Messico: i vescovi difendono il diritto di parola della Chiesa
“La Chiesa ha il diritto di parlare sulle questioni politiche legate al bene comune”.
Lo ha affermato ieri, durante una conferenza stampa, mons. José Leopoldo González
González, vescovo ausiliare di Guadalajara e segretario della Conferenza episcopale
del Messico. La Chiesa sulle cose che riguardano l’essere umano, come dice il Vangelo,
non può tacere, ha precisato il presule ripetendo ancora una volta che “ciò non significa
parlare di politica partitica anche perché un tale comportamento è vietato dal Codice
di diritto canonico”. Commentando alcune situazioni riguardanti la crisi economica
e il processo elettorale in corso, mons. José Leopoldo González González ha chiesto
più “partecipazione popolare” e, citando documento dell’Episcopato, ha ribadito “che
la democrazia non consiste solo nel fatto di andare a votare ma nell’essere consapevoli
del significato del voto e sapere poi a cosa è servito. “Tra noi – ha aggiunto- manca
ancora molto da fare per far crescere questa partecipazione. E’ un dovere che spetta
a tutti, ai cristiani, e a ogni cittadino” ha proseguito il segretario dell’episcopato.
Il presule ha poi spiegato ai giornalisti il senso della consacrazione della nazione
messicana allo Spirito Santo, il prossimo 20 aprile. Quel giorno, presso la Basilica
di Nostra Signora di Guadalupe, cento vescovi del Messico e il nunzio apostolico mons.
Christophe Pierre, “consacreranno allo Spirito Santo tutte le famiglie e tutte le
istituzioni del Paese, nel corso di una celebrazione eucaristica che sarà anche l’inizio
della Plenaria dell’Assemblea episcopale”. Un atto simile si era già registrato 84
anni fa, nel contesto del Congresso Eucaristico Nazionale (1924), quando la situazione
del Messico, seppure per altri motivi in particolare per le persecuzioni religiose
di allora, era ugualmente difficile e per certi versi drammatica come oggi. Mons.
José Leopoldo González González ha ricordato le preoccupazioni pressanti della realtà
odierna, le conseguenze della crisi economica, la violenza e l’insicurezza, il narcotraffico,
la disintegrazione del tessuto sociale e le molte insidie che colpiscono la famiglia.
“Questa consacrazione - si legge nel documento dei vescovi messicani - è un atto di
fede e di speranza con il quale vogliamo manifestare la nostra ferma fiducia in Gesù
Cristo, Signore della storia, che guida i nostri passi con la saggezza e la forza
del suo Spirito nei momenti di dure prove”. “Non riteniamo possibile – aggiungono-
attendere la soluzione di tali gravi problemi affidandoci soltanto agli sforzi umani.
Noi credenti siamo ancorati alla speranza che ci proviene dalla Parola del Signore:
“Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi
il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi
e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le
mie leggi” (Ez 36,25-27)”. Tutto ciò, concludono i vescovi, non è altro che “una chiamata
alla conversione, personale e collettiva, per estirpare il peccato, per vivere in
armonia con Dio, per diffondere la fede con amore e impegno”. (A cura di Luis Badilla)