroppo non sono agibili,
quindi è un caos, un caos.
(Concetta)
R. - Praticamente
la casa è tutta aperta, tutta lesionata, tutta spaccata. Stiamo qua fuori, c’è qualche
vigile del fuoco, le autoambulanze.
D. – Signora, ma lei dove abita
di preciso?
R. – Praticamente al centro vecchio, la vecchia zona dell'Aquila.
E’ stata una cosa terribile, mai vista: le case vecchie sono state spaccate, lesionate,
non c’è rimasto proprio niente, ci sono solo sassi.
D. – Voi state
tutti bene?
R. – Noi sì, grazie a Dio.
(Giorgio)
R.
- Abbiamo dormito tutti fuori, oltretutto senza luce perché è saltata. Al freddo,
abbiamo dormito in pigiama in macchina e adesso, per fortuna, è tornata la luce. Sono
rientrato in casa per vedere cosa è successo. Ci sono diverse lesioni e ne vedo una
anche sopra la mia testa ma non sono in grado di dire quanto sia pericolosa.
(Anna)
R.
- I primi campanelli di allarme li abbiamo avuti ieri sera verso le 11, quando è arrivata
la prima scossa. Dopo due ore ne è arrivata subito un’altra, verso l’una, diciamo.
Dopo ci siamo rimessi a letto e, alle 3.30, è arrivata questa scossa molto più forte
delle altre. E’ da gennaio che all'Aquila avvertiamo scosse sismiche quindi un po’
c’eravamo abituati alle tipiche tre o quattro scosse al giorno. Subito ci siamo alzati
dal letto e ci siamo messi sotto i muri portanti. Il terremoto è durato circa una
quindicina di secondi. Appena finito il tremore, c’è stato un grande boato e poi siamo
usciti fuori e ci siamo recati in piazza dove sono arrivati i soccorsi per le persone
che sono rimaste bloccate nei palazzi perché non tutti sono riusciti a scappare subito.
Ho visto che la zona più danneggiata è quella di Via XX Settembre: sono crollati dei
palazzi e la Casa dello Studente si è letteralmente piegata su se stessa.
D.
– Vi avevano preparato al terremoto, vi avevano detto come comportarvi?
R.
– Più che altro, c’eravamo preparati da soli perché comunque sapevamo che sarebbe
successo.
Particolarmente allarmante la situazione nelle frazioni di
Onna e di Paganica. Qui tra le 6 vittime accertate ci sono un bambino e suor Gemma
Antonucci, Madre Badessa del convento delle clarisse di Santa Chiara. Sotto shock
gli abitanti, preoccupati per i molti edifici ancora pericolanti. Al microfono di
Paolo Ondarza, Deborah Palmerini redattrice de “Il Punto”, mensile di
attualità di Paganica:
La
frazione di Onna è, dunque, tra le più devastate. Antonella Palermo ha raccolto
la testimonianza Lorenzo Colantonio, un giornalista del quotidiano locale “Il
Centro”:
R. – A Paganica ho potuto assistere in diretta ad
una scossa che ha staccato la facciata della Chiesa principale. Poi ho proseguito
e sono venuto qui ad Onna che è il punto più devastato in assoluto: il paese è stato
letteralmente raso al suolo. Finora hanno recuperato otto corpi. E’ tutto distrutto
e mi dicono che sotto queste macerie ci sono almeno 50 corpi. C’è un silenzio irreale.
Ecco... hai sentito la scossa adesso?
D. – Sì...
R.
– Nell’ultima ora ce ne sono state almeno cinque. Devo dire che qui sono l’unico giornalista
in questo momento e sto qui solo ed esclusivamente perché un mio collega, una persona
con cui lavoro da 20 anni, ha sotto queste macerie i due figli e il papà e stiamo
aspettando che qualcuno venga a toglierle per recuperare due ragazzi di 16 e 18 anni.
Siamo entrambi vicecaporedattori del giornale quotidiano “Il Centro” e siamo vicini
in questo momento