2009-04-03 15:30:56

La questione del proselitismo in Marocco


Dopo la recente espulsione dal Marocco di quattro evangeliche spagnole e di una tedesca, accusate di proselitismo, sia la Chiesa cattolica che quella evangelica si dichiarano estranee all'attività di queste persone, con le quali non hanno alcun rapporto. Nella pagina web dell'arcivescovado di Rabat viene riproposto un comunicato pubblicato il 30 maggio del 2008 dall'arcivescovo della città, mons. Vincent Landel e dal presidente della Chiesa Evangelica in Marocco, J.L. Blanc. Dopo le molte notizie pubblicate dalla stampa marocchina sulla questione del proselitismo, le due Chiese affermano che il loro atteggiamento non è cambiato. “La Chiesa cattolica e la Chiesa evangelica – si legge nel testo ripreso dall’agenzia Zenit - hanno imparato nel corso degli anni a vivere in armonia con il Paese e i suoi abitanti; si sentono partecipi della loro storia e delle loro evoluzioni”. Le due Chiese affermano che il loro ruolo principale è quello di “accompagnare nel loro itinerario spirituale i cristiani provenienti da numerosi Paesi che vivono in Marocco e offrire loro un luogo di preghiera e formazione”. I firmatari del documento segnalano come altra opzione essenziale di questa presenza cristiana in Marocco “il dialogo tra cristiani e musulmani”. “Oggi - affermano - noi crediamo nella ricchezza dell'incontro tra le religioni. Le religioni traggono beneficio dalla conoscenza e dalla migliore comprensione”. Per questo, dichiarano che il dialogo “fa parte delle loro responsabilità”. Questo dialogo, “che esclude per definizione il proselitismo, ha una dimensione intellettuale, teologica, ma si vive anche nel campo culturale e sociale”. Il comunicato spiega che i cristiani del Paese “sono impegnati in varie azioni accanto ai musulmani, condividendo gli stessi valori, gli stessi obiettivi e non avendo paura di testimoniare le proprie differenze”. Alludendo alle missionarie accusate di proselitismo dai media marocchini, i firmatari del testo assicurano che queste non rappresentano né la Chiesa cattolica né quella evangelica del Marocco: “Se esistono, sono inviate da organismi con i quali le Chiese ufficiali del Marocco non hanno rapporti e che spesso neanche conoscono”. Si deve passare – si legge infine nel documento - “dalla semplice tolleranza, in cui ci si ignora reciprocamente, al camminare verso un dialogo in profondità e un arricchimento reciproco”. (A.L.)







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