2009-04-03 15:23:17

Messico: i vescovi difendono il diritto di parola della Chiesa


“La Chiesa ha il diritto di parlare sulle questioni politiche legate al bene comune”. Lo ha affermato ieri, durante una conferenza stampa, mons. José Leopoldo González González, vescovo ausiliare di Guadalajara e segretario della Conferenza episcopale del Messico. La Chiesa sulle cose che riguardano l’essere umano, come dice il Vangelo, non può tacere, ha precisato il presule ripetendo ancora una volta che “ciò non significa parlare di politica partitica anche perché un tale comportamento è vietato dal Codice di diritto canonico”. Commentando alcune situazioni riguardanti la crisi economica e il processo elettorale in corso, mons. José Leopoldo González González ha chiesto più “partecipazione popolare” e, citando documento dell’Episcopato, ha ribadito “che la democrazia non consiste solo nel fatto di andare a votare ma nell’essere consapevoli del significato del voto e sapere poi a cosa è servito. “Tra noi – ha aggiunto- manca ancora molto da fare per far crescere questa partecipazione. E’ un dovere che spetta a tutti, ai cristiani, e a ogni cittadino” ha proseguito il segretario dell’episcopato. Il presule ha poi spiegato ai giornalisti il senso della consacrazione della nazione messicana allo Spirito Santo, il prossimo 20 aprile. Quel giorno, presso la Basilica di Nostra Signora di Guadalupe, cento vescovi del Messico e il nunzio apostolico mons. Christophe Pierre, “consacreranno allo Spirito Santo tutte le famiglie e tutte le istituzioni del Paese, nel corso di una celebrazione eucaristica che sarà anche l’inizio della Plenaria dell’Assemblea episcopale”. Un atto simile si era già registrato 84 anni fa, nel contesto del Congresso Eucaristico Nazionale (1924), quando la situazione del Messico, seppure per altri motivi in particolare per le persecuzioni religiose di allora, era ugualmente difficile e per certi versi drammatica come oggi. Mons. José Leopoldo González González ha ricordato le preoccupazioni pressanti della realtà odierna, le conseguenze della crisi economica, la violenza e l’insicurezza, il narcotraffico, la disintegrazione del tessuto sociale e le molte insidie che colpiscono la famiglia. “Questa consacrazione - si legge nel documento dei vescovi messicani - è un atto di fede e di speranza con il quale vogliamo manifestare la nostra ferma fiducia in Gesù Cristo, Signore della storia, che guida i nostri passi con la saggezza e la forza del suo Spirito nei momenti di dure prove”. “Non riteniamo possibile – aggiungono- attendere la soluzione di tali gravi problemi affidandoci soltanto agli sforzi umani. Noi credenti siamo ancorati alla speranza che ci proviene dalla Parola del Signore: “Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne. Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi” (Ez 36,25-27)”. Tutto ciò, concludono i vescovi, non è altro che “una chiamata alla conversione, personale e collettiva, per estirpare il peccato, per vivere in armonia con Dio, per diffondere la fede con amore e impegno”. (A cura di Luis Badilla)RealAudioMP3







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