2009-04-06 16:15:54

Bolivia: appello dei vescovi alla riconciliazione nazionale


"I valori della speranza, della riconciliazione, il dono incondizionato di sè, il servizio agli altri e la vita piena in Gesù Cristo che riaffermiamo durante questi giorni, insieme ai progressi della nostra società nell'inclusione, nella partecipazione sociale e nella rivalutazione delle culture, non siano opacizzati dai sentimenti di confronto, divisione, prevaricazione, autoritarismo, imposizione, intolleranza e dagli oltraggi alla dignità umana che minacciano la famiglia boliviana". È l'appello lanciato dalla Conferenza episcopale boliviana per questa Settimana Santa 2009 attraverso un comunicato in cui si ribadisce l'attualità dei valori cristiani. I vescovi - riferisce l'agenzia Fides - ritengono che la Settimana Santa costituisca "un'occasione privilegiata per approfondire il senso della nostra fede e per servire meglio i nostri fratelli e la nostra Patria, la Bolivia". Inoltre è un momento che ci permette "di rivivere il mistero della passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, avvenimenti portatori di messaggi sempre attuali per la nostra vita personale, familiare e comunitaria". D'altra parte ricordano che la Settimana Santa è un appello "alla coerenza di vita". "I credenti sono chiamati ad esercitare la loro libertà e il loro discernimento in tutti gli avvenimenti della loro esistenza - continua il messaggio -. Al contrario, la strumentalizzazione di gruppi sociali e l’imposizione di ideologie non si addicono alla libertà dei figli di Dio". Ricordando di seguito che "Gesù Cristo non è venuto a cambiare le leggi, bensì a dare loro pienezza nell'amore", affermano che "il sistema democratico e lo stato di diritto di una nazione devono garantire l'esercizio pieno dei diritti e delle libertà fondamentali di persone e gruppi sociali, e non possono essere arbitrariamente manipolati per questioni a detrimento del bene comune. Il cammino della croce ci porta alla vita" continua il Messaggio. Perciò in questo tempo "tutti i battezzati sono invitati a mettersi ai piedi della croce per ricevere la vita che Gesù ci consegna e per rispettare, promuovere e curare questo dono". In questo senso "gli oltraggi alla dignità umana, il confronto fratricida, l'insicurezza cittadina, il narcotraffico, gli assassini ed ogni violenza che provoca morte, costituiscono una grave offesa a Dio che ama la vita". (R.P.)







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