In Mongolia, la crisi economica minaccia i progetti della Chiesa locale
La crisi economica minaccia anche la Chiesa in Mongolia e rischia di compromettere
la realizzazione di diversi progetti che dipendono esclusivamente da donazioni straniere.
Ad affermarlo è mons. Wenceslao Padilla, superiore della Prefettura apostolica di
Ulaanbaatar, da poco rientrato da una visita in Corea per una raccolta di fondi. Intervistato
dall’agenzia Ucan, il vescovo di origini filippine si è detto “colpito dalla generosità
dei fedeli coreani per aiutare le Chiese più bisognose”, nonostante le difficoltà
economiche, ma non ha nascosto i suoi timori per il futuro: “Se si guarda al breve
e al lungo termine - ha detto - le varie e numerose iniziative avviate dovranno continuare
a essere finanziate, ma è un fatto che fino adesso la Chiesa cattolica in Mongolia
non ha alcun introito proprio per sostenersi, salvo la magra raccolta delle collette
domenicali”, che in media raggiunge appena 130 dollari a settimana. “Tra i progetti
a rischio - ha detto mons. Padilla - la realizzazione del primo campus cattolico della
Mongolia che dovrebbe sorgere alla periferia della capitale Ulaanbaatar. Il campus
comprenderà scuole di diverso grado, assieme a un centro sportivo e un parco. Ma a
rischio sono anche le spese di gestione corrente - 150-200 mila dollari l’anno - destinati
a finanziare anche le varie attività caritative, che costituiscono una parte centrale
dell’opera missionaria della Chiesa in Mongolia. Nonostante queste preoccupazioni,
mons. Padilla si è detto soddisfatto dei lenti, ma significativi progressi compiuti
in questi anni dalla Chiesa nel Paese. Una Chiesa molto giovane: la sua presenza
risale, infatti, al 1992, quando venne aperta la Missione di Ulan Bator, affidata
ai Missionari di Scheut, e elevata nel 2002 a Prefettura apostolica di Ulaanbaatar.
L’opera di apostolato delle diverse Congregazioni religiose presenti in Mongolia,
apprezzata anche dalle autorità locali, sta dando i suoi frutti, come indica il costante
incremento dei convertiti al cattolicesimo e l’interesse manifestato da un numero
crescente di giovani fedeli per il sacerdozio e la vita consacrata. (L.Z.)