2009-04-04 15:14:56

Vertice Nato di Strasburgo: scontri tra polizia e manifestanti


In una Strasburgo ancora scossa dai duri scontri polizia e manifestanti è iniziata la seconda giornata di lavori del vertice Nato. Sul tappeto ancora l’impegno in Afghanistan e il nodo irrisolto del nuovo segretario generale dell’Alleanza Atlantica. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Si sta svolgendo in un clima di grande tensione il vertice Nato di Strasburgo che festeggia i 60 anni della Alleanza Atlantica, sancisce il pieno rientro della Francia nel comando integrato dell'organizzazione e saluta l’ingresso nell’alleanza di Croazia e Albania. La seconda e ultima giornata di lavori si è aperta con una simbolica passerella dei 28 leader sul ponte che collega la riva tedesca a quella francese del Reno. Il gruppo ha poi fatto ingresso in una Strasburgo deserta, dove domina la presenza dei poliziotti in tenuta antisommossa e dei presidi dei manifestanti che, anche stamani, hanno dato vita a nuovi disordini. Il bilancio provvisorio parla di 25 fermi tra i no global. E mentre nelle strade proseguono gli scontri, nel Palazzo della Musica è cominciato il confronto con il presidente statunitense, Barack Obama, sulla nuova strategia Usa in Afghanistan, definita una “prova della verità per la Nato” dal cancelliere tedesco Angela Merkel. Il piano prevede un approccio multilaterale tra sforzi militari e civili e tra soluzione regionale e maggiore responsabilità delle istituzioni afghane. Tra le priorità il rafforzamento temporaneo della forza Isaf per assicurare lo svolgimento delle elezioni presidenziali di agosto e l'aumento delle unità di addestramento per la formazione delle truppe afghane. Sul tavolo anche la disputa sulla nomina del nuovo segretario generale della Nato che, dal primo agosto, prenderà il posto dell'olandese Jaap de Hoop Scheffer. La Turchia continua, infatti, ad opporsi alla candidatura del premier danese Rasmussen, per via delle vignette su Maometto pubblicate da un giornale danese nel 2006. Dopo la conferenza stampa di chiusura del vertice Nato, il presidente statunitense Obama si recherà nel pomeriggio a Praga per il suo terzo vertice in cinque giorni, quello con il presidente di turno dell’Ue e premier sfiduciato della Repubblica Ceca, Mirek Topolanek. Il primo viaggio oltreoceano del presidente Obama si concluderà il 6 e 7 aprile in Turchia, prima del rientro a Washington.

Ma qual è oggi il ruolo della Nato? Tiziana Campisi lo ha chiesto a Stefano Polli, responsabile dell’area internazionale dell’Ansa:RealAudioMP3

R. – La Nato sta cambiando la sua pelle, non è più quell’organizzazione di difesa in chiave antisovietica, sta diventando in qualche modo sempre più braccio armato delle Nazioni Unite per le missioni di pace nel mondo. Direi che la nuova strategia americana di Barack Obama, che è passato dall’unilateralismo - della precedente amministrazione americana - al dialogo e al multilateralismo e al coinvolgimento dei Paesi vicini e degli alleati, possa portare ad una nuova strada da percorrere in Afghanistan. Si punta molto sul dialogo, sulla componente politica, sulla ricostruzione civile, sulla ricostruzione economica del Paese e sulla collaborazione con le autorità afghane.

 
D. – Quale significato attribuire all’ingresso, nella Nato, dell’Albania e della Croazia?

 
R. – Sono Paesi che hanno sofferto per le guerre della ex Jugoslavia, facevano parte di un blocco considerato in qualche modo nemico, tanti anni fa, e che adesso, invece, fa parte integralmente della Nato. E’ un passaggio importante perché cambia la storia, cambia la geografia, la Nato si allarga ad aree che una volta le erano sconosciute. Quindi, il significato dell’ingresso di Albania e Croazia, va letto in questo senso.

 
D. – Cosa si può dire, invece, delle relazioni della Nato con Mosca? In che modo si possono evolvere?

 
R. – I rapporti fra la Russia e la Comunità internazionale, fra la Russia e la Nato, non sono molto facili in questo momento, soprattutto dopo la guerra fra la Russia e la Georgia della scorsa estate. La Nato aveva di fatto interrotto i rapporti con la Russia. Adesso, questi rapporti sono stati progressivamente ripresi e, nonostante le difficoltà, si è passati ad una fase di ricostruzione ed in questa fase di ricostruzione dei rapporti, il ruolo di Obama è sicuramente importante perché l’approccio del nuovo presidente americano è diverso da quello di George Bush. Obama è più portato al dialogo di quanto lo fosse George Bush: il nuovo presidente sta cercando di riproporsi con Mosca in un altro modo, attraverso il dialogo su tutti i grandi dossier internazionali.







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